In questa calda estate un pezzo della storia budriese è riemersa da un lontano passato, forse ormai completamente dimenticata.
Come è noto, a Cento di Budrio nell’area che i budriesi chiamano delle antenne RAI la passata amministrazione comunale ha deliberato la costruzione di un centro commerciale.
La cosa che però ha destato l’interesse prima dei radioamatori e poi di molti cittadini è che il nuovo centro commerciale avrebbe richiesto l’abbattimento di alcuni stabili.
Nelle richiesta del permesso di costruire dell’attuatore troviamo scritto che “gli edifici storici e le loro pertinenze non vengono modificati, ma è prevista solo la demolizione degli edifici di fattura recente di Rai Way (edifici successivi al 1950)”.
Andando a vedere nello specifico è emerso che questi edifici di Rai Way non sono dei semplici fabbricati per uso industriale: si tratta infatti del Centro trasmittente ad onde medie intitolato a Guglielmo Marconi insieme ad altri edifici che lo circondano (una piccola caserma, delle autorimesse, ecc.).
L’edificio principale situato in Via Zenzalino Sud 52, nascosto dalla vegetazione e dalle alte recinzioni, racconta un pezzo di storia del nostro Paese.
Con l’avvento della moderna radio comunicazione agli albori del ‘900, grazie soprattutto all’ingegno del grande scienziato bolognese Guglielmo Marconi, a Bologna ci si pose il problema di propagare efficacemente il segnale radio. Si era all’inizio di una rivoluzione scientifica che avrebbe poi avuto importanti risvolti economici e sociali. L’informazione stava entrando direttamente nelle case di tutti e se oggi abbiamo internet nelle case lo si deve direttamente all’ingegno di Guglielmo Marconi.
La decisione di avviare la costruzione di un centro radio si fa risalire al 1934, quando era Podestà di Bologna S.E. Manaresi. I tecnici del Comune di Bologna individuarono nei terreni situati a Budrio il luogo ideale per far sorgere la stazione radio dei Bolognesi. In poco tempo l’edificio fu progettato e costruito e le cronache del tempo riportano che l’inaugurazione avvenne il 9 Agosto del lontano 1936. Alla cerimonia era previsto che partecipasse lo stesso Marconi ma, per motivi di salute, dovette declinare l’invito. Il centro di trasmissione fu poi dedicato al grande scienziato e una targa (ora dispersa) fu posta in suo onore.
Questo edificio in puro stile razionalista, di proprietà del Comune di Bologna, ha trasmesso per decenni il segnale radio in Emilia Romagna, Marche e basso Veneto, svolgendo il suo prezioso lavoro fino ai giorni nostri silenziosamente, senza i clamori della ribalta.
Negli anni ’50 l’edificio fu ampliato e reso più funzionale all’uso.
Ma torniamo alla richiesta di permesso di costruire del centro commerciale: secondo tale richiesta gli edifici di Rai Way risalirebbero agli anni ’50 e sarebbe dunque possibile abbatterli. La legge, e precisamente il D.Lgs. 41/2004 e successive modifiche, tutela infatti in particolare gli edifici pubblici con più di 70 anni, prevedendo una “verifica di interesse culturale“ da parte della Soprintendenza dei beni architettonici e del paesaggio, prima che sia possibile alterare i manufatti in questione.
Ma come è possibile abbattere un edificio che è stato costruito negli anni ’30, cioè più di 70 anni fa? Qualcuno si è preoccupato di avviare la procedura di verifica presso la Soprintendenza? Pare proprio di no, evidentemente gli attori coinvolti in questo grande business non si sono posti il problema, un bell’esempio di professionalità e competenza.
Ma state tranquilli, ora la Soprintendenza dei beni architettonici e del paesaggio è intervenuta, sollecitata da molti radioamatori e anche da noi del Movimento 5 Stelle di Budrio, ponendo il vincolo preventivo sull’area.
Noi siamo stupiti della superficialità con cui la nostra Amministrazione ha affrontato il caso e non ci sembra certo motivo sufficiente il fatto che l’archivio comunale sia andato quasi totalmente distrutto nel ’47. Bastava aprire il libro Budrio casa nostra della storica Fedora Servetti Donati per trovare scritto a pag. 287: “un edificio quadrangolare, semplice come una villetta (…) è la stazione radio di Bologna, costruita e solennemente inaugurata nel ’35” (in realtà dagli archivi risulta che l’inaugurazione ufficiale fu nel ’36).
Noi, come Movimento 5 Stelle di Budrio, crediamo che il nostro patrimonio artistico vada tutelato e valorizzato e ci auguriamo quindi che la Soprintendenza appuri il valore storico ed artistico di questo edificio, dichiarandolo patrimonio culturale inalienabile.
Auspichiamo che siano gli interessi della collettività a prevalere e non quelli economici. Qui potrebbe nascere il museo della radio e delle telecomunicazioni, un luogo vivo per la divulgazione tecnico-scientifica in grado di accogliere scolaresche, cittadini e radioamatori (magari in collaborazione con le scuole superiori locali). Proponiamo anche di destinare questa vasta area alla sede della protezione civile budriese, che si trova oggi a Mezzolara in una posizione assolutamente inadeguata per intervenire tempestivamente in caso di calamità naturale.
Ci auguriamo che questa Amministrazione, a parole molto attenta alla cultura e al patrimonio artistico, lo sia anche nei fatti decidendo di difendere il Centro Marconi.
Noi vigileremo, questo è certo!
Movimento 5 Stelle Budrio
Sig.Franco Sforza lo ha letto questo articolo?
un tale diceva :” fatti non p…..”
arrivederci!
Quando si tratta di speculare, la memoria è sempre molto corta. Abbattere un centro trasmissioni storico riconducibile al premio Nobel Marconi, vostro concittadino dimenticato, per l’ ennesimo centro commerciale e per una fabbrica di patatine è un sacrilegio tipicamente italico.
Per fortuna esistono i documenti che fermeranno questa devastazione.
E i responsabili, Ministro Cancellieri in testa, dovranno risponderne anche in Procura.
Boh, sono perplesso… Vivo a Budrio da 40 anni, sono andato a scuola a Bologna per tanti anni passando davanti a quelle antenne tutti i santi giorni. Ciò nonostante non ho mai sentito nessuno di Budrio, ne della mia età, ne fra i più anziani, esaltare con tanta enfasi le antenne della Rai. Anzi, spesso ho sentito gente che si lamentava di trasmissioni radio che si sentivano anche a radio spenta, o dentro gli amplificatori per chitarra o gli stereo, per non parlare di quelli che le apostrofavano con male parole perchè rovinavano il panorama. Ora tutto ad un tratto salvarle diventa il problema principale di Budrio e dei budriesi quando per anni ed anni a nessuno è mai fregato una mazza delle antenne. Sono sincero, anche io sono contrario alla costruzione del centro commerciale a Budrio, con tutto quello che comporta per i negozi al dettaglio del paese, ma tutta questa attenzione alle antenne ed ad una casetta vuota al di sotto mi sembra solamente opportunismo.
Caro Komma,
da un’indagine seria fatta alcuni anni fà,risultò che circa 150.000 romani,avrebbero voluto demolire il colosseo per farvi un enorme parcheggio.Pertanto non mi meraviglio che la demolizione di un piccolo edificio di valore storico a Budrio, non susciti sdegno tra la moltitudine dei cittadini, ma solo indifferenza.Infine citi l’opportunismo;
Di chi è l’opportunismo,di chi vuol costruire il centro commerciale o di chi non lo vuole?
Scusandomi per la cacofonia,la storica casa di Chiesa antico costruttore dello zufolo per il quale siamo conosciuti nel mondo,fu demolita per far posto ad un parcheggio.
Vogliamo continuare?
Beppe, non avresti potuto fare un paragone meno calzante. A parte che il paragone colosseo – casetta cadente sotto le torri, è quantomeno azzardato, qui stiamo parlando di una cosa che tutti (TUTTI, te compreso)hanno visto per l’intera loro vita e nessuno (NESSUNO, te compreso) hanno quantomeno degnato di una minima attenzione.
Ora tutto ad un tratto diventa di enorme valore storico e la si paragona addirittura al colosseo.
Anche se, sono sicuro, è completamente un caso che accada ora…
Si chiama legge se poi lei vuole far intendere altro faccia pure sig .komma ma se si e’ davanti a una legge che ne vieta l’ abbattimento perche’ non sfruttarla? Se lei e’ contro dovrebbe essere ben contento che qualcuno(indovini chi) informandosi e’ riuscito a parlarne. Singolare il fatto che lei nn si interroghi sul fatto che il comune questa cosa nn la sapesse o la tenesse nascosta …
buongiorno a tutti,volevo dire la mia sulla questione antenne-centro comm.premetto che sono nuovo di budrio(3 anni)e sono contento di averlo scelto.per me la cosa più importante a prescindere da chi a ragione,e perchè mai mangiare altra terra.(la nostra ricchezza)quando di fronte, noto aziende chiuse per i motivi più disparati,fallite o abbandonate….ecc.non sarebbe meglio riqualificare li senza vomitare altro cemento su terreno(vivo).non ditemi la politica non può intervenire,perchè sarebbe inesatto gli strumenti ci sono.purtroppo i romani avevano ragione(solo pecunia regit)o no?
Signor Capponi, i paragoni non li fatti io ma qualcun’altro. In ogni caso credo che la legge preveda che si debba avere il permesso della soprintendenza per beni di valore storico. C’è chi dice (io ho solo sentito dire, poichè in quegli anni non ero nemmeno nato), che quell’edificio non sia manco lontanamente quello di Marconi, che fu lesionato o distrutto durante la guerra. Siccome noto che le piace usare il latino, rebus sic stantibus non ci sarebbe nessun sopruso.
Caro Komma,lungi da me sostituire nella risposta Antonio Capponi,persona che stimo profondamente,ma farti notare come sia contorto il Tuo ragionamento in materia.Prima dici di essere contrario alla costruzione di un centro commerciale a Cento, poi cerchi di togliere con notizie del tutto infondate e prive di riscontro,l’ostacolo storico che ne vieta per legge la costruzione in quell’area.Mi ricordi tanto un certo Giano Bifronte che a volte parlava latino e a volte greco.
Ciao caro
Beppe, mi fai ridere. Il tuo ragionamento è perfettamente berlusconiano. Io non riporto notizie infondate, ripeto quello che ho sentito dire. Mi sembra sia tu che stai cercando di combattere una battaglia della quale fino a ieri non ti fregava una mazza. Mi sarebbe piaciuto vederti proporre un museo o similari in tempi meno sospetti in quell’area se per te era davvero così importante. Invece, stranamente, ti muovi oggi perchè hai la possibilità, anche tramite Budrionext, di dare sfogo al tuo immenso ego con i tuoi scritti e contemporaneamente cercare di mazzuolare l’amministrazione che hai sempre odiato.
@Antonio: nessun problema per il tu…;-)
Carissimo Komma,
a volte sei patetico, cerchi in modo ossessionante vetri a cui aggrapparti;un consiglio procurati le ventose.Quando sei in difficoltà e ora lo sei,spunta il male assoluto;
Berlusconi. Che c’entra con
Guglielmo Marconi e l’antenna di Cento non lo comprendo,sarà l’età.Asserire poi che di tutta la questione non mi interessa una”mazza” e che posseggo un immenso ego, mi fà pensare che Tu abbia una palla di vetro; se così fosse informati, hai diritto alla pensione.
Caro Komma, sinceramente non riesco proprio a capire questa tua polemica.
Di certo non sono un esperto della materia, quindi non posso avere la presunzione di affermare con certezza che all’edificio Marconi si possa attribuire il vincolo storico oppure no; ci penserà la soprintendenza a chiarire definitivamente se l’edificio sia datato anni ’30 o anni ’50, quindi abbattibile o meno; però mi permetto di farti un’osservazione: se un edificio qualsiasi viene costruito nell’anno “x” e poi nell’anno “y” viene in parte distrutto da un terremoto e di conseguenza risistemato o in parte ricostruito, secondo te quale anno di nascita sarebbe giusto attribuirgli?
A me la logica dice l’anno “x”. Però ripeto, non sono un esperto e quindi mi fermo qui.
Sul fatto che in paese “c’è chi dice”, in giro si sentono tante cose; io preferisco basarmi sui documenti storici, e quelli a nostra disposizione (sia video che scritti) sono molto chiari, poi se uno a prescindere non li vuole considerare, allora è un’altra storia.
Per quel che riguarda invece il tuo stupore nel vedere che solo ora quell’edificio ha cominciato ad attirare l’attenzione di tanti, mentre prima a nessuno interessava, ti faccio una domanda: ti ricordi che in passato a scuola qualcuno te ne abbia mai parlato? O ti ricordi che qualche passata amministrazione abbia mai organizzato iniziative o abbia fatto qualsiasi cosa per rievocarne il valore storico? Io sinceramente no. E non mi vergogno a dirti che fino a poco tempo fa, nella mia ignoranza, pensavo che lì ci fossero solo 2 cavolo di antenne e niente più. Nessuno mi aveva mai raccontato che lì fosse situato un edificio di così grande importanza e valore storico.
Magari questa lacuna ce l’avevano (o ce l’hanno ancora) tante altre persone, che per forza di cose prima non potevano di certo mostrare attenzione su una cosa che neanche conoscevano.
Detto questo, tu dici di essere contrario alla costruzione del centro commerciale; allo stesso tempo ti scandalizzi se adesso cerchiamo di porre l’attenzione su una clamorosa disattenzione (chiamiamola così, per il momento…) da parte della nostra amministrazione, che nella smania di far realizzare l’ennesimo scempio ambientale sorvola con tale leggerezza sulla questione, cosa che però a quanto pare non ti scandalizza affatto.
Qualcosa mi sfugge….
Mingo, quello che sto dicendo è che nonostante sia d’accordo con te sull’inutilità del centro commerciale, non sono per niente d’accordo con i metodi che state usando per cercare almeno di ritardarne la futura apertura. Personalmente non sono mai stato a favore del “il fine giustifica il mezzo” e, come ho già detto, vedere un improvviso interesse da parte di alcune forze politiche per delle strutture che fino a ieri nessuno aveva mai guardato nemmeno di striscio per il semplice motivo che la salvaguardia di quelle strutture impedirebbe la costruzione del centro commerciale mi mette perplessità. Vuoi dirmi che sono menefreghista? Fai pure, non mi offendo. Però, come ho già detto, ci vedo tanto opportunismo.
sono d’accordo con chi trova quantomeno sospetto questo improvviso interesse verso l’antenna (una ne è rimasta) e pertinenze murarie…..ma non dimentichiamo che siamo già in campagna elettorale per le politiche 2013
Suggerisco di aspettare qualche anno.La fatiscente palazzina di cui nessuno si è mai preoccupato finora verrà giù per cause naturali.Se qualcuno poi,tra i più sensibili sul valore artistico-storico di queste quattro mura vuote, vuole fare un giro a Pontecchio Marconi,leggere qualcosa su Marconi o sul suo lavoro, magari potrebbe cambiare idea.
Abbattere le antenne Rai sarebbe come fare sparire il Colosseo!Quando ero piccola abitavo li’vicino e le vedevo tutte luminose e luccicanti e me ne stavo ore a fantasticare su di loro!Un vero peccato toglierle ogni volta che torno a Budrio il mio pensiero va’a loro e tante volte sono la prima cosa che vedo arrivando!Spero che in questa brutta storia ci sia un lieto fine altrimenti anche i miei sogni di bambina andranno distrutti!
penso che al momento colossei,romani,pensieri berlusconiani,ego,etc… siano solo un aggirare il problema che (a parer mio) è alla base di tutto il progetto del centro commerciale: come mai non è stato tenuto conto dell’edificio intitolato al nostro inventore Marconi? Chi (nomi e cognomi) ha fatto finta di non vederlo e quindi ha dato il via libera al progetto? Sulle carte esisteranno delle firme….
Caro Andrea,io penso invece che tutte queste discussioni sulla palazzina servano solo a trovare un motivo,piu’ o meno lecito, per evitare la costruzione del centro commerciale.Lasciamo perdere Marconi e tutto il resto. Quando nel corso degli anni la Rai ha modificato funzioni e struttura dell’opera, quando è stata abbattutta l’antenna principale, quando sono state rimosse le apparecchiature nessuno ha chiesto chi ha firmato.La palazzina,ripeto,sono quattro mura vuote.
Caro Enrico,
la legge non si può modellare a proprio piacimento a seconda delle proprie necessità. La legge è legge e non è più o meno lecita per nessun escluso vuoi per l’odierna RAI per i comuni poco attenti e i costruttori edili.Perchè poi dovremmo lasciar perdere Guglielmo Marconi ed un’opera da Lui voluta?Certamente la Rai nel corso degli anni ha modificato funzioni e struttura,volevi ancor oggi
ascoltare la radio”galena”?
Sarà la sopraintendenza in base alle prerogative che la legge le conferisce a decidere sul da farsi che a Te vada bene o meno.
Caro Beppe,io penso che le normative di legge vadano sempre rispettate.Sia che si parli della palazzina di Cento che della Centrale a biomasse.
Parlando con un fenomeno della passata Amministrazione mi ha detto che è intenzione abbattere l’antenna e poi ricordare Marconi con un monumento:propongo di imbiancare la Cappella Sistina e fare un monumento a Michelangelo
Molti budriesi, nel perfetto stile italiano, si sentono
Sovrintendenti,storici, filosofi ma irrimediabilmente grafomani e spiritosi, così almeno credono loro. Siamo come quando ci sono i Mondiali, tutti commissari tecnici a costo zero.
No, grazie Antonio ma non posso accettare…. Mi basta aver sollevato in questa simpatica comunita’ il dubbio che non tutti i post sono scritti da persone competenti in materia. Se l’ho fatto dando l’impressione di essere snob mi dispiace: in compenso a Lei va il Palmares per aver trinciato giudizi su chi manco sa che faccia ha. Grazie.
In merito all’articolo del Consigliere Giacon, desideriamo informare che già dal 2006, durante l’elaborazione del PLERT (Piano Provinciale di Localizzazione dell’Emittenza Radio e Televisiva) redatto dalla Provincia di Bologna, era stata previsto lo spostamento dell’antenna Rai a onde medie di Cento di Budrio.
L’idea è stata quella di rendere disponibile quell’area per insediamenti produttivi e, dopo un iter amministrativo complesso con approvazioni e controlli di molti Enti tra cui Provincia di Bologna e Regione Emilia Romagna, si è raggiunta questa possibilità: l’area è contigua alla zona artigianale esistente ed è riconosciuta come “Ambito sovracomunale di Sviluppo” negli strumenti di pianificazione intercomunale. Si ricorda, inoltre, che la vicinanza dell’antenna all’abitato di Cento ha creato spesso problemi di convivenza, nonché superamenti dei limiti di legge del clima elettromagnetico.
Nel 2008 il Comune di Budrio ha dato avvio al progetto dell’ambito produttivo e commerciale ecologicamente attrezzato di Cento. Il progetto prevede la demolizione del sito Rai, già abbandonato dai programmi aziendali di Rai-Way stessa. In ogni caso l’Amministrazione ha anche avviato una collaborazione con la Fondazione G. Marconi e l’associazione dei radioamatori per valorizzare la memoria storica del sito.
Il 2 Agosto del 2012, alle ore 6.47 del mattino, la Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici per le Province di Bologna, Modena, Reggio Emilia ha inviato una comunicazione al Comune di Bologna, proprietario dell’area, e al Comune di Budrio. Tale comunicazione riguarda l’avvio del procedimento per la verifica di interesse storico culturale dell’edificio di cui è prevista la demolizione, ex sede del centro trasmittente. La verifica di tale tutela spetta ora alla Soprintendenza Regionale che si esprimerà in merito.
In attesa di poter tornare a programmare gli interventi sull’Apea (Area produttiva ecologicamente attrezzata), il Comune di Budrio si è concentrato sulla realizzazione del nuovo stabilimento produttivo di Pizzoli Spa, previsto all’interno della stessa zona: sono già state svolte le procedure per permettere da subito l’inizio di questo intervento a cui la nostra comunità tiene particolarmente.
Nel precedente conicato stampa c’e’ scritto “l’Amministrazione ha anche avviato una collaborazione con la Fondazione G. Marconi e l’associazione dei radioamatori per valorizzare la memoria storica del sito” il 18/07/2012 io ero presente all’incontro con il sindaco, ho fatto una relazione sul perche’ la palazzina andava tutelata, di cui riporto i punti principali… mi e’ stato detto che tutto era stato deciso che la palazzina anda demolita… alla fine ho detto: “visto che e’ stato tutto deciso almento all’interno del centro commerciale realizzate qualcosa che ricordi Marconi”… la stessa relazione fu fatta il giorno dopo nell’aula del consiglio comunale:
1) A Bologna la prima Broadcasting ad onda media, progettata e curata personalmente dall’Inventore della Radio, fu inaugurata il 9 Agosto del lontano 1936, all’interno vi erano trasmettitori contruiti dalla Marconi di Genova – Il centro doveva diventare un Centro di studi e di scienze, in special modo nel campo della radio: lo avevano perorato il prof. Quirino Majorana, il prof. Giuseppe Sartori, l’ing. Aldo Righi e il comm. Bruno Cavalieri Ducati. Il Comune di Bologna aveva assicurato che sarebbe stato sempre in prima fila perché l’alta, nobilissima iniziativa divenisse realtà.
2) Nel nuovo piano di Montreux del 1939 il nuovo Centro Trasmittente era classificato col nome di RADIO MARCONI, specificando che la moderna stazione della potenza di 50 kW trasmetteva nei pressi della città natale dell’indimenticabile Guglielmo Marconi, scomparso prematuramente il 20 luglio 1937.
3) Nella palazzina principale del centro trasmittente, fu collocata nel 1947, una targa marmorea che in cui si leggeva:
TRASMITTENTE GUGLIELMO MARCONI / DEDICATA NEL CINQUANTENARIO / DELLA GRANDE SCOPERTA / 1897 – 1947
4) Il testo unico sui beni culturali (D. Lgs. n. 42/2004), all’articolo 2, recita “Sono beni culturali le cose immobili e mobili che, ai sensi degli articoli 10 e 11, presentano interesse artistico, storico, archeologico, etnoantropologico, archivistico e bibliografico e le altre cose individuate dalla legge o in base alla legge quali testimonianze aventi valore di civiltà.”
Occorre ricordare che in base alla attuale giurisprudenza, tutti gli edifici pubblici che hanno superato i 70 anni di età, sono considerati vincolati anche se non compresi negli elenchi. Il D. Lgs. n. 42/2004 (comma 1 dell’articolo 12) prevede per tutti gli edifici pubblici con più di 70 anni una necessaria verifica di interesse storico-culturale da parte della Soprintendenza dei beni artistici ed architettonici, cosa che nel caso del centro trasmittente di Budrio non era stata fatta.
Grazie Antonio,
la signorilità dei Tuoi commenti precisi e puntuali,contribuisce alla conoscenza e trasparenza della cosa pubblica.
La cronologia dei fatti, mette in serio imbarazzo
l’attuale amministrazione comunale.
Cito da comunicato Ufficio Stampa del Comune di Budrio:Nel 2008 il comune di Budrio ha dato avvio
al progetto dell’ambito produttivo e ecologicamente attrezzato di Cento.
Domanda:L’amministrazione comunale del tempo sapeva che per demolire il manufatto di Cento voluto da Guglielmo Marconi bisognava avere il bene placido della Sopraintendenza dei beni artistici e architettonici Regionale?
Se si, ha agito con noncuranza della legislazione in atto che regola la materia.
Se no, non sapeva di avere nell’ambito comunale,(anche se non di Sua proprietà) un prezioso reperto storico.E’ altresì curioso sapere infine,della preoccupazione della nostra amministrazione comunale delle emissioni elettromagnetiche emanate a suo tempo dal complesso RAI di Cento,ed il disinteressamento quasi totale delle emissioni “salubri”che escono e usciranno dalle centrali a biomassa sparse per il nostro comune.
Cominicato stampa incompleto è dire poco.
Segnalo ai Budriesi, che hanno diritto a sapere la verità e non ad essere presi in giro, che la Sovrintendenza dei BPA ha ritenuto di avviare il
procedimento ai sensi dell’art. 14 D.LEgisl. 424 perchè oltre all’interesse
storico-architettonico è stato fatto valere l’interesse storico per la
scienza e la tecnica (ex art. 10,comma 3, lettera d) Il
duplice interesse del bene ( alla faccia del rudere… ), inoltre, non è proceduralmente cosa da poco:
supponendo la nullità dell’atto di vendita (e quindi il fatto che ancora
oggi il bene è di proprietà pubblica del comune di Bologna), l’interesse storico-architettonico,
come si sa, esiste ipso jure, mentre l’interesse, diciamo così, scientifico,
deve essere dichiarato espressamente anche se il bene è di proprietà
pubblica. L’avvio del
procedimento di verifica non riguarda pertanto la sola “Palazzina” ma l’intero complesso (a
partire da due pilastrini sulla via Zenzalino e comprendendo, oltre al
vialetto ed alla Palazzina, la cabina elettrica, i garages e tutta l’area verde di
pertinenza).
Quindi per il momento sull’ area non si avvia proprio nulla e se si dovesse vedere anche un solo badile entrare nel perimetro del Centro Trasmissioni, la questione va dritta dritta in Procura.
azz…non sentivo una frase del genere da quando leggevo i fumetti di Tex Willer di mio zio. Ora manca solo Braccio Di Ferro che esclama “per le tinche del Titicaca” e poi siamo a posto…
Non mi risulta,però potrei sbagliarmi,che Guglielmo Marconi facesse fumetti,nè che al momento della scoperta di poter comunicare tramite onde,in seguito chiamate onde radio, l’assistente dello scienziato esclamasse:”Per le tinche del Titicaca si sente!”Questo per dirti caro Komma, che la cosa non può essere talmente sminuita e accostata a Tex Willer o a Braccio di ferro.Ti ricordo che a Budrio,esiste il museo dei burattini, motivo d’orgoglio di tutti i Budriesi.
Perchè non ricordare il sito ove Marconi volle il centro trasmissioni, a Cento di Budrio nel lontano 1936?
Capitan Miki e il grande Bleck ne sarebbero orgogliosi.
Hai ragione Beppe. Infatti non ho scritto quella frase per sminuire il lavoro di Marconi o per ingiuriare il nostro illustre conterraneo ma solamente per ridere un po’ sul fatto che l’esimio avvocato Sforzellini scrive dei papiri in perfetto stile Perry Mason per poi finire con una frase degna dei fumetti. Per il resto, si può fare tutto quello che vuoi ma ti ricordo che solo a pochi chilometri da casa nostra c’è addirittura un museo deicato a Marconi, con le apparecchiature originali dello scienziato e, nonostante sia molto interessante (io ci sono stato) non gode di quella fama che meriterebbe e del numero di visitatori che hanno altri musei. Mi piacerebbe saper quanti fanatici della palazzina sotto le antenne hanno mai visitato quel bel museo…
Nessuno e’ profeta in patria Komma, ma tutti avvocati Azzeccagarbugli !!!