Di nuovo pronti ad accogliere. La giunta comunale di Budrio, lo scorso 13 marzo, ha approvato una delibera con la quale impegna il Comune a collaborare attivamente in percorsi di accoglienza, tutela e integrazione a favore di richiedenti asilo. Questo non vuol dire che sul territorio arriveranno sicuramente nuovi migranti, ma che il Comune si rende disponibile a accoglierli in futuro in progetti coordinati con la Città Metropolitana, il Comune di Bologna e l’ASP Bologna, dopo le esperienze attivate a Mezzolara (15 richiedenti asilo), a Vedrana (30 richiedenti minori), e quella terminata nel capoluogo di Budrio (12 richiedenti).
Con la delibera approvata il Comune di Budrio si impegna – in caso di accoglimento ministeriale del Progetto e di concessione di finanziamento – a collaborare attivamente per i percorsi di accoglienza, tutela e integrazione SPRAR che saranno attivati a favore di beneficiari, richiedenti e titolari di protezione internazionale, nonché ai titolari di permesso umanitario.
Il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati – detto SPRAR – è costituito dalla rete degli enti locali italiani che – per la realizzazione di progetti di accoglienza integrata – accedono, nei limiti delle risorse disponibili, al Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo.
Nel 2001 il Ministero dell’Interno – Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione, l’Associazione nazionale dei comuni italiani (ANCI) e l’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati (UNHCR) siglarono un protocollo d’intesa per la realizzazione di un “Programma nazionale asilo”. Nasceva così il primo sistema pubblico per l’accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati, diffuso su tutto il territorio italiano. La legge n. 189/2002 ha successivamente istituzionalizzato queste misure di accoglienza, prevedendo la costituzione del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR). Attraverso la stessa legge, è stato istituito il Servizio centrale di informazione, promozione, consulenza, monitoraggio e supporto tecnico, con la funzione di coordinamento dell’intero sistema.
Il progetto territoriale prevede una serie di azioni sinergiche coordinate da ASP Città di Bologna e realizzate insieme ai partner Arcolaio, Mondo Donna, Lai-momo e Camelot.
GIULIO PIERINI “INTERVISTATO” DAI RICHIEDENTI ASILO DI MEZZOLARA
Nelle scorse settimane il sindaco Giulio Pierini ha incontrato i richiedenti asilo ospitati a Mezzolara di Budrio, in merito al progetto dal titolo Un personaggio al mese. L’iniziativa, promossa dalla cooperativa Lai-momo, ha l’obiettivo di far incontrare i 18 migranti con personaggi rappresentativi della comunità locale. I ragazzi hanno potuto così “intervistare” il sindaco con una serie di domande relative all’accoglienza nel territorio. Sotto, il video dell’incontro realizzato dalla Cooperativa.
A pensar male si fa peccato, ma a volte ci si prende diceva un tale.
Non è che per caso questa delibera sia collegata all’erogazione statale dei 6 miioni di euro per la risistemazione dell’area ex sementi?
I latini dicevano do ut des, non è che è successo anche stavolta?
Questo provvedimento del Comune ha una sua genesi , che forse vale la pena riepilogare. A inizio febbraio la Prefettura pubblicò un bando per l’accoglienza di 2.375 richiedenti asilo, ed in tale bando andava a stabilire la quantità, Comune per Comune, di extracomunitari da accogliere. Pochi giorni dopo arrivò la levata di scudi dell’assessore Rizzo Nervo, che imputava alla Prefettura il mancato rispetto degli accordi in essere tra Anci e Viminale, che prevedevano il passaggio dai centri di accoglienza straordinari ad un sistema non emergenziale ( il progetto Sprar). La risposta della Prefettura fu lapidaria : il bando fu fatto perché i tempi per una ripartizione concordata tra i Comuni erano ancora indefiniti e vaghi. Tuttavia, la Prefettura si dichiarò disponibile a “congelare” il bando, dicendo che lo avrebbe revocato laddove fosse stato attuato il piano metropolitano, a quel momento inesistente. Ecco allora che si è messa in moto la “macchina” dei Comuni, che ambiscono a prendere in mano la situazione attraverso il progetto Sprar metropolitano. In teoria, l’adesione a tale progetto dovrebbe portare ai Comuni che aderiranno incentivi economici (poca roba) e la pseudo-garanzia del rispetto di un criterio di proporzionalità che vede l’assegnazione di 2,5 richiedenti asilo ogni 1.000 abitanti. Qui arriviamo al primo punctum dolens della vicenda : quanti Comuni aderiranno al progetto, e quanti invece non ne vorranno far parte ? Prendiamo la “posizione” di Budrio : il bando della Prefettura prevedeva l’arrivo nel nostro Comune di ulteriori 22 richiedenti asilo. Teoricamente, l’applicazione delle indicazioni del progetto Sprar circa la proporzionalità delle accoglienze dovrebbe vedere Budrio esclusa da ulteriori presenze, in quanto il rapporto di 2,5 richiedenti asilo ogni 1.000 abitanti è già stato raggiunto con le 45 presenze già raggiunte (30 a Vedrana e 15 a Mezzolara). Quello che però accadrà nei fatti è tutto da vedere. Per chi, come il sottoscritto, non gradisce la presenza di richiedenti asilo sul territorio , la “mossa” del sindaco di aderire al progetto Sprar potrà risultare positiva solo allorquando la vicenda finirà col portare a Budrio un numero di richiedenti asilo inferiore a quei 22 che ci aveva attribuito “d’ufficio” la Prefettura. Se, viceversa, impegnare il nostro Comune nel progetto Sprar condurrà a Budrio un numero uguale o maggiore di richiedenti asilo, allora questa “mossa” si rivelerà (dal mio punto di vista) fallimentare. Infine, una riflessione di carattere più generale : non vorrei che questo protagonismo, da parte dei Comuni a guida piddina, di gestire, organizzare e smistare i richiedenti asilo potesse derivare dalla volontà di agevolare oltremisura le solite grandi cooperative di accoglienza. Cerco di spiegarmi con un esempio: il bando della Prefettura prevedeva l’accoglienza di 22 migranti a Budrio, 43 a Castenaso, 32 a Granarolo, 29 a Minerbio, 23 a Baricella, 29 a Malalbergo e 52 a Molinella. Questo avrebbe significato, per le cooperative che avessero voluto partecipare al bando, la necessità di reperire locali adeguati in ciascun Comune e per il numero previsto di nuovi ospiti. E questo non è sempre facile da mettere in pratica, vuoi per l’assenza di spazi adeguati vuoi perché comunque certi numeri richiedono poi l’esistenza di strutture non sempre disponibili. Ecco allora che, per come la vedo io, “dribblare” i numeri imposti dalla Prefettura finirà col dare alle cooperative una sorta di vantaggio, perché se la cooperativa “X” troverà una struttura dove accogliere (per esempio) 100 persone, é facile immaginare che in quella struttura finiranno anche richiedenti asilo che inevece avrebbero dovuto essere distribuiti sul territorio in modo diverso. Dal mio punto di vista, la domanda “delle cento pistole” è : Budrio ha aderito al progetto Sprar bolognese per scongiurare l’arrivo di nuovi richiedenti asilo (visto che abbiamo già raggiunto la soglia dei 2,5 ogni 1.000 abitanti) oppure per agevolare la nascita di un nuovo centro di accoglienza, per il quale magari sono già pronti locali e annessa cooperativa affittuaria ?
In merito all’articolo apparso oggi sul blog Budrio Next “Budrio disponibile di nuovo ad accogliere”, dobbiamo rilevare ancora una volta una lettura distorta e parziale dell’attività dell’Amministrazione comunale. E’ quindi necessario specificare quanto segue, per dare ai lettori informazioni corrette e corrispondenti alla realtà.
La delibera approvata dalla giunta comunale lo scorso 13 marzo è in corso di approvazione anche negli altri comuni bolognesi, in quanto in Città Metropolitana si è ritenuto che il fenomeno vada affrontato con una visione d’insieme.
Per quanto riguarda Budrio, la delibera non significa affatto dare la disponibilità a accogliere nuovi migranti: Budrio accoglie già 3 migranti ogni 1000 abitanti, mentre altri comuni non hanno raggiunto questa quota che deriva dall’accordo Anci-Governo, anzi alcuni ne sono lontanissimi.
La delibera indica un percorso che riguarda i prossimi 3 anni in cui, oltre ad attivare nuovi centri Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) nei comuni che non stanno ancora accogliendo, si lavorerà per trasformare i CAS (Centri di accoglienza straordinaria di competenza prefettizia) in centri Sprar. L’obiettivo è dunque trasformare l’emergenza in un progetto stabile e duraturo di integrazione, in cui i protagonisti siano i comuni e i distretti socio-sociosanitari.
Al momento Budrio ospita un Cas a Mezzolara (con 18 migranti adulti) e un Hub a Vedrana (centro di accoglienza per 39 minori non accompagnati). Nessun nuovo arrivo quindi, come insinua il blog, ma la volontà di far parte del percorso metropolitano condiviso e di consolidare il lavoro svolto fino ad ora. Budrio, in questi anni, ha infatti risposto con responsabilità e solidarietà alle emergenze, ma ritiene che il suo compito sia ora quello di agevolare processi di integrazione, non di accogliere nuovi migranti. Di fronte a un fenomeno epocale che riguarda tutti e che certamente non si esaurirà nei prossimi mesi, la delibera ha l’obiettivo di diffondere questa disponibilità e questa responsabilità tra tutti i comuni della Città metropolitana.
Ma in Comune c’è un ufficio che lavora tutto il giorno per rispondere a chi scrive su internet? Non hanno di meglio da fare?
Evidentemente NO
Si, c’è. E’ Zarathuštra .
“L’obiettivo è dunque trasformare l’emergenza in un progetto stabile e duraturo di integrazione,”
Questo mi preoccupa. Perchè non capisco se sia un bene o un male…
E anche perchè messo insieme a quanto visto in un servizio delle Iene, dove è stato documentato che ci sono navi, anche della ns Guardia Costiera, che fanno sistematicamente la spola con la sponda africana… ecco, tutto dice che stiamo subendo un’invasione organizzata e non rispondendo ad un’emergenza…. un’emergenza deve cessare, e tutto sommato A BREVE. Un progetto stabile e duraturo d’integrazione (eh, Zarathuštra, ci ripassiamo le regolette di grammatica spicciola?) non può (e non deve) essere una risposta a qualcosa che si definisce EMERGENZA.