Naselli: “Se arriveranno risorse con l’IMU, diminuiremo l’IRPEF”

2 gennaio, 2012

Pubblichiamo l’intervento di Felice Naselli, assessore al Comune di Budrio, a seguito del voto del consiglio comunale dello scorso 28 dicembre e delle polemiche suscitate sull’aumento dell’IRPEF del 63% e sulla mancata volontà della giunta di chiedere l’esercizio provvisorio.


La campagna elettorale è già iniziata, è sotto gli occhi di tutti. I partiti cercano di prendere posizione, un pò come fanno i ciclisti in vista della volata finale. Niente di grave, anzi, fa parte della dialettica democratica, come ne fa parte una sempre più crescente enfasi sulle parole. Credo anch’io che, con la dovuta attenzione che è necessario porre all’uso delle parole, l’altra sera a Budrio non si sia prodotta una spaccatura, ma è indubbio che si sia verificato un fatto politico rilevante al quale bisogna porre più di un’attenzione.

Due sono gli elementi principali che hanno indotto il consigliere socialista a non partecipare in senso critico alle votazioni sul bilancio: la scelta di aumentare l’addizionale irpef di 2 punti e mezzo e di non aver scelto di andare in esercizio provvisorio, con l’argomentazione, senz’altro valida, di non essere ancora i comuni in possesso di un quadro chiaro capace di far individuare le misure necessarie sotto l’insegna dell’equità.

Non c’è dubbio che la situazione sia così, la manovra appena varata ha bisogno di approfondimenti adeguati per riuscire a confezionare un bilancio che pesi il meno possibile sui cittadini e bene ha fatto la CGIL ad invitare i comuni ad attendere e andare all’esercizio provvisorio, nella preoccupazione condivisa di non gravare inutilmente sui soggetti deboli della nostra comunità. C’è però, a mio avviso, un’unica ma decisiva argomentazione che mi ha convinto in sede di giunta ad aderire all’approvazione del bilancio nei tempi dovuti ed è relativa al fatto di essere di fronte alla vigilia elettorale per il nostro comune. Non penso che sarebbe stata cosa utile affrontare un dibattito sul bilancio nel pieno della polemica elettorale con l’ulteriore prospettiva, ad oggi non prevedibile, di un accorpamento con le elezioni politiche. Questa e nessun altra è la ragione del mio voto favorevole in giunta, posizione condivisa sia dal mio partito (Rifondazione Comunista – Federazione della Sinistra) che dai compagni di Sel.

C’è poi il tema della manovra basata sull’aumento dell’addizionale irpef. Siamo di fronte ai risultati prodotti da anni di Governi di centro destra dove la cifra prevalente è stata un mix mortale di neoliberismo esasperato coniugato con un populismo targato Berlusconi devastante. La volontà dei grandi potentati economici, dei poteri forti, della grande finanza italiana ed europea è quella di far pagare a chi non ha responsabilità il prezzo di questa crisi, scaricandola su lavoratori, pensionati, giovani, donne, disoccupati, precari. E’ una politica che continua anche senza Berlusconi, visto che il governo Monti niente ha fatto di diverso che il colpire la solita povera gente. Ma al di là delle polemiche che sarebbe utile operare verso chi questo governo ha voluto e sostiene, per tornare al nostro tema dico che una amministrazione di centro sinistra non può non avere come punto di riferimento la predisposizione e la difesa dei servizi necessari per una politica di welfare tendenzialmente universalistica. In un’ottica solidaristica, quella che mi appartiene ed è patrimonio della sinistra, i servizi non sono un affare che riguarda il soggetto che ne ha bisogno e la sua famiglia. Non è un problema solo della mamma che deve andare a lavorare e non sa come fare con i figli, o di quell’anziano non autosufficiente che ha bisogno di assistenza, o di quel cassintegrato che si trova a non poter più far conto del proprio stipendio e così via; questi, in una società coesa, non sono solo problemi loro, ma riguardano tutti in una logica di riequilibrio delle opportunità dove alle dificoltà di qualcuno si concorre con la solidarietà di tutti. E’ questo che fa di una comunità un nucleo forte, coeso, capace di capire che se sta meglio una comunità sta meglio pure l’individuo. E’ il nostro welfare, da difendere con le unghie e coi denti.

Come invece sappiamo, da decenni imperversa una cultura neoliberista le cui conseguenze sul concetto stesso di welfare, di protezione sociale sono devastanti. I tagli governativi hanno prodotto negli anni milioni e milioni di fondi in meno per i comuni, cosa che rende sempre più difficile mantenere un buon sistema di servizi laddove ci sono e istituirli laddove sprovvisti.

Per il 2012 sono previsti circa 500mila euro in meno nelle casse del comune di Budrio. In questo scenario, delle due l’una: o vi sono spazi per una riduzione delle uscite, con risparmi o, appunto soppressione di servizi, oppure si cercano risorse sul fronte delle entrate. Sinceramente, fatta salva la soppressione di servizi che mai, per le ragioni addotte prima, vedrà mai il mio assenso, non riesco ad individuare risparmi capaci di coprire quel buco. Non mi pare che il Comune di Budrio scialacqui le risorse pubbliche, nè che vi siano sacche di privilegi da colpire. Non le vedo io, se qualcuno ha suggerimenti in proposito, ben vengano. Rimane allora il fronte delle entrate. Anche qui, delle due, l’una: o si agisce dal versante delle tariffe, scaricando sugli utenti i costi in più fino a coprire il buco, o si chiede a tutta la comunità di farsi carico delle difficoltà diffuse che investono settori importanti della cittadinanza. In coerenza con quanto affermato precedentemente, mai avrei avvallato un aumento sensibile e generalizzato delle tariffe, scaricando così su chi ha più bisogno il peso della manovra a cui si aggiungerebbe il peso enorme delle misure adottate dal governo Monti. Ma se, giustamente, non si interviene sulle tariffe, giocoforza occorre intervenire altrove. Purtroppo l’altrove a disposizione dei Comuni capace di reperire le risorse mancanti, al momento del varo del nostro bilancio, era rappresentato solo dall’addizionale irpef. Non è uno strumento perfetto, manca di quella necessaria progressività capace di distinguere più e meglio le capacità contributive di ciascuno; tuttavia agisce sull’intero corpo dei contribuenti e ancorchè ad aliquota fissa determina nei fatti che chi più ha, più contribuisce e, banalmente, chi meno ha, meno contribuisce. L’aver poi fissato una soglia di esenzione fino ai 10.000 euro permette di non gravare per nulla su chi ha seri problemi di reddito. Certo, nella massa ci saranno certamente gli evasori fiscali, argomento questo che meriterebbe un capitolo a parte, ma trovo sbagliato l’assunto che considera questo argomento ostativo verso il varo della manovra, anche perchè l’altra possibilità, l’aumento delle tariffe, non risolverebbe il problema, anzi, in presenza di uno sforzo imponente da parte dei fruitori dei servizi risulterebbe ancora più odioso.

Si poteva fare meglio? Senz’altro, tutto è perfettibile, ma chiederei a chi lo sostiene di fornire suggerimenti che da parte mia saranno i benvenuti. Ora la manovra del governo è legge e introduce nuove disposizioni che incidono sui cittadini e i comuni. C’è un patto di ferro siglato in giunta e poi con la maggioranza e con l’intera comunità attraverso parole pubbliche pronunciate dal Sindaco e dall’assessore al bilancio: studieremo bene tutte le conseguenze e le eventuali opportunità che la manovra governativa ha generato. Qualora i vari dispositivi quali l’IMU fossero in tutto o in parte capaci di fornire quelle risorse necessarie per i servizi, immediatamente dopo opereremo una variazione di bilancio che annulli o attenui l’incidenza dell’addizionale irpef. Non è nostra intenzione gravare due volte sui redditi dei cittadini. Dobbiamo difendere il nostro welfare, quello stato sociale che da decenni è sotto attacco e che si vorrebbe demolire. Se occorrono 500mila euro, quella e non altra è la cifra da raggiungere e lo faremo con lo spirito che ho finora esposto e con l’obbligo di equità, quella vera, non quella millantata e non prodotta dal governo Monti.

Felice Naselli
Assessore Comune di Budrio

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4 Commenti


  1. “Non penso che sarebbe stata cosa utile affrontare un dibattito sul bilancio nel pieno della polemica elettorale con l’ulteriore prospettiva, ad oggi non prevedibile, di un accorpamento con le elezioni politiche.”
    Questa è la frase che dell’assessore Naselli che suscita in me molte perplessità: se l’avesse scritta alla fine del suo intervento sarebbe passata in secondo piano, ma all’inizio no.
    Credo che chi govena debba accollarsi l’onere della scelta, giustificarlo, convincere i cittadini della sua validità ma non con scusanti elettorali.
    Avrebbero capito i cittadini il ragionamento dei “dodicesimi” citato in consiglio? Forse no e quindi la scelta è caduta purtroppo nella demagogia.
    Sinceramente avrei approvato il coraggio di fare la stessa manovra di bilancio, alle medesime condizioni, con lo stesso ragionamento se ciò non fosse stato assoggettato alle future elezioni.
    La trasparenza nei confronti dei cittadini, pur essendo la strada più difficile, è quella che crea una miglior qualità di vita rendendo gli obiettivi più visibili e diminuendo le componenti ansiose, causa successiva di scontento.

    • Se l’assessore Naselli, come par di capire, ha condiviso la posizione del consigliere PSI Cesario, perchè ha votato a favore dell’approvazione del bilancio 2012?
      Se su 60 comuni della provincia di Bologna, 56 hanno optato per l’esercizio provvisorio,ci sarà una ragione, oppure a questi ultimi nulla importa del Welfare comunale?
      Possibile che 56 sindaci abbiano agito irresponsabilmente solo perchè a primavera non hanno le elezioni amministrative nel proprio comune?

  2. Condivido le parole di Felice Naselli, sia dal punto di vista dell’analisi politica che da quello tecnico/amministrativo.
    La posizione espressa dalla CGIL era ( ed è )valida e logica, purtroppo nel comune di Budrio la concomitanza con le elezioni avrebbe probabilmente prodotto un’ ulteriore fonte di polemiche in una campagna elettorale che si annuncia fin d’ora particolarmente calda.
    Da qui la scelta di chiudere il bilancio con un aumento dell’addizionale irpef dal 0,4% al 0,65% ( è giusto evidenziare le percentuali del prelievo per non creare malintesi ) con il formale impegno a rivederla una volta definite le modalità di riscossione dell’imu ( anche in questo caso bisogna precisare che non è ancora chiaro a chi effettivamente andranno questi soldi, stato o comuni, e in che misura ).
    Non ho motivo di dubitare che l’impegno verrà onorato e con questo vorrei provare di chiudere una “polemica” che non ha motivo di svilupparsi.
    L’entità del taglio previsto per quest’anno, circa 500.000 euro, è drammatica e pone in pericolo il mantenimento dei nostri servizi sociali comunali. Di conseguenza, dolorosa ma inevitabile, la decisione di prelevare dalla comunità ciò che il GOVERNO NAZIONALE ha deciso di non darci e lodevole il tentativo di distribuire lo sforzo il più equamente possibile e non solo su chi di quei servizi fruisce.
    Mi scuso per la rapidità con la quale ho trattato argomenti che meriterebbero maggior approfondimento, sono a disposizione per eventuali precisazioni.

    Paolo Casalini, SEL Circolo Terre di Pianura – Budrio

  3. Ho sentito dal sindaco Castelli e dall’assessore Pierini due motivi per non andare in esercizio provvisorio: le elezioni imminenti e la difficoltà di affrontare le uscite di spesa in dodicesimi.
    Sono due motivazioni che non mi convincono e vorrei essere persuaso del contrario. Sulla prima non ho capito dove stava il problema se si votava il bilancio a gennaio dopo aver calcolato con precisione le entrate. Entro gennaio non ci sarebbero comunque state ricadute di nessun tipo sulla campagna elettorale, visto che in esercizio provvisorio sono stati costretti ad andarci quasi tutti e che prima di tre mesi è impossibile andare al voto; sulla seconda l’esercizio provvisorio prevede che non si possa spendere in dodicesimi di più di quello che si è previsto nell’esercizio precedente, cioè si può spendere quello che si è speso l’anno prima, quindi senza ridurre niente. E allora perchè mi chiedo? Per ridurre l’addizionale irpef dopo? E di quanto, di tutto l’aumento?
    A me sembra poco razionale.
    E già che ci sono, visto che siamo in argomento, plaudendo senza ironia alle capacità di buona amministrazione del nostro Comune, visto che abbiamo tutti sentito che nel 2011 c’è un avanzo primario di 180 mila euro, che bisogno c’era di reinserire la tassa sui passi carrai, che avrebbe dovuto portare al massimo 120 mila euro?
    Che facciamo li restituiamo visto che non ce n’era bisogno?
    Per dire, concludendo, che aumentare le tasse (o imposte) è meno difficile che restituire quello che non era necessario chiedere ai cittadini.

    Maurizio Mazzanti – PSI Budrio

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