A Prunaro, all’incrocio tra via San Vitale e via Roma, sorge ancora oggi la prima fontana pubblica del Comune di Budrio, nota anche con il nome di fontana del Loup. Testimonianza di un’altra epoca, la struttura – realizzata nel 1858 – continua ad essere parte della quotidianità di molti budriesi che, soprattutto per questioni lavorative, percorrono la San Vitale.
Attraverso la lapide posta sulla fontana (attiva fino agli anni ’60), riemerge il nome di Emilio Loup: imprenditore agricolo svizzero, che si innamorò di Budrio e decise di acquistare numerosi terreni tra Cento, Prunaro e Vedrana, dando vita ad una serie di innovazioni capaci di cambiare le tecniche di coltivazione.
LA FONTANA DI VIA SAN VITALE
La fontana, voluta da Emilio Loup nel 1858, rappresenta in maniera concreta il legame tra il grande proprietario terriero e le comunità di Cento e Prunaro. La fontana – realizzata dal 6 all’11 giugno di 159 anni fa – è la prima fonte di acqua pubblica e gratuita dell’intero Comune. La costruzione non si dimostra certo semplice: soltanto grazie all’impegno dell’ingegnere Eugenio Canevazzi, assistito da un esperto geologo, è possibile mettere in comunicazione il pozzo artesiano a vena saliente, in grado di alimentare la fontana.
L’imprenditore agricolo Emilio Loup sceglie di costruire questa struttura per offrire alle persone che lavorano per lui e agli abitanti la possibilità di avere a disposizione – gratuitamente – dell’acqua fresca e pura. Nel 1858 (e ancora per molto tempo) l’approvvigionamento di acqua potabile è una vera impresa, che condiziona pesantemente la vita quotidiana. La consapevolezza della centralità dell’acqua nell’esistenza dei budriesi, porta Loup a questa decisione: la fontana diventa presto un punto di riferimento per gli abitanti e per i numerosi viandanti, che durante i loro faticosi spostamenti possono ristorarsi con l’acqua pura e freschissima, proveniente dalla fontana posta su via San Vitale.
EMILIO LOUP A BUDRIO
Emilio – nato nel 1781 a Yverdon (Svizzera) – è l’erede di una ricca famiglia di commercianti. Dopo aver ottenuto ottimi risultati in patria, poco più che ventenne (nel 1802) Loup organizza un viaggio a Bologna, città che lo affascina profondamente. Durante il lungo soggiorno, Emilio esplora spesso il territorio al di fuori della realtà cittadina e, nel corso di uno dei suoi spostamenti, scopre Budrio e in particolare la campagna tra Cento e Prunaro. La bontà del terreno, le ottime condizioni climatiche e soprattutto la dedizione degli abitanti convincono Loup ad acquistare numerose proprietà, che formeranno la tenuta.
Il giovane svizzero diventa un imprenditore agricolo nel 1819: quando acquista – dal signor Portalis, che alcuni decenni prima aveva comprato la terra dal conte Bolognetti – 200 ettari, divisi in 10 poderi, nell’ambito del territorio budriese. La prima azione portata a termine coincide con la bonifica della zona paludosa denominata “la Valletta” (vicino al Centonara), che viene colmata, spianata e seminata. In poco tempo l’azienda Loup di pone come esempio a livello internazionale.
CENTO, PRUNARO E LE INNOVAZIONI
Bonifica, coltivazione, allevamento, produzione vinicola e casearia sono le attività più diffuse nell’azienda, sempre gestita direttamente da Emilio, che trascorre quasi tutto l’anno nella villa antica, presente al centro della proprietà di Cento e Prunaro. La supervisione costante dell’imprenditore svizzero propizia l’intensificazione delle colture di foraggi, della produzione di canapa e frumento. L’opera di bonifica coinvolge molte aree della tenuta Loup, che si estende anche a Vedrana.
Le case coloniche, le stalle e tutti gli edifici vengono igienizzati in modo accurato, seguendo dei dettami pionieristici, in grado di migliorare la vita delle persone e degli animali, preservati da molte infezioni. Il territorio di Cento e Prunaro è coinvolto da numerose innovazioni, tra cui la creazione di una caseria (o casèra) – un caseificio a tutti gli effetti – che accoglie la produzione di burro e formaggi, conservati grazie alla realizzazione di “caselli” aerati e refrigerati attraverso l’acqua della sorgente che alimenterà anche la nota fontana. Nell’azienda Loup si produce una enorme quantità di latte, munto dalle vacche provenienti dalla Svizzera.
La viticoltura occupa parte dei terreni, portando all’imbottigliamento del vino ottenuto mediante l’impiego di uno “strettoio da uve”, strumento simile ad un torchio e capace di aumentare l’utilizzo delle vinacce.
La scelta di mutare le colture secondo certi ritmi, il miglioramento costante dei macchinari agricoli e la sperimentazione di vari metodi di animazione e protezione delle piante – rispetto alle malattie – rende la tenuta di Emilio Loup un punto di riferimento a livello internazionale. Molte famiglie di Cento, Prunaro e Vedrana lavorano nell’azienda, instaurando uno strettissimo rapporto con l’imprenditore svizzero e poi con il nipote Luigi, che ne raccoglierà il testimone, rinsaldando ulteriormente il rapporto tra i Loup e Budrio.
Leonardo Arrighi