Don Bruno ci ha lasciati questa mattina. Se ne è andato dopo una lunghissima malattia il parroco che per quarant’anni ha guidato la Parrocchia di Mezzolara. Mercoledì 10 maggio, alle ore 20 si terrà la veglia di preghiera nella Chiesa di San Michele Arcangelo. Giovedì la chiusura del feretro alle ore 11.30, prima delle esequie celebrate a partire dalle 14.30 dall’Arcivescovo di Bologna Monsignor Zuppi. Dalla passione per la musica all’impegno per gestire la ristrutturazione della chiesa: ripubblichiamo la storia – curata da Leonardo Arrighi – del Parroco che sosteneva il valore della fede rinnovata quotidianamente.
DON BRUNO A MEZZOLARA
Il primo contatto con Mezzolara risale ad un giorno di novembre del 1976, quando don Bruno – appena trentaseienne – arriva in paese con una Fiat 500, suscitando subito la curiosità dei mezzolaresi. Inizia in quel momento un rapporto, che giunge ora al 40esimo compleanno. L’insediamento ufficiale coincide con la celebrazione della prima messa, avvenuta domenica 19 dicembre 1976. In quella occasione don Bruno si presenta alla comunità, tentando di instaurare immediatamente un sodalizio duraturo.
I primi tempi non sono affatto facili: il nuovo parroco deve fare i conti con alcune questioni lasciate in sospeso dal suo predecessore e con la necessità di imprimere un rinnovato slancio all’azione parrocchiale. Emerge rapidamente il senso pratico del sacerdote, che si dimostra capace di gestire l’avvio di una serie di lavori di ristrutturazione della chiesa mezzolarese. Il rispetto e la dignità architettonica del luogo sacro non saranno mai aspetti secondari in questi 40 anni, dedicati alla cura continua degli edifici. Sin dal 1977 inizia l’opera di restauro, che coinciderà – nei decenni successivi, in particolare a metà degli anni ’90 – con l’intenzione di rendere più accogliente la chiesa, dotata di moderni impianti elettrici e di riscaldamento, di un tetto ricostruito e di un campanile salvato da un possibile degrado.
Don Bruno organizza varie attività che rendono vivace l’oratorio, unico luogo di ritrovo pomeridiano – al suo arrivo – per i ragazzi. Nascono varie squadre sportive e soprattutto nasce un legame forte tra il sacerdote e le famiglie mezzolaresi, spesso destinatarie di garbati consigli. Mezzolara trova nel parroco una guida spirituale presente ed attenta alla realtà locale.
LA VOCAZIONE DEVE ESSERE RINNOVATA QUOTIDIANAMENTE
Quando don Bruno arriva nella chiesa di San Michele Arcangelo si accorge della mancanza di un organo di qualità. L’organo originale delle chiesa venne distrutto durante i bombardamenti avvenuti tra il 20 e il 21 aprile 1945. Oltre trent’anni dopo è presente uno strumento musicale elettronico, privo di molte funzionalità. Don Bruno, da sempre appassionato di musica, decide di acquistare un organo – anticipando personalmente il danaro – a canne a trasmissione meccanica: attorno al nuovo strumento si forma, dopo poco tempo, un gruppo di persone innamorate del canto. Nel giro di alcuni anni nascerà la Corale San Michele Arcangelo, che avrà l’occasione di esibirsi in molte località, ottenendo un ottimo successo. La musica contribuisce a rafforzare lo spirito parrocchiale, stimolato anche dalle numerose gite in montagna, dai viaggi religiosi in vari santuari e dai progetti estivi dedicati ai più giovani.
Nel corso di 40 anni ci sono stati anche momenti più complicati, in particolare quando alla fine degli anni ’90 don Bruno viene destinato alla parrocchia di Baricella. I mezzolaresi non celano certo il loro dispiacere, unito alla sofferenza del parroco che, in maniera molto umana, fatica ad accettare il nuovo incarico. Il vescovo comprende la situazione, decidendo di lasciare don Bruno a Mezzolara, facendo proseguire un rapporto ormai solidissimo. A distanza di anni il sacerdote non ha certo timore di ricordare quei momenti tristi, in cui ha scoperto – ancora una volta – la validità della frase che ripete con maggiore frequenza: «la fede deve essere rinnovata quotidianamente».
PRIMA DI MEZZOLARA
Bruno Magnani trascorre l’infanzia in una famiglia molto unita, composta dai genitori, dai fratelli – Corrado e Maria – e dai nonni. L’abitazione bolognese è posta vicino all’arco del Meloncello e poco distante dallo stadio (oggi Dall’Ara), dove – insieme al nonno – Bruno trascorrerà dei pomeriggi indimenticabili, tifando per i mitici Rossoblù. Ancora oggi la passione per il Bologna è intatta e spesso allieta i momenti più difficili.
Dopo aver frequentato le scuole elementari a Porta Saragozza, l’undicenne fa il suo ingresso nel seminario arcivescovile di Villa Revedin, dove porta a termine le medie, giungendo fino al quinto anno del ginnasio. Bruno completa gli studi liceali al collegio San Luigi dei Barnabiti (Bologna), ottenendo la Maturità nel 1959. Pochi mesi dopo il ragazzo si iscrive al seminario regionale, dove frequenta il corso di Teologia per 6 anni.
Il 25 luglio 1965 Bruno riceve gli ordini sacerdotali, diventando prete a tutti gli effetti. Nello stesso periodo si conclude il Concilio Vaticano II (1962-1965), che rivoluzionerà soprattutto il modo di professare la fede ed il rapporto tra i parroci e le loro comunità.
Nel mese di settembre 1965 il giovane sacerdote riceve l’incarico di cappellano presso la parrocchia di Cento (Ferrara). Per più di 11 anni don Bruno ricoprirà questo incarico, dovendo spesso porre il silenziatore al proprio bisogno di modernità. Nel novembre 1976 giunge l’assegnazione, da parte del vescovo Cocchi, a Mezzolara: inizia il legame ancora oggi vivissimo.
porto il mio ricordo personale. Faccio parte del coro Gianni Ramponi S.Pietro di Fiesso, e molti anni fa abbiamo partecipato nella chiesa di Mezzolara ad una rassegna corale (noi e la corale di Mezzolara). Ricordo bene la bellissima accoglienza, il folto pubblico, tutto bellissimo insomma.
Mi spiace tanto