Oggi viene pubblicato il romanzo Il campanile deve cadere del budriese Andrea Gentili. Budrio, durante gli ultimi giorni della IIª Guerra Mondiale, è posta al centro della narrazione, che riscrive alcuni avvenimenti fondamentali relativi ad un periodo storico pieno di questioni irrisolte. La caduta del campanile anima molte pagine del libro, che offre un nuovo punto di vista sulla drammatica distruzione, rendendo necessaria una domanda: cos’ha davvero perso Budrio, perdendo il proprio campanile?
IL CAMPANILE DEVE CADERE
Le vicende raccontate nel libro Il campanile deve cadere (Pendragon) si svolgono in gran parte nei giorni che vanno dal 15 al 20 aprile 1945. La comunità budriese è lacerata dalla IIª Guerra Mondiale: la presenza delle forze armate tedesche, da tempo, non lascia libertà d’azione agli abitanti, alla ricerca di una speranza a cui aggrapparsi con tutte le energie rimaste. I rumori, sempre più vicini, delle bombe angloamericane rappresentano il sottofondo dei pensieri dei budriesi. Riprendono vita i volti di persone realmente esistite ed avvenimenti storici, mescolati però ad una serie di narrazioni inventate, ma sarebbe meglio dire ricostruite, dall’autore. Le pagine del romanzo lasciano emergere nuovi punti di vista sugli avvenimenti dell’aprile 1945, ricco di contraddizioni non ancora metabolizzate. Il campanile della Chiesa di San Lorenzo è il baricentro dell’intero romanzo: attorno alla sua distruzione ruotano le esistenze dei protagonisti. Padre Amedeo Scarlatti tenta in ogni modo di difenderlo, dovendo però fare i conti con il desiderio di devastazione nazista, ben incarnato dal capitano Thomas Eckert. Il campanile della Chiesa di San Lorenzo – alto ben 61 metri e costruito in un arco temporale molto ampio – diventa l’espressione concreta di significati profondi e diversi tra loro. All’aspetto religioso si accosta la sensibilità laica, animata dal bisogno di difendere la propria identità. Il campanile diventa la metafora delle aspirazioni e dei connotati della comunità budriese. Il romanzo racconta in maniera dettagliata la caduta del campanile, offrendo però una motivazione diversa da quella, ancora oggi, più diffusa. Ad armare la mano tedesca non sarebbe stata la volontà di coprire la propria ritirata.
ALLA RICERCA DELLA VERITÀ
Nell’aprile del 2015 il budriese Andrea Gentili ha pubblicato, in collaborazione con la figlia Adele, il diario della madre Elena Davalli. Il racconto degli ultimi giorni della IIª Guerra Mondiale e della caduta del campanile di San Lorenzo hanno rianimato la curiosità di Andrea, appassionato di storia sin da bambino. Dopo la presentazione del libro – avvenuta il 26 aprile 2015 – Gentili ha ricevuto numerose lettere, contenenti informazioni riguardanti la caduta del campanile budriese. I dialoghi per le vie di Budrio e le visite a casa di varie persone hanno fatto maturare l’idea di dover dare voce a tutte quelle notizie. Accanto alle testimonianze orali, Andrea Gentili ha condotto una dettagliata ricerca documentale, che gli ha permesso di dare una notevole consistenza storica al suo romanzo, scandito da riferimenti precisi e dettagliati. Il libro getta una luce nuova su eventi ormai dati per acquisiti. Nonostante la narrazione sia caratterizzata da invenzioni letterarie, i fatti raccontati ricostruiscono avvenimenti, che un giorno potranno essere collocati all’interno dell’ambito storico.
Andrea Gentili, nato a Budrio nel 1953, si è laureato in Medicina e Chirurgia all’Università di Bologna e fino alla fine del 2015 ha rivestito il ruolo di Primario di Anestesia e Rianimazione Pediatrica e Ginecologica all’Ospedale Sant’Orsola di Bologna. Fin da giovanissimo ha coltivato al passione per la storia e per la letteratura, facendo convivere – nel corso di tutta la carriera professionale – il cosmo scientifico e quello umanistico. A rilanciare però l’interesse per Budrio è stata la curiosità della figlia Adele, che ha voluto fermamente riscoprire il diario della nonna, ridando slancio ad una testimonianza fondamentale. La passione di Andrea ha ripreso vigore proprio in quel momento, arrivando oggi alla pubblicazione del primo libro. Il valore della passione per la storia del proprio paese trova così un interprete, che potrà proseguire un percorso che un giorno porterà alla riscrittura di avvenimenti decisivi e parte integrante della nostra identità.
Leonardo Arrighi