Una risposta alle chiusure e alle discriminazioni che sempre più pervadono il nostro mondo. È stato questo l’intento dell’iniziativa Budrio cammina per la pace, organizzata dal comitato Budrio per la pace e dal Comune di Budrio. La manifestazione si è svolta sabato pomeriggio e ha visto la partecipazione di oltre cinquecento cittadini. Un’iniziativa bella e importante, pensata e promossa da tutte le comunità religiose del territorio, anche in seguito alla 49^ Marcia nazionale per la pace che si è tenuta lo scorso 31 dicembre a Bologna e alla quale Budrio ha partecipato. Le foto del corteo di Sergio Cardin.
LA CAMMINATA LUNGO I LUOGHI LAICI E RELIGIOSI DEL PAESE
La camminata, intensa e significativa, è partita alle ore 15 dal piazzale delle scuole elementari in via Giovanni XXIII, per poi passare da alcuni luoghi simbolici del paese, quali le Torri dell’Acqua, sede di culto della Chiesa Evangelica Battista, l’associazione islamica El Amal in via Saffi, la biblioteca, rappresentante la cultura laica, in via Garibaldi, e infine Sant’Agata, chiesa cattolica, in via Marconi. La camminata è terminata in piazza Filopanti, dove sono intervenuti i vari rappresentanti delle comunità budriesi.
Stefano, pastore della Chiesa Evangelica Battista di Budrio, ha ricordato di essere tutti “uniti da un desiderio comune, la pace”. Ha sottolineato quanto sia importante “creare una cultura del dialogo” e che “uno dei rischi da evitare” è che “per paura cambiamo il significato che diamo alle parole rispetto e tolleranza”. Punto di riferimento è John Newton, pastore evangelico di fine Settecento. “È proprio perché crediamo nell’amore e nella giustizia che ci insegna la Parola di Dio – ha inoltre ricordato Stefano – che non possiamo stare alla finestra, è proprio perché crediamo nella trasformazione del Vangelo, che il cambiamento deve partire da noi”.
Anche Youssuf, imam di Budrio, ha ribadito che “siamo qui per la pace, ci siamo riuniti per la pace”. Ha ricordato inoltre che “per i musulmani è importante la pace” e che “il Profeta raccomanda la pace dicendo: diffondete la pace tra di voi, diffondete la pace tra i popoli”. “Noi musulmani di Budrio – ha dichiarato l’imam – stendiamo le nostre mani verso di voi in segno di pace: insieme per la pace!”.
Donatella, del comitato “Budrio per la pace”, ha esordito dicendo che “la pace è un bisogno universale, che ci accomuna tutti, è un diritto di ciascun essere umano”. “Oggi abbiamo fatto una cosa semplice, abbiamo percorso insieme un cammino, ma questo semplice gesto è stata un’occasione di incontro”. Perché “la cultura di pace dimostra che sono più le cose che ci uniscono che quelle che ci dividono” e perché “la diversità non è una minaccia, ma una fonte di ricchezza e di bellezza”. “Affinché la cultura di pace non diventi sterile pacifismo – ha affermato Donatella – è importante non dimenticare mai due verità: le armi, la guerra e la violenza in nessuna forma possono essere strumenti di pace, e senza giustizia sociale non ci può essere vera pace”.
In rappresentanza della chiesa ortodossa è poi intervenuto Antony, che ha riaffermato quanto la pace sia “desiderata dal mondo intero, perché senza di essa non si può fare niente di costruttivo e maturo”. E citando l’apostolo Paolo, il profeta Davide e sant’Agostino ha ricordato che “la fonte della pace è il Signore” e che “qualsiasi altra pace che non viene da Lui non è vera pace”. E “quando gli uomini si dimenticano di questo, la pace diventa solo un concetto, una semplice parola senza contenuto”.
Don Gabriele ha invece ricordato quanto sia “necessario affrontare la grande malattia del nostro tempo, l’indifferenza”, che è “un virus che ci paralizza e ci rende passivi e insensibili”. “A questa terza guerra mondiale a pezzi (come dice Papa Francesco), possiamo rispondere con una pace fatta di piccoli pezzi, che costruiamo applicando la regola d’oro che ci insegna il Vangelo: quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro”. “Pace significa perdono, e accoglienza, disponibilità al dialogo, superamento delle chiusure, per costruire ponti e relazioni umili e rispettose – ha affermato il sacerdote, rappresentante della chiesa cattolica – pace vuol dire collaborazione, scambio vivo e concreto con l’altro, che costituisce un dono, una risorsa, un fratello con cui provare a costruire un mondo migliore”.
PIERINI: “BUDRIO SCEGLIE DI UNIRE LE FORZE PER UN OBIETTIVO PIU’ GRANDE”
Ultimo a intervenire è stato Giulio Pierini, Sindaco di Budrio, che dopo aver ricordato “i nostri amici che in questo periodo soffrono molto nel Centro Italia”, ha parlato del “coraggio che ci è voluto per pensare, proporre e organizzare una manifestazione del genere”. “In un’epoca in cui prevalgono le differenze, le divisioni, le paure, le chiusure, in un’epoca in cui si rischia di diventare insensibili e indifferenti al dolore, alle sofferenze, alla violenza, Budrio sceglie un’altra strada, quella del dialogo, del cammino comune – ha dichiarato Pierini – Budrio sceglie di unire le forze per un obiettivo più grande che riguarda questioni globali, che a volte sembrano lontane da noi, ma che in realtà partono da qui, dal nostro agire quotidiano”. “Perché una cultura di pace, di nonviolenza, si costruisce dal basso, dai territori, dalle persone, dalla vita di tutti i giorni, dalla risoluzione pacifica dei conflitti, anche nella nostra vita quotidiana – ha affermato il Sindaco – si costruisce da ciò che scegliamo di essere, per esempio come comunità accogliente: noi siamo un territorio che orgogliosamente dice sì all’accoglienza”. Il primo cittadino ha poi ricordato e mostrato come anche nello Statuto del Comune di Budrio ci siano i principi della pace, della solidarietà, dell’equità, della giustizia sociale.
Al termine i bambini hanno fatto volare in cielo i palloncini colorati, segno tangibile della comunità di pace che Budrio vuole costruire.
Michele Simone
La cultura “della pace” è un concetto vuoto con cui si riempiono la bocca politicanti , mestieranti , religiosi per vendere e speculare su qualche luogo comune preconfezionato. Il vero valore non è la pace ma la libertà declinata in mille modi. La pace in sé è un concetto vuoto : può esistere la pace di una dittatura Africana e una guerra per ottenere al libertà….Ci si mette a posto la coscienza con poco. Bravo il nostro sindaco , maestro nel mettersi sempre la medaglietta su ogni inconsistente iniziativa .
Infatti. Come fa a parlare di pace una persona che non ha alcuna considerazione delle forze politiche che rappresentano la metà della popolazione? E’ un esempio. Chi ama la pace veramente rispetta e difende i diritti degli altri e la libertà di tutti , “declinata in mille modi” come dice molto bene Amo Berlinguer.
come si vede caro “amoBerlinguer” che lei non ha partecipato alla marcia di sabato. D’altra parte scrivere al computer richiede così poca fatica.
Non ho partecipato naturalmente perché la ritengo , per le persone in buonafede , una scorciatoia per mettersi a posto la coscienza ( e questo modo per sentirsi a posto costa si poca fatica) .Molto più pragmaticamente : non servono nulla se non per smaltire qualche caloria . Per i politicanti e religiosi sono molto più severo : questi infatti cavalcano questo “buonismo” dilagante strumentalmente dimenticandosi di problemi be più concreti ( vogliamo parlare delle migliaia di cause di pedofilia che coinvolgono la chiesa o la corruzione politica che sta divorando il paese? ).Gli unici puri i bambini che spero capiscano , dotandosi nel tempo di senso critico , l’ottusità ed inutilità di queste manifestazioni.
dimenticavo : il concetto in sé di pace non ha senso se non declinato subordinatamente alla libertà .In sé non ha valenza ne positiva ne negativa : è un concetto astratto.
Al limite giustifico solo gli studenti : per saltare un giorno della nostra scuola concedo anche di utilizzare tali stratagemmi ….
Certo che questa sua considerazione Paola, che direi arrivare proprio dalla sponda PD, di fronte all’argomentazione di AmoBerlinguer, è veramente vuota. Faccia uno sforzo, rilegga quanto ha scritto AmoBerlinguer…
……”mi piace”……contento Giulio?
Siete talmente ripetitivi che ormai siete più scontati dei post di Pierini comunque. Contenti voi
Sono Giampaolo Barbieri, coordinatore di Budrio per la Pace e scrivo per ringraziare la redazione, l’autore del bel articolo Michele Simone e delle belle foto, Sergio Cardin sulla manifestazione “Budrio cammina per la Pace”. Una piccola precisazione, Budrio per la Pace non è un comitato bensì un’associazione, laica, che ha svolto funzioni di coordinamento accogliendo sotto il proprio logo le varie realtà cittadine che hanno partecipato all’organizzazione dell’evento. È stata un’operazione molto impegnativa per tutti coloro che vi hanno lavorato ma, altrettanto appagante ma, soprattutto, si sono gettate le basi di una possibile futura collaborazione attiva fra le diverse confessioni religiose e la società civile del territorio su temi altrettanto importanti. L’alta partecipazione dei cittadini ha dimostrato che in fondo avevamo ragione nel promuovere l’avvenimento.
Entusiasmante “l’evento per la pace” che si è concluso sabato in piazza Filopanti. E’ stata una manifestazione riuscita, partecipata, piena di colori con vecchi e nuovi budriesi di tutte le età. Nell’affollato corteo svoltosi per le vie di Budrio, la gioia della diversità era di casa, e meno male! Vedere esponenti di religioni diverse che si incontrano e mettono al primo piano la pace, non è così scontato, come qualcuno pensa, “stando alla finestra a filosofare”. E’ stato bello ascoltare gli oratori di tolleranza, accettazione del diverso, accoglienza, costruire ponti e disponibilità al dialogo. Con il sopravvento dei seminatori di odio che in Italia e nel mondo si vanno sempre più diffondendo, ben vengano dieci, cento, mille di questi eventi; magari, non penetreranno la corazza degli indifferenti, di certo diffonderanno motivi di riflessione sul come si può vivere pacificamente.
Quanto manca Oriana Fallaci.
Peace and Love allora , e tutti ad ascoltare gli oratori della pace.
Il mondo grazie a loro cambierà.
Manifestazione encomiabile ma assolutamente finalizzata sl consenso elettorale. A che serve? Tutte chiacchiere e distintivo ( del PD). Basta con queste retoriche inutili e mobilitiamoci per i veri problemi del nostro paesello . ( Ospedale? Guardia medica? Strade da terzo mondo) . Poi ognuno per la pace può manifestare per conto suo. Questo è solo fumo negli occhi.
Faccio parte di Budrio per la Pace, ho partecipato attivamente alla realizzazione della camminata per la Pace. Ringrazio Michele Simone per l’articolo che racconta di quell’evento, e BudrioNext che gli ha dato spazio sul suo sito.
Ho letto alcuni severi giudizi sulla manifestazione. E certamente parlare di pace ed impegnarsi per una cultura di pace e convivenza pacifica tra la persone della stessa comunità locale, come è stato anche richiamato nel discorso in piazza, può trasformarsi facilmente in sterile pacifismo.
Siamo consapevoli di questo rischio, ma altrettanto sono convinto che è rischioso affermare che la “cultura di pace” è un concetto vuoto. Penso ad esempio a quanto successo in Sud Africa dove superamento delle ferite causate dall’apartheid è stato permesso da un processo fondato sul lavoro della Commissione per la verità e la riconciliazione.
E non vedo un nesso di contrapposizione tra il concetto di pace e il concetto di libertà.
E’ ben vero che è ben poca cosa la pace in un regime dittatoriale. Ma credo anche che tutti siamo consapevoli della difficoltà di esprimere la libertà in una condizione di guerra e conflitto armato.
E come ultima considerazione mi piace ricordare che la indiscussa importanza che riconosciamo al concetto di libertà, in altro periodo storico è stato legato ad altrettanto importanti concetti come fraternità ed uguaglianza. Credo che fosse una scelta molto saggia. La libertà se non è equilibrata dalla fratellanza e dall’uguaglianza forse fatica a fermarsi dove potrebbe nuocere al diritto altrui.
Saluti a tutti
Caro Giovanni , hai colto il significato del mio pensiero che ho espresso in toni un po’ perentori. Il rischio come hai ben colto è il dilagare di uno sterile pacifismo. Ricordiamoci bene che la resistenza partigiana usava la “violenza” per ottenere libertà . Quello che volevo sottolineare è proprio questo : il valore infinitamente più elevato della libertà che può essere raggiunta a volte con la violenza e a volte ( raramente) con la pace , che diventano quindi meri strumenti , mai il fine.