Colpo grosso per il Comune di Budrio. Ieri la Presidenza del consiglio dei ministri ha dato definitivamente il via al finanziamento di 31 progetti della Città Metropolitana di Bologna, per favorire il rilancio delle periferie degradate delle grandi città. Fra questi è stato selezionato anche il piano della riqualificazione dell’area della stazione di Budrio e del magazzino sementi di via Zenzalino Sud, che otterrà ben 6 milioni di euro. Soldi che serviranno anche per realizzare collegamenti pedociclabili, rotonde e riqualificare il parco di via Cesare Battisti. Ecco il progetto nel dettaglio.
NUOVA VITA ALL’AREA DELLA STAZIONE CENTRALE
Sembrava non esserci più speranza per il futuro del magazzino sementi, abbandonato a se stesso da decenni. E invece ieri un finanziamento statale di 6 milioni di euro ha ridato linfa al progetto di recuperare l’antica struttura, sorta nel 1928 per la conservazione del grano. Ma non è l’unica riqualificazione che sarà effettuata con quel denaro. Il progetto del Comune di Budrio [vedi mappa dei lavori, sotto] prevede interventi su tutta l’area fronte e retro stazione, fra cui la riqualificazione del piazzale e delle aree verdi del parco di Via Cesare Battisti, l’estensione della pista pedociclabile di Via Gramsci fino alla ferrovia, la realizzazione delle rotonde di Via Gramsci/Via Cesare Battisti e di Via Edera/Via Cesare Battisti, la realizzazione – tanto auspicata – della pista ciclopedonale di Via Moro e la chiusura del passaggio a livello della strada. Insomma, un progetto denso di risanamenti che dovrebbero essere ultimati nell’arco di 2 anni.
Clicca sull’immagine per aprire la mappa dei lavori.
PIERINI: “NON SI ERANO MAI VISTI 6 MILIONI DI EURO TUTTI INSIEME”
Il sindaco Pierini, in un video postato sulla sua pagina Facebook [sotto], ha espresso soddisfazione per la notizia. “E’ un grande successo per il Comune di Budrio. Non si erano mai visti 6 milioni di euro tutti insieme, per un piccolo comune come il nostro. Con questo finanziamento abbiamo la certezza di poter restituire il magazzino sementi ai cittadini, e saranno loro a scegliere cosa ne sarà del suo futuro”. Di diverso avviso Maurizio Mazzanti (NOI per Budrio), che ha detto: “Sono sei milioni che arrivano grazie a un finanziamento del governo e non per la capacità dell’amministrazione. Aspettiamo di vedere il progetto, che non ci è ancora stato presentato, per capire quale sarà la destinazione d’uso del magazzino sementi e se finalmente si riuscirà a terminare la pista ciclabile fino a Cento. Per il resto mi sembra un intervento abbastanza inutile se si riduce a terminare la pista ciclabile di Via Gramsci o poco più”.
Il sindaco Giulio Pierini, dinnanzi al magazzino sementi, esprime la soddisfazione per il finanziamento ricevuto.
UN PO’ DI STORIA, ALL’ORIGINE DEI MAGAZZINI PER LE SEMENTI
La costruzione di magazzini del grano o silos granari affonda le proprie radici nella politica economica avviata dal regime fascista. Dal gennaio 1923 inizia un percorso di ridefinizione delle modalità di impiego delle terre coltivabili. La sbracciantizzazione – che mira ad eliminare il lavoro “a giornata”, avviando la stesura di contratti, volti ad incentivare le piccole proprietà dei braccianti, dei mezzadri, degli affittuari e dei coloni, protagonisti dello sviluppo dei piccoli e medi possedimenti – è il primo provvedimento, a cui si affiancano le numerose opere di bonifica integrale di ampi terreni. La successiva espropriazione dei grandi latifondi, poco utilizzati o mal gestiti, accresce ulteriormente la quantità di terre coltivabili.
Questi tre presupposti creano le condizioni per l’avvio (20 giugno 1925) della battaglia del grano: serie di provvedimenti politici tesi al conseguimento dell’autosufficienza produttiva di frumento a livello nazionale. L’aumento della produttività, dovuto in particolare alla maggior superficie coltivabile ed alle nuove tecniche agricole impiegate, porta con sé la necessità di creare le condizioni ideali per conservare il grano in maniera adeguata. Da questa impellenza nasce l’idea di costruire dei silos e dei magazzini per l’ammasso del frumento: le prime strutture sono edificate nel 1928 (tra queste anche quella budriese) con intenzioni apparentemente nobili. La volontà di favorire la vendita delle merci per conto dei contadini sembra la priorità. Nei primi anni la consegna del grano, da parte dei produttori, è discrezionale e la quantità di prodotto depositato risulta scarsa.
L’orientamento politico fascista muta e svela un volto fortemente repressivo ed ostile rispetto alla libertà di iniziativa. Nel 1934 viene emanata una legge che, per la prima volta, sancisce la creazione di enti ammassatori ed impone ai mulini l’utilizzo di una percentuale di grano nazionale (proveniente dagli ammassi collettivi) nella macinazione. Un norma del 1935 stabilisce la nascita di commissioni provinciali (sotto il controllo del Ministero dell’Agricoltura) a cui è assegnato il compito di amministrare l’attività svolta dagli enti ammassatori. Nel 1936 è emanata una legge che impone la consegna del grano da parte degli agricoltori. Dal 15 giugno dello stesso anno il frumento nazionale, delle colonie e di importazione deve essere conferito agli ammassi per la vendita collettiva, sottoposta al controllo diretto dello Stato. Dall’obbligo di consegna sono escluse soltanto le quantità di grano (stabilite senza tener conto delle reali esigenze del coltivatore) necessarie al fabbisogno dell’agricoltore e dei propri dipendenti.
IL MAGAZZINO DI BUDRIO
Il magazzino sementi di Budrio viene costruito nel 1928 dal signor Bindo per la Società Anonima Cooperativa di Bologna (istituzione nata su iniziativa della Cassa di Risparmio). Il silos granario budriese (visitato da Benito Mussolini il 25 ottobre 1936) nasce per la conservazione ottimale del grano, che deve essere mantenuto in un ambiente con scarsa umidità ed una temperatura sempre sotto controllo. L’edificio è progettato per adottare un metodo di conservazione definito a cumuli a grande altezza, che permette una semplice ispezione del grano, prelevato a varie altezze attraverso delle apposite sonde. Il silos deve essere asciutto, ben areato e provvisto di macchinari per rimuovere le varie parti di grano.
L’esempio budriese è contraddistinto da uno spazio modulare a singoli compartimenti verticali, articolati sulla maglia tridimensionale di travi e pilastri in cemento armato con un interasse compreso tra i 3,5 e i 5 metri, visionabili dall’alto grazie ad apposite passerelle, che consentono di accedere ai vari comparti, anche con dei macchinari riservati alla molteplici funzioni legate al mantenimento del grano. Il magazzino sementi di Budrio smette di essere utilizzato nel corso degli anni ’50 e poi, dopo essere stato un deposito di mobili e oggetti di diverse tipologie, viene abbandonato. Oggi a causa del solaio compromesso e del costante allagamento del piano interrato l’edificio non è agibile.
….si certo, il sindaco Pierini (e spero ex-sindaco in futuro) e tutto il suo entourage è già sul piede di guerra per la campagna elettorale, spinta (come si può ben vedere) dalla provincia, regione e stato (lo stesso gruppo politico si da una mano per mantenere un controllo capillare)….
…..d’altra parte ammetto che pur essendo contento di questa “sovvenzione”, nn vorrei che tutto si riduca come la trasversale di pianura nn ancora ultimata dopo anni o come l’ospedale ampliato e potenziato e poi lasciato allo “stato brado”….
….si dice “ai posteri l’ardua sentenza”…..ma ai presenti dico: usate la ragione….
Una buona notizia. Non voglio raffreddare gli entusiasmi, ma vorrei rammentare alcune cose. I finanziamenti statali arriveranno per stati di avanzamento : un 20% all’approvazione dei progetti esecutivi definitivi e dopo l’ottenimento di tutte le autorizzazioni e dei nulla osta delle autorità competenti, un 30% ad avvenuta esecuzione del 40% dei lavori, un 30% ad avvenuta esecuzione del 70% dei lavori, un 15% a lavori ultimati e un 5% a collaudo finale eseguito. Poi : la convenzione prevede tutta una serie di casi nei quali il finanziamento potrebbe essere revocato : gravi inadempimenti, ritardi superiori ai 30 giorni rispetto al cronoprogramma di realizzazione, mancato ottenimento di autorizzazioni o nulla osta, omessa presentazione nei termini previsti di vari tipi di documentazione, utilizzo dei finanziamenti non coerenti con le finalità del progetto ammesso, e altro ancora. Arrivo alla conclusione : visto come andò a finire con la gestione di tutta la partita dell’area produttiva e commerciale di Cento, preferirei che nel prossimo futuro a portare avanti la realizzazione di questo progetto sia un sindaco diverso da quello in carica, possibilmente più scrupoloso.
Mi permetto una precisazione: negli anni settanta c’era ancora l’ammasso del grano.
Alé arrivano anche le sovvenzioni per la viabilità!! Da Budrio si arriverà a Cento comodi, veloci e sicuri…. per lavorare alla Pizzoli o… a far spese nel nuovo centro commerciale della zona ex antenne Rai…. o no?
Ironia a parte, resta la residua soddisfazione per il Magazzino Sementi, spero che venga fatto un buon recupero prima che crolli. Sfrattiamo le pantegane.
Per me il simbolo di questa moritura amministrazione è la rotonda di plastica di via Edera . Il monumento al nulla assoluto.
PER PIERINI SPERO CHE SIA IL CANTO DEL CIGNO. (POLITICAMENTE PARLANDO)
Arrivano 6 Milioni di € a Budrio da parte del governo ed è una bella somma, ma devono essere usati con giudizio.
Dal progetto viene citato:
la riqualificazione del piazzale e delle aree verdi del parco di Via Cesare Battisti,
l’estensione della pista pedociclabile di Via Gramsci fino alla ferrovia,
la realizzazione delle rotonde di Via Gramsci/Via Cesare Battisti e di Via Edera/Via Cesare Battisti,
la realizzazione – tanto auspicata – della pista ciclopedonale di Via Moro e la chiusura del passaggio a livello della strada, che da un lato può andare bene ma dall’altro quelli che abitano in via del Moro e devono andare verso Fiesso non ci andranno più perché dovranno fare il giro del mondo.
Però sono dubbioso sul riqualificare l’Ex Magazzino delle sementi, che di progetto su cosa farne non c’è.
Quindi riqualificare qualcosa, di cui non si sa bene cosa verrà realizzato all’interno a me sembra assurdo, secondo me sono soldi buttati.
Con quei soldi per esempio si possono realizzare molti collegamenti Pedociclabili anche nelle frazioni che ad oggi sono molto inesistenti.(Esempio da Budrio alla Zona Industriale, Da Budrio al Centro Inail, Budrio Castenaso, ecc….)
Oppure abbattimento delle barriere architettoniche, le strade, viali…eccc..
Perché mi sta bene se si riqualifica l’Ex Magazzino delle sementi però si deve sapere cosa farci se nò non serve a nulla.
Io comunque in un palazzone del genere ci vedo solo un bel cinema, che può prenderlo in gestione Cinema Mandrioli che ha già in gestione il Cinema a Cà De Fabbri sia quello di Castenaso.
Oppure realizzarci un centro di aggregazione giovanile, però da come è la struttura non è molto spaziosa di aperture, un archivio come era in procinto di fare 15 anni fà, comunque rimango dubbioso.
Matteo Ferraro ha espresso alcune criticità che sono anche mie. Infatti, pur apprezzando sommariamente il progetto nel suo insieme vi sono per me tre punti da sciogliere prima di spendere i soldi pubblici:
1) chiusura di via Moro: certo questo toglierebbe un’intersezione strada-ferrovia (quindi aumento sicurezza), ma chi abita nel quartiere adiacente avrebbe come unica alternativa stradale quella di immettersi sulla Zenzalino, aumentando la fila che si forma a fianco dell’ex magazzino sementi. E’ un problema su cui riflettere prima di prendere una decisione
2) la pista ciclabile di via Gramsci ha dato alcuni effetti negativi riguardo incidenti (cadute a terra) di anziani (che prima in quel punto non accadevano così di frequente) e alla cervelloticità dei percorsi che le auto devono compiere. Prolungare la pista fino all’incrocio di fronte alla stazione non peggiorerà la complicata viabilità?
3) è vero, prima di iniziare tutto bisogna aver ben chiaro quale uso si vuole fare del manufatto da recuperare poichè diversi sarebbero gli interventi da compiere dentro la struttura dell’ex granaio. L’idea di un cinema, magari multisala, non è brutta, ma in questo campo le difficoltà sono enormi. Matteo Ferraro ipotizza una gestione di un ipotetico cinema così come avviene a Castenaso: ebbene, a Castenaso la gestione da alcuni anni la fa direttamente il comune, poichè chi avrebbe dovuto farlo perchè proprietario aveva sostanzialmente pensato di dismetterlo stante il “guadagno” che ne derivava. Purtroppo il cinema al giorno d’oggi potrebbe non essere un investimento sicuro, anche se l’idea in sè è bella
Ma non ci avevano raccontato, quando misero i bidoni di plastica, che la cosa era provvisoria e la rotonda l’avrebbero fatta a proprie spese i costruttori cui era stata data licenza a due passi?
Ricordo male o penso male?
Accidenti quanti progetti! Peccato non ce ne sia nessuno per le frazioni. Se non sbaglio.
Cittadini figli di un dio minore.
Ricordarsene alle elezioni. Hanno usato il territorio delle frazioni per le porcate delle biomasse. Almeno facessero qualcosa per compensare.
Oh, finalmente stamani sono comparsi i cartelloni che inneggiano ai 6 milioni di euro con firma Pierini sindaco.
Sei prevedibile.
Cosa rende “degradata” la periferia di una città?
La sua distanza dal centro.
Qualsiasi testo di urbanistica, di organizzazione del territorio, di geografia o di sociologia indica che il più utile, tra gli strumenti per avvicinare una periferia al centro (e per renderla quindi più viva e meno “degradata”), è una buona rete di mezzi di trasporto pubblici: frequenti, possibilmente puntuali, abbastanza economici e soprattutto attivi anche in orari serali. Questo è il modo più efficace per trasformare quelli che vengono definiti “quartieri dormitorio” in parti attive e vitali di una città.
Ora, perchè non destinare una parte di questi 6 milioni ad un prestito a Tper perchè installi finalmente il Sistema di Controllo Marcia Treno (SCMT) sulla Bologna-Portomaggiore?
Perchè pensare sempre al ribasso? Budrio potrebbe essere il più bello dei quartieri della città metropolitana di Bologna, con gente che, la sera, dopo una passeggiata in via dell’Indipendenza, prende il treno per venire a mangiare un gelato qui, a vedere una mostra o ad assistere ad uno spettacolo teatrale. Forse questo è anche l’unico modo per rilanciare l’economia di questo paese. E’ così triste vedere le attività commerciali che chiudono, lasciando uno dei centri più belli della zona deserto e vuoto.
La ferrovia la voleva fare Cazzola, ma l’allora sindaco di Budrio rispose “Niet” e non se ne fece niet!