Tre anni fa, dopo avere perso l’uso delle gambe per un infortunio sul lavoro, Giuseppe Marchesetti – imprenditore agricolo e contitolare di un’azienda a Moscazzano (Cremona) – non avrebbe mai pensato di potere tornare a lavorare. Salire sopra un trattore, metterlo in moto e guidare: tutto questo era un sogno irrealizzabile. Poi è arrivato l’Inail Cremona che – con la collaborazione determinante del Centro protesi di Vigorso di Budrio – ha progettato, finanziato e realizzato uno speciale adattamento di un Same Iron 170 Continuo. E il sogno di Giuseppe è diventato realtà.
La “tutela globale” di un lavoratore infortunato. Oggi la foto del trattore modificato è esposta nella cucina di Giuseppe, accanto a quella delle figlie: un gesto che testimonia il significato della storia di un uomo che, dopo un trauma che lo aveva sconvolto, è riuscito a ritornare alla vita.
Gli interventi: dal sedile automatico alle modifiche al volante. L’intervento è costato 20mila euro e ha comportato, per la sua esecuzione, notevoli difficoltà: a cominciare dalla notevole altezza della cabina di guida del trattore, che ha reso necessario l’installazione di un sedile automatico per condurre Giuseppe dalla sedia a ruote al livello del volante (anch’esso modificato). Oltre agli adattamenti sul mezzo meccanico, è stato necessario anche condurre un approfondito studio di fattibilità sul terreno circostante e sull’abitazione, nella quale è stata eliminata ogni possibile barriera architettonica (una ristrutturazione costata altri 116mila euro, realizzati coi contributi del Comune, per un totale di 12.800 euro, e dello stesso proprietario).
Una scommessa vinta: determinante la voglia di reagire. Un successo, dunque, dovuto non solo al sostegno dell’Inail. A giocare un ruolo strategico, innanzitutto, è stata la convinzione di Giuseppe, la sua voglia di reagire e di non arrendersi, maturata nel lungo periodo di riabilitazione dopo l’infortunio, nel centro specialistico di Villanova d’Arda. Originariamente lo staff dell’Inail aveva pensato a un’ipotesi alternativa: la dotazione di uno speciale software col quale permettere a Giuseppe di “governare” la stalla. Ma per lui era più importante tornare all’aria aperta, a coltivare la terra, e questa convinzione ha motivato l’Istituto a cercare la soluzione migliore per il proprio assistito, la più gratificante. Così Giuseppe ce l’ha fatta e oggi la sedia a ruote con la quale è costretto a spostarsi non rappresenta più un ostacolo. “Adesso voglio solo andare sul trattore”, dice, sorridendo, prima di salire sul “suo” mezzo, mettere in moto a andare nei campi.