Uscire dal borgo, uscire dal paese, proiettare la propria scuola in una realtà mediatica con la curiosità e l’interesse di scoprire come essa è, o come si crede che essa sia e la voglia di mettersi in gioco. Queste alcune delle motivazioni che hanno spinto il G. Bruno di Budrio ad accettare l’invito ricevuto da RAI3 per partecipare a due puntate del programma Quante Storie in onda dal lunedì al venerdì alle 12.45.
Il 13 marzo, cinquanta tra i liceali del Giordano Bruno si recheranno a Roma, presso gli studi della Rai, per partecipare al programma Quante storie, condotto da Corrado Augias (foto), titano del giornalismo televisivo.
Ospite della puntata in diretta il giornalista Peter Gomez cofondatore de il Fatto Quotidiano, di cui dirige la versione on line. Tema della puntata la cronaca giudiziaria e il giornalismo investigativo.
Una seconda puntata, che verrà registrata sempre il 13 marzo, ma andrà in onda nei mesi successivi, vedrà come ospiti due storici di grande rilievo: Alessandro Portelli storico, critico musicale ed anglista italiano, attualmente professore ordinario di letteratura anglo-americana all’Università La Sapienza di Roma e Guido Crainz, docente di storia contemporanea nella Facoltà di Scienze della comunicazione dell’Università di Teramo.
I temi discussi in trasmissione, il confronto con storici e giornalisti di grande spessore culturale e intellettuale, la conoscenza diretta, dall’interno, del mezzo televisivo in una trasmissione di grande rilievo orientata all’arricchimento culturale non potranno che concorrere alla costruzione di un pensiero critico di cui oggi, soprattutto nelle nuove generazioni, si avverte sempre più la necessità.
L’adrenalina è alta al G. Bruno, ma i ragazzi “GB” hanno accettato la sfida per se stessi e per la scuola in cui credono, in cui crescono, si formano ed amano come una seconda famiglia e per la quale sempre hanno lottato perché non fosse considerata una “scuola di provincia”.
Forse sarà la purezza e la semplicità del cuore di provincia, un cuore di studenti di un piccolo paese che pulsa come una grande metropoli, forse la voglia di giocare una partita indimenticabile, forse il desiderio di essere protagonisti davanti a un grande pubblico, forse soltanto perché “Forse è la parola più bella del vocabolario italiano, perché apre delle possibilità. Perché non cerca la fine, ma va verso l’infinito”.
ci sarà anche mia figlia, e vai!
Gli è andata da Dio ai nostri ragazzi,, c’era uno dei pochissimi giornalisti italiani con la “G” maiuscola in trasmissione!!!
Penoso che mamma Rai abbia fatto pagare il pasto alla mensa!!!!!!!!!!
E noi paghiamo pure il canone……………..
12 euro il costo. Non dico altro
Non è stata una bella esperienza, tutt’altro.
L’unica cosa positiva è che hanno imparato quanto quel mondo sia costruito pezzettino per pezzettino esclusivamente per farci restare incollati dall’altra parte dello schermo, nonostante Augias si ponga come divulgatore.
Da Augias mi aspettavo almeno un ringraziamento, un sorriso, un incoraggiamento a studiare o qualcosa di simile almeno…
Che delusione 🙁