Il consiglio comunale di Budrio ha approvato la variante al Piano Strutturale Comunale, con cui ha ridotto di 120 ettari le aree potenzialmente edificabili. E’ la prima volta, dopo decenni di piani volti all’espansione urbanistica, che si attua una scelta opposta, a causa soprattutto degli effetti che la crisi economica ha avuto sul comparto edilizio. Legambiente ha applaudito la scelta dell’amministrazione comunale, mentre le opposizioni hanno bollato la decisione presa come “una grande mistificazione”.
PIERINI: “PASSAGGIO STORICO, ORA NUOVO ORIZZONTE PER QUEI TERRENI”
“Dal punto di vista delle scelte urbanistiche – ha spiegato il Sindaco Pierini in consiglio – quello di stasera è un passaggio a suo modo storico. Lo è tanto più perché per la prima volta, nella storia della pianificazione territoriale, le scelte di questa amministrazione vanno in senso opposto alle scelte compiute nello stesso campo da molte amministrazioni precedenti: cioè verso una riduzione delle previsioni di insediamenti urbani e di un contenimento dell’uso del suolo. Ecco quindi – ha detto – una significativa riduzione delle aree potenzialmente coinvolte in trasformazioni edilizie (residenziali e produttive) per un totale di oltre 120 ettari che tornano nella piena disponibilità dell’uso agricolo. Questo ha come conseguenza possibile anche un nuovo orizzonte per quei terreni: parlo di una programmazione agricola e di colture, parlo del ritorno a investimenti su impianti, macchinari, sperimentazioni e innovazioni produttive”.
IL PLAUSO DI LEGAMBIENTE: “SE LE AMMINISTRAZIONI VOGLIONO POSSONO RIVEDERE LE SCELTE DEL PASSATO”
Ad applaudire la decisione dell’amministrazione comunale è stata l’associazione Legambiente. “E’ il quantitativo più importante visto finora in Emilia Romagna – si legge in un loro comunicato – se paragonato al numero di abitanti del Comune. Questa è una scelta che testimonia come le amministrazioni, se veramente c’è l’intenzione, possono tranquillamente rivedere le scelte del passato. Una scelta che testimonia come le amministrazioni, se veramente c’è l’intenzione, possono tranquillamente rivedere le scelte espansionistiche del passato che hanno portato l’Emilia Romagna in testa alle classifiche nazionali di urbanizzazione della campagna”.
MAZZANTI (NPB): “RIDOTTO DELL’85% QUANDO NEL 2010 SI ERA PREVISTA ESPANSIONE DEL 600% SUPERIORE A QUELLA DI OGGI”
“Questa è la più grande mistificazione del mandato Pierini”. Così Maurizio Mazzanti ha bollato la proposta approvata dal consiglio. “Si è ridotto dell’85% l’estensione del PSC per il semplice motivo che nel 2010 era stata prevista, sempre dall’amministrazione che da 25 anni guida il paese, una espansione smisurata e spropositata, del 600% superiore a quella di oggi. Non è stata una restituzione – ha continuato – ma l’ammissione del fallimento del tentativo di cementificare Budrio da parte dell’ex sindaco Castelli, che come si è visto recentemente continua a ritenere l’espansione edilizia importante non solo a Budrio. Se non fossero saltati i progetti dell’area di Cento, la Romantica, il passante nord non si sarebbe restituito nulla all’agricoltura. Questa – ha concluso – è l’ipocrisia della volpe che non è arrivata all’uva”.
MOVIMENTO 5 STELLE: “LA CRISI ERA GIA’ INIZIATA E LORO PREVEDEVANO UN PIANO URBANISTICO FARAONICO”
“Nel 2010 approvavano un piano urbanistico faraonico, quando la crisi economica era già iniziata da almeno da 2 anni, ma questo non era per loro un problema”. Anche il Movimento 5 Stelle si è espresso in maniera critica contro quello che è stato definito come un dietrofront dell’amministrazione comunale. “Erano a favore della nascita di centri commerciali – si legge ancora – e di interi quartieri residenziali assecondando il sistema, quello che loro conoscono molto bene e che affonda le proprie radici nel business del cemento. Erano a favore delle centrali a biogas e del passante nord semplicemente perché glielo imponeva il partito. Ma nel frattempo il mondo è cambiato, le aziende costruttrici sono fallite e nessuno si sognerebbe mai di edificare quanto previsto dalla megalomania del PD locale. Come sempre – si legge in conclusione – i nostri amministratori quando si parla di tutela del territorio vanno un po’ dove gli conviene, seguendo l’aria che tira”.
Il video della conferenza stampa dello scorso marzo, nella quale il Sindaco di Budrio presentò la proposta di riduzione, insieme all’assessore regionale alla pianificazione territoriale Raffaele Donini.
Mi preoccupa questo continuo ricorso, da parte del sindaco, a dichiarazioni eccessive, pacchiane, connotate da una desolante megalomania. Sottendono ambizione, un malcelato desiderio di essere ricordato per aver compiuto qualcosa di memorabile, quando invece mi pare che la maggioranza dei budriesi non veda l’ora di archiviare e dimenticare la sua esperienza amministrativa. Questo presunto “passaggio storico” ha lo stesso suono opportunistico delle parole usate nel 2013 sul Passante Nord, a dire del sindaco ” l’opera storica che avrebbe collocato Bologna nel secolo”. Uno spossante, incessante zigzagare che non ha prodotto un bel nulla : solo chiacchiere, chiacchiere, chiacchiere.
Una domanda:
Se non fossimo in mezzo da tempo ad una crisi edilizia di immani proporzioni avrebbero costoro reso all’agricoltura la terra destinata da essi stessi alla cementificazione ? Quando capiranno che i Budriesi non sono più propensi a farsi prendere per il lato B ?