Amide e Mauro Naldi, e la loro bottega di biciclette a Budrio

19 gennaio, 2017

magobici2Tra pedali, selle, telai, ruote, motori, carburatori e marmitte, con in mano qualche liquido lubrificante, è trascorsa la storia di Amide e Mauro Naldi, proprietari della bottega di riparazioni di cicli, motocicli e vendita biciclette di piazza Matteotti. Quanti aneddoti sono legati all’officina, vero luogo di ritrovo per generazioni di budriesi, che in compagnia del Mago delle biciclette hanno passato pomeriggi indimenticabili. Oggi, a distanza più di 12 anni, la nostalgia di Mauro Naldi è ancora viva, però viene mitigata dalla passione per il canto e per la Corale Bellini, di cui fa parte da quasi 50 anni.

CICLI E MOTO
Le botteghe storiche portano con sé aneddoti, vicende e fotogrammi che permettono di riappropriarsi degli usi, costumi e degli avvenimenti che hanno tenuto a battesimo delle vere evoluzioni sociali, oggi ormai acquisite, ma di cui si dimenticano spesso le origini. Non sfugge a queste riflessioni la bottega della famiglia Naldi, che per oltre mezzo secolo – accanto alla farmacia Gnudi – ha accompagnato, da piazza Matteotti, la storia budriese.
L’attività dei Naldi, prima gestita da Amide e poi dal figlio Mauro, consisteva nella riparazione di cicli, motocicli, nella vendita e nel posteggio biciclette. Indimenticabili – anche se purtroppo non immortalate da fotografie – le enormi quantità di biciclette lasciate in deposito temporaneo dai budriesi e dagli abitanti delle frazioni. Quando c’era una fiera, una serata al Teatro Consorziale, oppure in occasione di Campanile Sera (1960) molte persone giungevano a Budrio in bicicletta (unico mezzo a disposizione) e, per non rischiare di subire un furto, la lasciavano in consegna ai Naldi, molto spesso a Vittorina Caprini, moglie di Amide. In un tempo lontano, ma non troppo, ad indicare il successo di un evento era la quantità di biciclette presenti al posteggio: centinaia di manubri, ruote e selle accostati perfettamente gli uni agli altri, formando una massa informe, ma molto affascinante.

NALDI TEMPO LIBERO
Tra catene, mozzi, pedivelle, tubolari, motori e carburatori trascorrevano le giornate di Amide e poi di Mauro Naldi. A fargli compagnia, in particolare al più giovane della famiglia, ci sono sempre stati numerosi amici e gli immancabili pensionati. Per conoscere le ultime notizie budriesi si andava nella bottega di piazza Matteotti dove, oltre ad un esperto meccanico, si potevano trovare persone informate e pronte ad informare. Durante la mattinata e nel primo pomeriggio passavano spesse alcuni Ragazzi del San Gaetano, desiderosi di dare una mano a Mauro, gentile e socievole. Attorno alle 17 arrivavano gli amici che, appena concluse le giornate lavorative, non vedevano l’ora di andare a chiacchierare. Sport, donne, raramente politica, e molte storie di vita budriese erano gli argomenti ricorrenti. Le discussioni si ripetevano quotidianamente, tanto che – un giorno – fece la sua comparsa un cartello adesivo (attaccato alla porta di ingresso) con scritto: «Naldi Tempo Libero». Il significato era chiaro, la bottega non svolgeva soltanto la sua attività ordinaria, ma ne svolgeva anche una straordinaria: quella fatta di scherzi, battute, liti e chiacchiere. A volte nel tardo pomeriggio passava qualcuno che chiedeva a Mauro come facesse a lavorare con quelle distrazioni e lui immancabilmente rispondeva: «lavoro con la testa e con le mani, la lingua può anche muoversi liberamente».

IL MAGO E LA PASSIONE PER IL MILAN
Dalla fine degli anni ’60 Mauro Naldi diventa il Mago. L’origine di questo soprannome, che resiste ancora oggi, è legata alle esibizioni di un certo mago Nardis, che venne a Budrio in alcune occasioni. Da quel momento gli amici, vista l’assonanza del nome, iniziarono a chiamare Mauro con il soprannome di Mago, associato poi in particolare alle biciclette.
Le discussioni calcistiche erano probabilmente le più frequenti: nella bottega del Mago si tifava Milan, odiando profondamente i tifosi juventini, che spesso si riunivano nella gelateria di fronte. Dalle due parti della strada volavano insulti e prese in giro. Tra i muri dell’officina di piazza Matteotti nacque (nel 1963) il Milan Club, la prima associazione budriese legata al tifo per una squadra di calcio. La sede era al piano superiore dell’edificio all’angolo tra la piazza e via Bianchi (dal lato opposto rispetto alla farmacia Gnudi), ma il luogo dove si discuteva più spesso era la bottega Naldi. Nel novembre 1965 a Budrio fu invitato Gianni Rivera, che in quel momento stava svolgendo il servizio militare a Bologna. Il fuoriclasse del Milan e della Nazionale venne senza riserve, passeggiando con i tifosi per le strade di Budrio e suscitando così l’incredulità e l’invidia di tutti gli appassionati.

LA LUNGA TRADIZIONE
Amide Naldi nasce nel 1912 a Selva Malvezzi e, dopo gli studi elementari, inizia a lavorare per la Cimatti Cicli e Moto a Bologna. Nell’azienda cittadina, il ragazzo matura una notevole esperienza nell’ambito della meccanica, diventando rapido e preciso. A metà degli anni ’30, Amide abbandona Bologna e accetta un’occupazione, come meccanico, nella bottega della famiglia Fini, posta accanto alla farmacia Gnudi, nell’allora piazza XXII ottobre (oggi piazza Matteotti). In quel momento l’attività è gestita da due donne: madre e figlia. Naldi si integra velocemente, mettendo in evidenza le proprie qualità di meccanico: biciclette e ciclomotori non hanno segreti. Alla fine degli anni ’30, Amide sposa la mezzolarese Vittorina Caprini e nel 1940 nasce Mauro, l’unico figlio. Durante la IIª Guerra Mondiale la famiglia rimane nella frazione budriese, riuscendo a superare il momento drammatico. Amide non smette di lavorare, anche se l’attività diventa sempre più complicata, in particolare nel periodo che coincide con l’occupazione nazista. Nel novembre 1945 i Naldi si trasferiscono a Budrio, in via Viazza. La situazione, seppure molto lentamente, sta tornando alla normalità e Amide torna in maniera stabile nella bottega di piazza Matteotti.

DI PADRE IN FIGLIO
La riparazione di biciclette, di ciclomotori, soprattutto mosquito e moto Guzzi, e altri piccoli lavoretti, propriamente definiti ciappini, occupano le giornate del meccanico, che nel 1955 decide di acquistare il locale, rilevando l’attività della famiglia Fini. Da qual momento diventa a tutti gli effetti la bottega Naldi, dove inizia a muovere i primi passi anche Mauro.
Padre e figlio collaborano fianco a fianco. Dagli anni ’60, Amide si occupa quasi esclusivamente del noleggio auto, offrendo un importante servizio di rimessa con autista, diventando presto il taxista più conosciuto di Budrio. In bottega rimane Mauro che, dopo anni di apprendistato, è ormai capace di far fronte alla varie esigenze dei clienti. Dal 1970 il più giovane della famiglia si dedica al lavoro di autista di uno degli scuolabus budriesi. Per 18 anni si sveglierà prima delle 5 di mattina, svolgendo ben due turni e impegnando anche la pausa pranzo. Gli impegni in officina si protraggono spesso fino a tardi.
Nel 1986, a seguito di un grave problema di salute, il padre passa la licenza al figlio, che dal 1988 torna ad occuparsi esclusivamente di meccanica. Alla fine del 2004 avviene la chiusura definitiva dell’attività: i battenti della bottega Naldi si chiudono per sempre, togliendo a molti budriesi uno storico punto di riferimento.

Leonardo Arrighi

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1 commento


  1. Ricordo Amide e Mauro con tanto affetto.

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