E’ la più conosciuta applicazione di messaggistica, ormai presente su tantissimi cellulari e utilizzata ogni giorno per scambiare saluti, auguri e fotografie. Ma qualcuno ha deciso di farne un potente strumento per combattere i furti in paese. A Medicina di Bologna i cittadini si sono iscritti a gruppi comuni su WhatsApp per comunicare fra loro in tempo reale sulla presenza di potenziali malintenzionati. E i risultati sono stati sbalorditivi. E’ ora di provare anche a Budrio.
L’ESPERIENZA MEDICINESE CONTRO I FURTI PARTE DA WHATSAPP
Sono ormai sempre più frequenti e al vallo della cronaca quotidiana gli episodi di illeciti nel nostro paese ai danni dei cittadini. Ladri che si intrufolano nelle case, automobili danneggiate, furti negli esercizi commerciali e persino nei cimiteri. L’amministrazione comunale insieme a Carabinieri e Polizia avevano, lo scorso anno, fatto partire una serie di incontri sul territorio, per informare i budriesi sulle misure e i comportamenti da adottare per prevenire queste situazioni. Lo scorso aprile lo stesso sindaco di Budrio aveva anche proposto di istituire le ronde (chiamate “assistenti civici volontari”) per pattugliare il territorio, ma non sono state mai organizzate. L’esperienza medicinese è stata decisamente più efficace, e ha portato a una drastica riduzione dei furti su tutto paese: grazie a WhatsApp i cittadini si sono iscritti a gruppi in modo da poter comunicare fra loro potenziali comportamenti illeciti. Hanno diviso il territorio in 16 gruppi e ad ognuno è stato assegnato un referente che si tiene in contatto con le forze dell’ordine. In questo modo, quando un cittadino nota qualcuno di sospetto aggirarsi sotto casa, o è vittima di un tentativo di furto, può immediatamente mettere sull’allerta tutti gli altri.
I CITTADINI DIVENTANO I PRIMI SEGNALATORI DI POTENZIALI ILLECITI
I Carabinieri – lo dicono anche loro – non possono essere ovunque in qualsiasi momento. E’ ovvio che l’occhio più vigile resta quello del cittadino ed è per questo che il punto di forza di WhatsApp è proprio quello di mettere nelle mani di ognuno di loro uno strumento facile e veloce per comunicare. “In questo modo – spiega Alessandro Collina, uno dei coordinatori – i cittadini segnalano episodi sospetti sotto casa e quando i malintenzionati vedono arrivare la volante dei carabinieri è sicuro che in quella zona non metteranno più piede, perché si sentiranno controllati”. Un effetto “domino” che pian piano ha portato i ladri ad allontanarsi dal paese. “Segnalare prima ai Carabinieri e poi nel gruppo – dice Collina – è la prima cosa che diciamo nelle riunioni. Si sa che i malintenzionati commettono più di un furto a notte e informare subito i propri vicini dell’accaduto permette a tutti di tenere gli occhi ben aperti. Il nostro compito – precisa – è solo quello di segnalare allo scopo di prevenire. Sono e restano le forze dell’ordine titolate ad agire per eventuali verifiche”.
REGOLE FERREE: NEI GRUPPI SOLO SEGNALAZIONI E FUORI LA POLITICA DALL’ORGANIZZAZIONE
Vista l’enorme diffusione degli smartphone e la sempre più vasta alfabetizzazione informatica dei cittadini sarebbe interessante attivare un controllo del genere anche a Budrio. Come è stato fatto a Medicina, però, servono regole ferree per la gestione dei gruppi. “E’ possibile utilizzarli solo per segnalare episodi sospetti – ci racconta Collina – ed è assolutamente vietato rispondere ai messaggi con discussioni che potrebbero far diventare il gruppo un confronto di opinioni. Durante le riunioni con i cittadini li informiamo sul metodo più efficace per fare le segnalazioni e sulle indicazioni che devono dare, le più precise possibili. Inoltre – ci dice ancora – i partiti politici devono rimanere fuori dall’organizzazione di questi gruppi di vicinato, perché il loro contributo potrebbe vanificare il tentativo di far aderire la più vasta fetta della popolazione”.