Budrio li accomuna. Come la passione per lo sport che li ha resi campioni. Il nuotatore 26enne Marco Orsi e il fantino 21enne Jonathan Rambaldi sono tornati, per un giorno, sui banchi di scuola, per raccontare ai ragazzi delle scuole medie cosa vuol dire crescere con un sogno nel cuore. Le foto di Sergio Cardin.
I CAMPIONI DI BUDRIO RITORNANO A SCUOLA
Jonathan ha dovuto andare a vivere lontano dalla famiglia. Marco rinunciare al tempo da trascorrere con gli amici. Ma i sacrifici sono valsi a farli diventare campioni nelle loro discipline, oltre a far comprendere loro cosa significa vincere una sfida con se stessi. Questa mattina hanno raccontato la loro storia dinnanzi a tanti curiosi studenti delle scuole medie di Budrio, riuscendo – grazie tra l’altro alla loro verve e alle più che buone capacità dialettiche – a trasmettere agli scolari la loro grande passione. Trentuno titoli italiani per Marco Orsi e 25 medaglie internazionali, oltre al prestigioso riconoscimento di vice campione mondiale sui 50 stile libero e a tanti altri premi. Per Jonathan due titoli mondiali di squadra nel TREC (acronimo di Tecniche di Ricognizione Equestre Competitive), oltre a un terzo posto singolo e altri titoli regionali. Riescono ad avere il tempo di allenarsi costantemente grazie al loro contratto di lavoro con la Polizia di Stato e l’Esercito. “Siamo stati senza dubbio fortunati” – hanno ammesso entrambi con umiltà, “ma ci siamo impegnati al massimo fin da giovani per perseguire i nostri obiettivi, senza dimenticare lo studio”. Entrambi, infatti, hanno costruito il loro talento su molte ore di allenamento, ogni giorno, tanto da dover rincorrere i compiti la sera, prima di andare a dormire, o la mattina presto, prima di andare a scuola. Ma, appunto, senza mai dimenticarli. “Quello che imparerete ora sui libri – dice Marco – vi servirà per il futuro”. “Senza dimenticare – ha aggiunto Jonathan – l’importanza dell’inglese. Vi servirà per conoscere nuove persone e fare esperienza in qualsiasi parte siate nel mondo”. Ci tengono a ricordarlo ai ragazzi, anche se le paternali da campioni arrivati non sono proprio il loro forte. Tutt’altro. Marco e Jonathan ascoltano le domande che fanno gli studenti con l’attenzione che avrebbero in una conferenza stampa di una seda olimpica. Riescono ad essere convincenti perché usano le stesse espressioni linguistiche degli studenti. Scherzano con loro, li invogliano a perseguire la loro strada senza preoccuparsi delle maldicenze. “Non permettete a nessuno – ha detto Jonathan – di dirvi che non siete capaci a fare qualcosa e dimostrate a voi stessi, prima ancora che a loro, che con i fatti potete farcela. La più grande soddisfazione sarà riuscirci”. “E se vi capita di subire una sconfitta – ha aggiunto Marco – sappiate che servirà a darvi ancora più coraggio e a farvi rialzare più forti”. E poi il ringraziamento di entrambi ai loro genitori, che alla fine – dice Jonathan – “saranno quelli che saranno sempre al fianco delle vostre scelte, per tutta la vita”.
Una bella ora di lezione. Meglio di tante passate sui libri.