Durante la mattina del 14 dicembre 2016 è morto Bruno Faustini Fustini (FOTO), sindaco di Budrio dal 1956 al 1970. I tre mandati amministrativi, portati a termine dal più giovane e più longevo primo cittadino della storia budriese, hanno coinciso: con l’uscita definitiva dal difficile periodo del dopoguerra, con una lungimirante pianificazione urbanistica e con un forte rilancio culturale.
Sabato 17 dicembre 2016 si è svolto il funerale, contraddistinto dalla commozione di chi lo ha conosciuto e stimato. A contrapporsi al calore dei numerosi cittadini presenti è stata la freddezza dell’amministrazione comunale – rappresentata soltanto dal sindaco Giulio Pierini – che ha deciso di non rispettare il cerimoniale ormai consolidato, che avrebbe previsto almeno la presenza del gonfalone, vessillo che rappresenta il Comune di Budrio in questo tipo di manifestazioni.
LA RESPOSABILITÀ VERSO LA STORIA
È sufficiente tornare al 2012 e ricordare la laica sacralità con cui sono stati salutati i sindaci Marco Negri e Gianfranco Celli. Potremmo risalire i decenni e soffermarci sugli onori riservati ai sindaci Marcello Canova e Guerrino Bonaga, predecessori proprio di Bruno Faustini. Queste riflessioni non sono dettate dalla volontà di fare polemica però – avendo conosciuto bene Faustini, con cui mi sono confrontato costantemente negli ultimi tre anni – non si riesco a comprendere a pieno le disparità di trattamento emerse. Tra i ricordi personali c’è anche la morte di mio nonno Orialdo Parmeggiani, vigile urbano per molti decenni, nel 1994: in quella occasione fu proprio il sindaco Celli a volere fortemente che fosse organizzato un corteo funebre con il gonfalone e le forze dell’ordine.
Dalle parole di Faustini si è sempre manifestato un forte senso della storia, declinato attraverso lo studio, il rispetto e la conoscenza: «amministrare un luogo significa essere responsabile verso la sua Storia». Quest’ultimo concetto ne ha costantemente animato l’operato alla guida del Comune, che nel corso degli anni ’60 ha visto le celebrazioni di Antonio D’Ormea, Augusto Majani, Antonio Certani e Benedetto Schiassi: alcuni dei grandi budriesi attorno a cui rifondare uno spirito identitario, devastato dalle esperienze dei decenni precedenti.
Non ricordare adeguatamente Faustini significa minimizzare le conquiste ottenute durante un periodo complicato e ricco di cambiamenti epocali, di cui ancora oggi possiamo toccare con mano gli effetti.
L’IMPEGNO
Bruno Faustini nasce a Budrio – il 28 marzo 1926 – da una famiglia di agricoltori, responsabile dei terreni di proprietà dei Pescatori alla Pieve. Il giovane Bruno eredita dai genitori la passione per la natura e per il mondo agricolo, che lo porteranno a condurre studi in ambito agrario, che culmineranno con la Laurea all’Università di Bologna. Il padre trasmette al figlio anche l’interesse per la politica e per il Partito Socialista, a cui Bruno si iscrive sin da giovanissimo.
All’inizio degli anni ’50, conclusa l’esperienza universitaria, il budriese sente la necessità di impegnarsi all’interno delle istituzioni: nel 1952 Faustini diventa consigliere comunale. Il ventiseienne deve confrontarsi costantemente con persone più esperte di lui però, con il tempo, acquisisce una grande considerazione personale, maturata grazie alle sue capacità di rapportarsi con vari interlocutori, rispettandone e comprendendone le opinioni. Questi tratti caratteriali guideranno Bruno negli anni successivi, in particolare a partire dal 1956, quando è eletto sindaco di Budrio per la prima volta. In quel momento la carica di primo cittadino è conferita dal consiglio comunale, composto dai neoeletti. Il primo anno vissuto come amministratore coincide con un momento cruciale nel secondo dopoguerra: la rivolta d’Ungheria e la crisi del canale di Suez fanno sentire i proprio effetti anche sulla realtà budriese, che da quel momento in poi riesce ad uscire dal difficilissimo periodo legato al secondo conflitto mondiale, immergendosi così in quella fase di ripresa che verrà definita “miracolo emiliano”. Nel corso del primo mandato (1956-1960) Faustini si distingue per l’entusiasmo ed il dinamismo frutto di un legame viscerale con Budrio.
FAUSTINI E GLI ANNI ‘60
Nel 1960 inizia il secondo mandato, contraddistinto dall’avvio ragionato e sistematico della pianificazione urbanistica di Budrio. La collocazione della nuova sede della scuola media dotata di palestra, la realizzazione del Piazzale della Gioventù e del Parco Giovanni XXIII rappresentano le scelte decisive, che condizioneranno positivamente lo sviluppo edilizio degli anni successivi. Il rapporto con la cultura si consolida, manifestandosi attraverso varie celebrazioni e soprattutto grazie alla riapertura – con una forte partecipazione comunale – del Teatro budriese, avvenuta il 24 ottobre 1963. Il rilancio dell’attività di prosa e di musica al Consorziale imprime un fondamentale cambio di passo alla rinascita di Budrio, che da questo momento in poi potrà contare sulla vivacità artistica dello storico Teatro.
Nel 1964 giunge il terzo incarico come sindaco, il primo di durata quinquennale. Il gemellaggio con Gyula (1965), la crescita della storica Fiera di San Lorenzo e la sensibilità verso il neonato Circolo del Cinema – che si rivelerà un’esperienza decisiva per molti ragazzi, che si porranno poi alla guida del Comune – aprono il terzo ed ultimo mandato. Faustini si impegna a fondo nella creazione della zona industriale di Budrio, che darà nuove possibilità a molte aziende ed un elevato numero di posti di lavoro. Bruno riesce ad interpretare i vari mutamenti politici, ponendosi alla guida dell’unica esperienza budriese del centrosinistra, che vede insieme al governo il Partito Socialista e la Democrazia Cristiana (1967-1969).
Il sindaco riesce a comprendere e rispettare i fermenti del ’68, mettendo a disposizione del Movimento Giovanile la vecchia sede della scuola media di via Martiri Antifascisti, permettendo così l’organizzazione del doposcuola popolare. L’ultima esperienza alla guida del Comune si conclude con un anno di ritardo, a causa dell’accorpamento delle elezioni comunali a quelle regionali, che si svolgono per la prima volta (1970). Pochi mesi dopo la fine del terzo mandato, entra in funzione la piscina e viene istituita una sezione staccata del Liceo Copernico (di Bologna) su cui Faustini aveva, negli anni precedenti, investito molte energie.
L’UOMO OLTRE LA POLITICA
Bruno vede nascere e formarsi una nuova classe dirigente alla guida del suo partito, rendendosi conto dell’importanza di un ricambio generazionale. A soli 44 anni Faustini, pur rimanendo sempre iscritto al PSI, lascia la politica, ricoprendo incarichi prestigiosi nel mondo della cooperazione agricola e diventando Presidente del Macello Pubblico di Bologna. Riemerge la passione per l’agraria, in particolare per la botanica, che insegnerà per molti anni, in cui vivrà esperienze uniche in Marocco: dove trasmetterà alle popolazioni locali le migliori tecniche di coltivazione della terra.
Il legame con Budrio, dove risiederà per sempre, resta forte e costante attraverso l’incarico di Presidente della Corale Vincenzo Bellini che, durante gli anni di presidenza di Faustini, vivrà un periodo luminoso e scandito da esibizioni in varie località nazionali, culminate con l’incontro con il pontefice Giovanni Paolo II.
Bruno continua, anche dopo l’esperienza pubblica, a sostenere l’attività delle Suore Serve di Maria Addolorata, che nel convento di via Bianchi hanno ospitato per molto tempo le bambine prive di sostegno famigliare. La generosità e la sensibilità verso l’impegno civile continuano ad animare l’esistenza di Faustini, innamorato della storia e della cultura budriese fino all’ultimo giorno di vita.
Leonardo Arrighi
Mi considero di Budrio, nonostante non vi abiti più dal 1983, e per molti motivi ho sempre continuato ad avere contatti e frequentare il paese, dove spero di riuscire a trasferirmi nuovamente, prima o poi.
Per questo, e per molti altri motivi, la giunta di Pierini non è la “mia” giunta.
Trovo però vergognoso, da ex budriese, che il gonfalone a lutto del Comune non fosse presente ai funerali di Bruno Faustino. E mi dispiace davvero molto!
Era qualche settimana che non leggevo polemiche gratuite su questo blog. Oggi invece è tornato quello di sempre. vedo che per la campagna elettorale non risparmiate nemmeno i morti.
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Utile il ricordo, meno utile è inopportuna questa vostra continua ricerca della polemica che arriva perfino a strumentalizzare un funerale.
Alle gentili Maria Pia e Paola, ricordo che non è pura polemica citare i fatti come sopra descritti. La verità è che toccare un nervo scoperto fa male……
Quando tra mille anni morirà Pierini, senza retorica, mi auguro che il sindaco di allora porti il Gonfalone al funerale.
Piantatela voi di fare polemiche ad ogni passo di chi non è nel vostro cerchio magico. A primavera farete gli scatoloni.
Gonfalone o non gonfalone, resta un fatto che è limpido e cristallino : Bruno Faustini resterà un Sindaco ricordato per molte benemerenze, per il proprio “fare” e per il buon rapporto coi propri amministrati. Dubito fortemente che il futuro riserverà altrettanta gloria a chi , in cinque anni, non ha combinato pressoché nulla.
la presenza del gonfalone ad un funerale è un atto formale con cui l’amministrazione dichiara che la persona morta ha avuto una particolare rilevanza sociale per quella comunità. Evidentemente nel caso dell’ex sindaco Faustini Fustini non è così.
Il resto sono chiacchiere, tanto….
A proposito di strumentalizzare i morti …. di recente abbiamo assistito ad un bel teatrino da parte del sindaco che parossisticamente , con arroganza , si mette la medaglietta su ogni accadimento sfiori i paese …. Sul caso in questione che dire…..ennesima dimostrazione che lasciato solo il ragazzo non ne imbrocca una . Certamente non gli è chiaro il dovere istituzionale legato alla su figura. Carlo intervieni sul pupo.
Il nostro Sindaco è un po’ come la luna , un satellite privo di vita che non brilla mai di luce propria .
E lei , signor AmoBerlinguer , è proprio un gran leone da tastiera che passa da un argomento all’altro gridando in modo confuso al complotto .
Non mi sembra che a Budrio si stia così male e che l’operato del Sindaco sia così attaccabile, e le sta parlando uno che non ha votato per questa giunta. Cerchi di essere obbiettivo, suvvia..
A Budrio non si sta male , nonostante tutto.
Il nonostante tutto qualifica l’affermazione.
Il Sindaco è bravissimo , ne abbiamo prove evidenti quotidianamente : siamo talmente fortunati che ci regala moltissimi post ogni santo giorno! Un Dio delle comparsate paesane .
Mi spiace , rimango della mia idea : mi sembrano proprio ragionamenti da “maigoduti” e a mio parere è il metodo meno costruttivo per muovere critiche .
Mi permetto di aggiungere , signor AmoBerlinguer , che il suo modo di ironizzare sull ‘ eccessivo uso dei social media da parte del sindaco può essere condivisibile (anche da me) , ma nel diciannovesimo secolo , non nel ventunesimo .
PURTROPPO i tempi sono cambiati , e il sindaco giustamente si adegua .
Sperando di non aver alterato gli umori di qualcuno con queste costatazioni , mi tolgo dalla polemica . Buona giornata e.. viva Berlinguer 🙂
Qualunque persona abbia amministrato Budrio come primo cittadino andrebbe ricordato . Credo si tratti di un dovere morale prima che istituzionale . In una comunità come Budrio ci si aspetta questo. Ormai siamo abituati all’arroganza dei deboli , unico strumento che li sottrae al confronto sul merito.
Questo è un caso emblematico.
ci rattrista che si sia creato tanto parlare sull’assenza del gonfalone.Corre d’obbligo riportare alla memora che a seguito delle ristrettezze imposte dai tagli del governo centrale, i comuni si vedono costretti ad economizzare un po’ ovunque. Si ricorderà il recente accorpamento delle forze di polizia, al quale hanno fatto seguito altre strategiche economie. Non da ultima è la multiproprietà del gonfalone con altri comuni della zona.
Nel caso che ci preme, il gonfalone era, prenotato da tempo, in servizio presso altro comune in cui era in corso altra cerimonia parimenti importante.
Si auspica che il prossimo funerale, come augurato da una gentile lettrice, avvenga non prima di mille anni e non in concomitanza con cerimonie fuori dal comune, o quanto meno, che l’amministrazione interessata ne faccia richiesta all’ufficio competente in modo preventivo e con congruo anticipo.
Piano piano quatti quatti, stiamo svendendo le eccellenze del comune; dopo l’ospedale,l’Asp,la farmacia comunale,l’ufficio tributi,la polizia locale,ora affittiamo anche il gonfalone?
Ma siamo alla frutta, al digestivo, o alla canna del gas?
No Sig. Beppe lei sbaglia, e di grosso! Non non affittiamo il gonfalone, ma lo prendiamo in affitto. E’ tutta un’altra cosa.
Gentilissimo Ufficio stampa comune di Parliamone sul Menga.
Una curiosità: Quanto costa all’ora un gonfalone?
La tariffa oraria aumenta nei giorni festivi?
Si possono fare abbonamenti?
Rispettosamente attendo risposta.
Riceviamo dall’assessore ai conti Cav. Rag. Errando Sbagliavini la seguente nota che diamo al pubblico.
La tariffa per il gonfalone viene quantificata genericamente per una intera giornata in una cifra X. Per la tariffa oraria si divide per 24 e per ottenere il canone mensile convenzionalmente si moltiplica per 30.
Non è previsto canone annuale.
State ironizzando, non facendo ridere, sempre su un defunto, ve ne rendete conto almeno?
Passino le critiche al Sindaco, ma comportarsi così è veramente da SMIDOLLATI.
Buone lamentosissime feste a tutti quanti.
Era veramente piacevole leggervi qualche tempo fa, finchè raccontavate di cronaca locale e basta. Adesso su questo sito si da più che altro voce a lamentele inutili e sterili: un vero peccato.
Essere il giornale dell’opposizione vuole sicuramente dire anche questo, ma per chi, come me, vorrebbe solo sapere cosa succede in paese, è veramente triste. Sperando di aver mosso una critica costruttiva, vi auguro una buona giornata.
Per sapere quello che succede in paese c’è la pagina web del Comune. A me pare che Budrionext sia un luogo in cui cronaca e critica vengono coniugate in modo tutto sommato equilibrato : la redazione si occupa della prima, i commentatori (eventualmente) della seconda. E del resto, come può Lei stesso constatare, la voce viene data a tutti : a chi critica e a chi critica coloro che criticano. E poi, nessuno é obbligato a leggere gli articoli a cui non è interessato, no ?
Chiedo scusa per la mia ignoranza, ma credevo che ogni Comune avesse il proprio Gonfalone! Quel Comune (che tra l’altro non si nomina) non aveva un suo Gonfalone? Come faceva suddetto Comune prima che ci fosse l’accorpamento? Peccato che il sig. Faustini non avesse avvisato per tempo la propria dipartita così da poter prenotare il Gonfalone!
Gentile Marco, l’ironia, come la definisce Lei, non è certo riferita ad un defunto. Un defunto che è stato stimato ed apprezzato per le proprie doti anche dagli avversari politici.
Ciò che s’ironizza e si depreca è l’assenza dell’amministrazione nei confronti di un “collega” che per 14 anni è stato Sindaco della città. Forse meritata il gonfalone, la presenza dei vigili urbani, un discorso ufficiale, la fascia tricolore sulla bara, un manifesto. Non Le pare? Mancando tutto questo si denota una insensibilità nei confronti della città ed una mancanza di stile.
Al contrario delle Sue cortesi espressioni, io auguro a Lei ed alla Sua famiglia un felice gioioso Natale ed un sereno Anno Nuovo
Signora Gianna se non arriva neanche a capire l’ironia ( di pessimo gusto per altro) lasci perdere i commenti.