Cosa lega Laura Bassi a Budrio? Questa domanda trova una prima risposta nel medaglione e nell’epigrafe posti all’interno dell’attuale palazzo Bergonzoni-Federici-Felicori, in via Bianchi n. 3 e 5. La storia di un edificio, dei suoi abitanti e della grande scienziata bolognese si fondono per dare vita ad un legame sorprendente.
IL MEDAGLIONE E L’EPIGRAFE
Percorrendo via Bianchi ci si può imbattere, appena superato l’oratorio dedicato a San Giovanni Evangelista, nell’attuale palazzo Bergonzoni-Federici-Felicori. Il portico a tre arcate protegge l’ingresso principale dell’edificio, caratterizzato da una struttura semplice, elegante e sobria come altre abitazioni budriesi costruite o riedificate nella seconda metà del ‘700. Il palazzo, posto ai numerici civici n. 3 e 5, presenta soffitti affrescati, caminetti con scene di gusto neoclassico e una scala sormontata da una imponente volta dipinta. Al piano superiore si trovano numerose stanze ed entrando in una di queste ci si trova davanti il medaglione e l’epigrafe dedicati alla scienziata bolognese Laura Bassi. Il medaglione – restaurato, insieme all’epigrafe e molti altri affreschi, negli ultimi anni – in stucco (diametro di 47 cm e con uno spessore, in alcune parti, di oltre 5 cm) ritrae la professoressa con la cappa accademica e il capo impreziosito dalla corona d’alloro. L’iscrizione sottostante, dipinta a lettere bianche su fondo rosso scuro, riporta questo testo (tradotto dal latino): «Giovanni Pellegrino Cappi, figlio di Giovan Battista Cappi, con lavori di costruzione e con più splendidi ornamenti reintegrò in forma migliore la casa ereditaria di Maria Calanchi, sua sposa dolcissima, cosa che l’antica età aveva rovinato, la rese più ampia e la nobilitò con un bassorilievo rappresentante l’immagine di Laura Bassi Verati, sua parente [l’ultima riga risulta illeggibile, però si può immaginare che contenesse un sentito apprezzamento per la scienziata]».
UNA PARENTELA SPECIALE
Per comprendere a pieno il significato del legame tra Laura Bassi e Budrio è necessario ripercorrere la storia del palazzo di via Bianchi e dei suoi abitanti. Le prime notizie a proposito dell’edificio risalgono alla metà del ‘600, quando l’abitazione risulta di proprietà della famiglia Calanchi. Quasi un secolo dopo, nel 1741, Maria Calanchi sposa Giovanni Pellegrino Cappi (committente del medaglione e dell’epigrafe) e dalla loro unione nasce la figlia Margherita.
Nel 1761 Maria eredita il palazzo budriese ed il marito Giovanni decide di avviare una serie di lavori strutturali, che porteranno ad una vera riedificazione dell’edificio. L’opera prosegue per anni e attorno al 1768 Margherita Cappi sposa Ciro Verati, figlio della scienziata Laura Bassi. La gioia per il prestigioso matrimonio fa nascere nella mente di Giovanni Cappi l’idea della creazione di un medaglione e un’epigrafe celebrativi. Tra il 1768 e il 1778 (anno della morte della Bassi) l’opera di rifacimento del palazzo, diventato tale anche grazie alla fama dell’accademica bolognese, è conclusa e con essa anche l’omaggio a Laura, che molto probabilmente ha frequentato l’abitazione budriese, acquisita per via ereditaria dal figlio Ciro. Non esistono documenti che confermino la presenza della scienziata a Budrio, ma un’antica tradizione riferisce della presenza di Laura Bassi nella residenza estiva del figlio: possiamo soltanto immaginare l’entusiasmo febbrile dell’attesa della carrozza, l’entrata dal portone principale (oggi scomparso), le passeggiate nel giardino e le lunghe conversazioni all’interno delle stanze del palazzo di via Bianchi.
CHI È LAURA BASSI?
Laura Bassi nasce a Bologna il 29 ottobre 1711 da Giovanni, avvocato, e Rosa Maria Cesari. I genitori si accorgono presto della straordinaria intelligenza della figlia, decidendo di affidarla a vari maestri che, nel corso degli anni, le impartiscono lezioni di logica, metafisica, filosofia naturale, latino, greco, francese e altre materie.
Nel 1732 Laura consegue la laurea in filosofia naturale (fisica), lasciando sbalorditi tutti i professori dell’Università di Bologna e suscitando l’interesse delle massime autorità cittadine. Nello stesso anno la Bassi diventa professoressa dell’Ateneo bolognese. La giovane intellettuale sente la necessità di avere maggiore libertà nell’insegnamento e – anche a causa della disparità di trattamento rispetto agli uomini – decide di tenere lezioni private all’interno della propria abitazione. Nel 1738 Laura sposa il medico ed esperto di fisica Giuseppe Verati: dalla loro unione nasceranno ben dodici figli, testimoni di un sodalizio contraddistinto da una totale sintonia professionale. La scienziata bolognese conduce studi pionieristici sull’aria, su problemi di foronomia, sul moto dei corpi, intrattenendo assidui scambi epistolari con Volta, Morgagni, Spallanzani e Voltaire.
Laura Bassi diventa una delle maggiori sostenitrici delle teorie newtoniane, che cerca di applicare a molti campi della ricerca, non senza sforzi, la bontà degli insegnamenti privati della Bassi, che vede riconosciuto con un ottimo stipendio l’impegno di molti anni. Nel 1745 Laura, già presente da tempo all’interno dell’Accademia delle Scienze di Bologna, viene inserita tra gli Accademici Benedettini, ottenendo riconoscimenti in tutta Europa. La professoressa continuerà a pubblicare opere e ad insegnare fino alla morte, avvenuta nel 1778, non dimenticando mai di occuparsi dei propri figli: sempre al centro dei suoi pensieri.
Ringrazio la famiglia Bergonzoni-Federici.
Leonardo Arrighi