Domenica 11 giugno, giorno delle elezioni del nuovo sindaco, per molti budriesi potrebbe essere anche il giorno del referendum sul porta a porta. Invano, dal 2013, si è attesa una consultazione popolare che mai è stata fatta. A fronte di molte proposte simili su altri temi nei programmi dei candidati, sulla gestione dei rifiuti si registrano posizioni molto diverse, che proviamo a riassumere nella nostra scheda.
DOMENICA SI DECIDE SUL SISTEMA DI RACCOLTA DEI RIFIUTI
Odiata, contestata, criticata, da alcuni certamente lodata. E’ la raccolta porta a porta introdotta nel 2013 nel nostro Comune, che rimarrà senza alcun dubbio il tema più dibattuto nei cinque anni di amministrazione Pierini. Già la sua adozione fu motivo di critica, visto che il consiglio comunale non fu chiamato a votarla. Nel 2013 NOI per Budrio raccolse oltre 2mila firme di budriesi contrari alle modalità del nuovo sistema e il PDL propose il referendum cittadino per far decidere i budriesi. La consultazione, però, non fu mai pianificata dall’Amministrazione comunale perchè la normativa comunale non prevede questo istituto e mai il consiglio comunale si è adoperato per regolamentarlo.
Dunque, per molti budriesi, domenica sarà il primo giorno in cui potranno esprimersi con il loro voto a favore o contro questo sistema, esprimendo la preferenza per il candidato a sindaco che propone di difenderlo o di cambiarlo. Le posizioni dei candidati, che di seguito andiamo a riassumere, sono ben distinte.
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LE POSIZIONI DIVERGENTI DEI CANDIDATI
“Il Porta a Porta nell’impianto generale non sarà messo in discussione, ma potrà essere ulteriormente migliorato e reso ancora più agevole e comodo”. E’ questa la posizione del programma elettorale di Giulio Pierini, unico fra i candidati a difendere a spada tratta il sistema con i bidoncini. Due settimane fa, in una conferenza stampa, Pierini ha proposto di porre rimedio ad alcuni disagi, aumentando la frequenza di raccolta della plastica, installando contenitori appositi per l’organico aperti a tutti e dando la possibilità di conferire due volte all’anno l’indifferenziata (per chi, per esempio, parte per le vacanze). Sul fronte opposto c’è Maurizio Mazzanti che spinge per introdurre i cassonetti “a calotta”, soluzione adottata con meno disagi nei comuni limitrofi al nostro. Nel suo programma c’è anche la rinegoziazione degli accordi con HERA, con lo scopo di diminuire i costi della raccolta. Anche Tiziano Quaglia propone una valutazione sui cassonetti “a calotta”, oltre ad “azzerare la limitazione numerica dei conferimenti di indifferenziata e
diminuire i costi della raccolta rifiuti”. Per Selene Ticchi bisogna tornare ai cassonetti differenziati e prevedere spazi pubblicitari sugli stessi. MariaRachele Via propone di “non affrontare il problema con posizioni preconcette, facendo un’analisi comparata del rapporto costi/benefici e studiando altre esperienze in atto in comuni analoghi al nostro”. Per lei occorre “condurre una rilevazione dei comportamenti dell’utenza e una indagine conoscitiva rispetto ai disagi e alle difficoltà lamentate, oltre a incentivare capillari interventi di sensibilizzazione ed educazione ambientale”.
Non vedo il primo turno come un “referendum” sul porta a porta : gli elettori avranno modo di orientare il voto a seconda del proprio “credo” politico. Casomai sarà il ballottaggio ad assumere i connotati di un referendum, un giudizio complessivo sul pessimo operato degli ultimi 5 anni, che non potrà certo essere riscattato dalla puerile “volata finale” alla quale abbiamo assistito, talmente pacchiana da risultare esilarante.
Se fossi stato un elettore PD, di quelli a cui la testa funziona e non di quelli spinti dalla fede, il trovarmi senza libertà di conferimento del rusco al bisogno sarebbe stato motivo largamente sufficiente a darmi del cretino per averli votati. E certamente domenica non li voterei nuovamente.