E’ stata la prima donna a essere eletta al Senato. Partigiana e antifascista, membro dell’Assemblea Costituente, si è distinta in parlamento per le leggi a difesa dei diritti civili. Sarà intitolato a lei, Lina Merlin, il Parco di Via Caduti di Cafalonia, in un evento pubblico domenica 12 marzo, alle ore 11. L’iniziativa, voluta dalla Consulta delle Donne, è realizzata nell’ambito del progetto educativo conCittadini.
LINA MERLIN, DALLA LOTTA AL FASCISMO ALLE LEGGI PER I DIRITTI CIVILI
Lina Merlin (all’anagrafe Angelina) è stata una delle madri della nostra Costituzione e di molte altre leggi tese alla creazione dell’uguaglianza sociale. Lina Merlin (1887-1979), iscritta al Partito Socialista Italiano dal 1919, non si è mai sottratta alla fedeltà alle proprie idee. Nel 1925, anno del definitivo consolidamento del potere da parte del regime fascista, viene arrestata cinque volte e nel 1926 è licenziata a causa del mancato giuramento. Poco tempo dopo verrà condannata a cinque anni di confino, che non ne scalfiscono la combattività. Durante la IIª Guerra Mondiale partecipa attivamente ad azioni partigiane, subendo anche la cattura da parte dei nazisti, a cui riuscirà a sfuggire con uno stratagemma. Nella sua casa milanese, Lina (Angelina) ospita i protagonisti dell’insurrezione. Il 27 aprile 1945 il CLNAI (Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia) le assegna l’incarico di Commissario per l’Istruzione di tutta la Lombardia. Il 2 giugno 1946 la Merlin è eletta tra i membri dell’Assemblea Costituente. L’uguaglianza di tutti i cittadini senza distinzioni di sesso rappresenta una delle prime battaglie condotte in Parlamento da Lina, che verrà eletta più volte come Deputata e come Senatrice.
Il nome della Merlin è associato alla Legge relativa all’abolizione della prostituzione legalizzata (20 febbraio 1958, legge n.75), ma accanto a questo risultato se ne pongono molti altri: l’equiparazione dei figli naturali ai figli legittimi in ambito fiscale; la legge sulle adozioni volta ad eliminare la disparità tra figli adottivi e figli propri; la definitiva soppressione della “clausola di nubilato” nei contratti di lavoro, che imponeva il licenziamento alle lavoratrici che si sposavano.
Mi dissocio da tanto entusiasmo. E’ per merito suo che le strade sono diventate un grande puttanaio (si può dire?) e le prostitute sono oggetto di schiavitù molto peggio di quando lavoravano nelle “case”. Almeno avevano controllo medico ed un minimo di igiene.
Eliminare il più antico mestiere del mondo è impossibile, tanto vale tenerlo sotto controllo.
Che dire….. concordo pienamente!
Mi dissocio anch’io da tanto entusiasmo. Con la (brutta) aria che tira a Budrio e in Emilia in generale l’importante è che un personaggio sia stato “partigiano e antifascista” . Tutto il resto passa n secondo piano. Ricordatevene quando sarete nella cabina elettorale.