Elle 70 di Budrio: cucina con amore e cambiamento dei costumi

23 dicembre, 2016

elle702Nei prossimi giorni la cucina, in occasione delle festività natalizie, diventerà uno degli argomenti principali delle giornate dei budriesi. Questo il motivo per cui l’ultimo nostro articolo prima di Natale è dedicato alla storia del Ristorante Elle 70, che proprio vent’anni fa apriva i battenti per l’ultima volta. Ricordare l’Elle 70 significa parlare di Luisa Chiericatti, Adolfero Massarenti, di alcuni mutamenti del costume budriese, dei numerosissimi personaggi che sono passati dalle sale del ristorante e soprattutto di cucina: vissuta con passione e amore.

IL RISTORANTE
L’atmosfera accogliente, intima, famigliare, i tavoli apparecchiati – con portafiori, portapane, bicchieri e posate –, Adolfero Massarenti intento alla sistemazione degli ultimi dettagli e Luisa Chiericatti in cucina, pronta all’arrivo dei clienti. Questa è stato per anni, fino al 1996, lo scenario tipico di via Garibaldi n.10, dove il Ristorante Elle 70 è diventato un punto di riferimento nell’ambito della geografia gastronomica nazionale, come testimoniato dalle lusinghiere recensioni e dai voti altissimi ottenuti sulle guide: Gambero Rosso, Veronelli, Michelin, Accademia Italiana della Cucina, l’Espresso, Touring Club Italiano e Class.
Il binomio tra il rispetto della tradizione e la volontà di introdurre innovazioni ed idee personali ha contraddistinto sempre l’Elle 70, che per 12 anni – dal 19 febbraio 1985 al 31 dicembre 1996 – ha caratterizzato la storia culinaria budriese. In realtà, come si leggerà in seguito, le radici dell’Elle 70 sono profonde e riguardano in particolare la vita di Luisa Chiericatti (oggi ottantenne), che nel corso dei decenni ha introdotto alcune rivoluzioni culturali: su tutte la creazione del primo bar dedicato alle donne e ai bambini, fino a quel momento sostanzialmente estromessi dai luoghi di ritrovo, monopolizzati dagli uomini.
Moltissimi personaggi del mondo dello spettacolo, della cultura e della politica hanno mangiato e rimangiato all’Elle 70, instaurando rapporti d’amicizia con i proprietari e lasciando spesso dediche e ricordi personali. Tra questi non si possono dimenticare: Lucio Dalla, Gianni Morandi, Raf Vallone, Paolo e Lucia Poli, Enzo Jannacci, Ruggero Orlando, Alessandro Bergonzoni, Aroldo Tieri, Anna Mazzamauro, Milena Vukotic, Gustavo Thoeni, Massimo Dapporto, Silvio Orlando, Enzo Aprea e il ministro Salvatore Formica. Commuoventi e simpatiche allo stesso tempo le vignette di Altan, Alfredo Chiappori, Milo Manara e Ro Marcenaro.

COSA SI MANGIAVA ALL’ELLE 70
Il menù proposto dall’Elle 70 è sempre stato molto ampio e rispettoso della stagionalità dei prodotti. La pasta al torchio e con il mattarello, i tortellini in brodo, i passatelli in brodo, le sfogliatine calde con frittatine alle erbe, i garganelli alla punta di asparago e salmone, gli agnolotti in crema di tartufo, il filetto all’agro dolce con mirtilli, i bocconcini all’aceto balsamico, le crespelle calde ai mirtilli, le sfogliatine calde su letto di crema e salsa di fragole: questi sono alcuni dei piatti che hanno permesso all’Elle 70, dotato anche di una carta dei vini composta di ben 101 possibili scelte, di conseguire il Diploma di Buona Cucina da parte dell’Accademia Italiana della Cucina.
La sensibilità verso la tradizione, assimilata già dalla nonna e dalla madre, insieme alla volontà di introdurre rivisitazioni e accostamenti personali hanno guidato Luisa Chiericatti, che ancora oggi si muove tra pentole e fornelli con innata disinvoltura.
Molti episodi hanno scandito gli anni dell’Elle 70, in particolare il rapporto con il conte Giovanni Nuvoletti che – dopo aver prenotato, suscitando l’incredulità di Luisa – è venuto a mangiare in via Garibaldi, restando estasiato e continuando a scrivere lettere piene di complimenti per lungo tempo.

IL BAR MASSARENTI
Siamo nel 1954, quando la diciottenne budriese Luisa Chiericatti – ormai prossima al Diploma alla scuola commerciale di Bologna – conosce Adolfero Massarenti, di cui si innamora immediatamente. I sentimenti sono ricambiati e comincia una storia d’amore destinata a durare molti decenni. Dopo aver concluso gli studi, Luisa comincia a lavorare come impiegata in vari uffici, tra cui quello della Coldiretti budriese.
La svolta avviene, nel 1958, in concomitanza con l’acquisto, da parte di Ermete Massarenti (padre di Adolfero), del Bar di Gegi, posto in via Bissolati, quasi all’angolo con via Saffi. Alla guida di quello che diventa il Bar Massarenti si pongono Luisa, la suocera Benilde e il cognato Angelo. La ventiduenne compie le prime esperienze a contatto diretto con i clienti, manifestando la necessità di introdurre dei cambiamenti nella classica gestione dei bar. Luisa inserisce la macchina per fare i frappè, i portapaste chiusi, la lavastoviglie, la macchina automatica della Faema per i caffè.
Nel 1959 arriva il matrimonio con Adolfero e nel 1962 nasce il figlio Alessandro. Le nuove responsabilità famigliari, che resteranno sempre al primo posto, non attenuano il sogno di innovare alcune consolidate abitudini budriesi. Nel corso degli anni ’60 Luisa continua l’attività al Bar Massarenti, affiancata dai ruoli di barista e cameriera al Giardino. Gli anni di apprendistato cominciano a sommarsi e soprattutto diventa centrale la necessità di creare qualcosa di personale.

NASCONO IL BAR E POI L’OSTERIA ELLE 70
Nel 1970, dall’accostamento dell’iniziale del nome della proprietaria e dell’anno, nasce il Bar Elle 70. Già dall’arredamento si comprende la volontà – accompagnata da un certo scetticismo da parte di alcuni budriesi – di dare vita ad un luogo di aggregazione diverso dagli altri. L’utilizzo del legno, degli specchi, della carte da parati, delle luci e dei lampadari a sfera e delle luminarie poste sul bancone rendono molto calda e accogliente l’atmosfera. All’interno del bar trovano spazio: la cioccolatiera, le scatole di cioccolatini, il thè in scatola, un angolo riservato alla torrefazione del caffè, 200 tipi diversi di caramelle sfuse. I prodotti de Le Tre Marie e della Paluani si diffondo per la prima volta a Budrio. Luisa acquista anche molte uova di cioccolato per il periodo pasquale, introducendo così un’abitudine tipicamente cittadina. L’Elle 70 diventa rapidamente il bar di riferimento per le donne, che per la prima volta non devono fare i conti con uomini che giocano a carte e a bigliardo, ma possono trascorrere ore tranquille sui divanetti, portando con sé i figli, pronti ad affondare le mani nelle caramelle: un’attrazione irresistibile.
Tra i clienti dell’Elle 70 ci sono anche molti uomini, tra questi il dottor Giovanni Pulvino, già davanti alla serranda del bar prima dell’orario di apertura, fissato per le 6 di mattina. Luisa comincia a cucinare ciambelle, biscotti, a farcire panini e sandwich, restando al bar dalla mattina fino alle 21.
Nel corso degli anni ’70 Luisa conosce, all’interno della cucina della Festa Avanti, Giordano Cola, con cui condividerà per molto tempo la passione per la buona cucina. Insieme a Cola e Giovanna Casadio, la titolare dell’Elle 70 frequenta vari corsi tenuti dallo chef Renato Gualandi, che trasmette molti segreti ai tre budriesi. Nel 1980 il bar diventa anche osteria, soltanto nella fase serale. Luisa prepara vari piatti, in particolare paste fatte in case – tra cui tortellini e lasagne – e alcuni secondi: arrosti e vitel tonnè. In questo momento accanto alla moglie si pone Adolfero, prima impegnato nella storica Scuola Guida di famiglia, che si occuperà in particolar modo dei vini, che arriveranno a quota 101.

DOPO L’ELLE 70, LA PASSIONE NON FINISCE
Dal 1980 al 1985 l’Elle 70 abbina le attività di bar ed osteria, poi (dal 19 febbraio 1985) si trasforma unicamente in ristorante, avviando un’avventura lunga ben 12 anni. La chiusura del locale di via Garibaldi coincide purtroppo con la prematura morte di Adolfero Massarenti. La tristezza non consente più a Luisa di continuare e sceglie così di abbandonare l’attività, anche se la passione per la cucina non si esaurisce, ma anzi riemerge dopo neanche un anno (1997), quando inizia a lavorare all’Accademia dei Notturni. Luisa si adatta splendidamente al nuovo incarico, che prevede la preparazione di pranzi e cene per centinaia di persone. Dopo cinque anni termina la collaborazione con l’Accademia e inizia quella con la Dondina.
Da circa dieci anni Luisa si occupa di volontariato, cucinando in varie occasioni e collaborando con la Parrocchia di San Lorenzo. Durante Estate Ragazzi prepara piatti di pasta, secondi e contorni per tutti i giovani. Poi c’è la famiglia e le due nipoti da viziare con tortellini, lasagne e dolci mirabolanti.

Ringrazio Luisa Chiericatti, Alessandro Massarenti e Maurizio Montanari.

Leonardo Arrighi

Facebooktwittergoogle_plusmail

Commenta via Facebook


2 Commenti


  1. Un pezzo di Budrio , i miei genitori mi portavano qualche volta a mangiare da bambino …nella mia memoria un ristorante elegante ma contemporaneamente accogliente .. Un bel ricordo lontano .

  2. Alessandro Massarenti

    Grazie Leonardo per aver raccontato così bene la storia del ristorante dei miei genitori. Leggendo l’articolo mi sono tornati in mente tanti episodi simpatici, uno su tutti fu la prima telefonata del Conte Nuvoletti. Quando mia madre alzò il telefono e dall’altro capo sentì dire ” Buon giorno sono Il Conte Nuvoletti” rispose ” e mè la Regina Elisabetta..al deggà pur…”. Immagina le risate quando lo raccontava.
    Colgo l’occasione ricordare una persona speciale, la signora Anna Longhi, con mia madre e Gianni Morandi nella foto di apertura. E’ stata tanti anni in cucina ed è rimasta con noi fino alla cessione del ristorante, poi è mancata tragicamente.
    Grazie ancora.
    Alessandro

Lascia un commento


Il tuo commento sarà pubblicato al più presto una volta sottoposto a moderazione. I campi contrassegnati con * sono obbligatori.