Domani, giovedì 8 dicembre 2016, alle 11 nella Sala Rosa di Palazzo Medosi Fracassati (Budrio) verrà inaugurata la mostra Pantani, le Bianchi e il Mercatone Uno, organizzata dalla Pro Loco in collaborazione con il Comune di Budrio. Le bicicletta di Marco Pantani e dei suoi compagni di squadra, i trofei, le maglie, le fotografie, i componenti meccanici utilizzati dal campione di Cesenatico, gli articoli di giornale e numerose pubblicazioni ridaranno vita allo spirito degli anni in cui Pantani ha fatto innamorare il mondo intero dello sport a pedali.
LA MOSTRA ED UN TITOLO SIGNIFICATIVO
La mostra, curata da Antonio Alberoni (proprietario di gran parte degli oggetti esposti) e Fernando Pazzaglia, ha un titolo significativo, che ricorda la storia dei rapporti tra Marco Pantani, la Bianchi e il Mercatone Uno. Questo trinomio – durato dal 1997 al 2003 – ha dato vita ad una serie di trionfi memorabili, propiziati da relazioni umane piene di affetto. Il 18 ottobre 1995 Pantani, durante la Milano-Torino, viene investito, riportando gravissime fratture alla tibia e al perone della gamba sinistra. La carriera del ciclista di Cesenatico appare conclusa, ma la sua indomabile determinazione lo riporta in sella, quasi 6 mesi dopo. Praticamente nessuno crede più in lui ma, proprio in questo frangente, avviene l’incontro con Romano Cenni, proprietario della Marcatone Uno, e Luciano Pezzi, direttore sportivo della squadra. Pezzi, ciclista ai tempi di Coppi e Bartali, entra in sintonia con Pantani, comprendendone le qualità umane ed atletiche: nasce, accompagnato dallo scetticismo di molti “esperti”, la relazione tra Marco e la squadra della Mercatone Uno, fornita dalla Bianchi. Con la mitica casa costruttrice il fuoriclasse crea un legame fortissimo, che porterà alla nascita di biciclette innovative, frutto della sensibilità del campione di Cesenatico.
Il triplice sodalizio darà vita, dopo uno sfortunato 1997, ai successi del 1998: anno in cui Pantani vince il Giro d’Italia e il Tour de France, centrando una doppietta riuscita soltanto ad altri sei ciclisti. Nel 1999 Marco domina il Giro d’Italia, giungendo primo in ben quattro traguardi. Le prestazioni in salita dello scalatore romagnolo entusiasmano l’Italia intera, ipnotizzata dalle imprese a ripetizione. Il 5 giugno 1999, prima della partenza della penultima tappa, Pantani viene estromesso dalla corsa rosa a causa dell’ematocrito, ritenuto oltre il limite consentito. A questo punto comincia un’altra storia, che la mostra – volutamente – non affronterà in modo diretto. Le biciclette di Marco e dei suoi compagni di squadra, i trofei, le maglie, le fotografie, i componenti meccanici utilizzati dal ciclista, gli articoli di giornale e numerose pubblicazioni animeranno l’esposizione, incentrata sugli anni gloriosi che hanno fatto sognare moltissime persone.
PERCHÉ PANTANI A BUDRIO?
La mostra nasce dalla passione del collezionista Antonio Alberoni e dall’amicizia con Fernando Pazzaglia, insostituibile promotore dell’iniziativa, condivisa e organizzata dalla Pro Loco in collaborazione con il Comune di Budrio.
Antonio Alberoni eredita l’amore per la bicicletta dal nonno Arturo, il primo budriese ad essere salito in sella e ad aver pedalato. L’avventura di Arturo comincia nel 1898, quando costruisce la prima biciletta, riuscendo ad aprire – nel 1903 – la sua bottega in via Saffi, che nel corso del tempo sarà officina, negozio e deposito cicli. Ad Arturo subentra il figlio Giuseppe, che per trent’anni prosegue l’attività di famiglia. Antonio, impegnato da sempre in un’altra professione, entra sin da bambino in simbiosi con il mezzo a pedali, diventando presto un attentissimo collezionista. Inizialmente salva molte parti della bottega, arrivando poi a possedere i primi velocipedi della storia, gli introvabili cicli FIAT, biciclette da turismo e da corsa di tutti i marchi più prestigiosi, in particolare le biciclette da corsa della Bianchi dal 1916 al 2004. L’ultima data coincide con la morte di Marco Pantani (avvenuta il 14 febbraio 2004), che provoca in Alberoni la volontà – poi fortunatamente non rispettata – di smettere di collezionare biciclette. Insieme a Pantani se ne va parte del magico incanto legato al ciclismo. Antonio recupera, con il tempo, l’entusiasmo per le due ruote ed oggi sente l’esigenza di ricordare, attraverso la mostra che inaugurerà domani, il periodo più luminoso della carriera di Pantani (nato nel 1970) che coincide con l’ultimo momento in cui lo sport italiano sia riuscito davvero a far sognare. La storia del fuoriclasse romagnolo appartiene a chiunque e quindi anche ai budriesi. Le ascese di Marco hanno nutrito pensieri e creato un immaginario collettivo davvero comune, almeno per alcuni istanti. Il momento magico si è presto arreso alla spietata realtà, ma non per questo dobbiamo dimenticare i gloriosi anni in cui il Pirata si toglieva la bandata, portandoci con lui ad un passo dal cielo.
Leonardo Arrighi
LUOGO E ORARI DELLA MOSTRA
Sala Rosa, Palazzo Medosi Fracassati, via Marconi 3B
8, 10, 11, 17, 18 DICEMBRE 2016: ORE 10-12 / 15-19
24, 31 DICEMBRE 2016: ORE 10-12
1, 6 GENNAIO 2017: ORE 10-12 / 15-19