Non ci sta il sindaco di Budrio Carlo Castelli a far passare il suo bilancio come uno scellerato aumento dell’imposta comunale. E così, dopo le polemiche delle scorse settimane, ha preso carta e penna e, in un comunicato inviato alla stampa, ha spiegato le ragioni per le quali ha deciso di aumentare l’irpef comunale.
“Il bilancio comunale 2012 – ha scritto – prevede la difesa di tutti i servizi per i cittadini e una risposta positiva per evitare liste di attesa nelle scuole dell’infanzia. Per questo abbiamo previsto un intervento della addizionale IRPEF comunale proporzionale al reddito, che comporterà per un reddito medio di 23.800 euro, un contributo suppletivo di 5 euro al mese”. Un’aumento di imposta che – sostiene – “ci impegniamo a tornare a ridurre se l’IMU-ICI porterà risorse sufficienti al Comune, anche se dubitiamo di questa possibilità, considerando che solo l’IMU prima casa rimarrà ai Comuni mentre per il resto il 50% andrà allo Stato”.
Poi Castelli torna ad attaccare il consigliere di maggioranza Giuseppe Cesario (PSI), reo di non aver votato il bilancio nell’ultimo consiglio comunale e di aver chiesto al Comune di andare in esercizio provvisorio. “Lo abbiamo evitato – dice Castelli nella nota stampa – considerando che fra marzo e maggio 2012 ci saranno le elezioni comunali a Budrio e non sarebbe stato responsabile scaricare sui nuovi amministratori una nostra responsabilità. Così ha fatto anche il Comune di Castenaso, dove i socialisti sono forza di governo e nessuno di loro ha fatto polemica come a Budrio. Per la maggioranza consiliare di Budrio la coerenza è un valore”.
Non si fa attendere la replica di Cesario. “Da che pulpito viene la coerenza – chiosa il consigliere del PSI – il sindaco di Budrio vede la pagliuzza ma non la trave dei 56 sindaci su 60 della provincia di Bologna (quasi tutti del del PD, il suo partito) che sono andati in esercizio provvisorio, come volevo fare io”. E poi Cesario chiede a cosa servano i soldi in più chiesti ai cittadini visto che “si chiude il consuntivo con 350.000 euro di avanzo che vanno ad aggiungersi ai 2 milioni accumulati negli anni passati: soldi non spendibili a causa del patto di stabilità. E perchè allo stesso modo si è dovuto introdurre nel 2011 la tassa sui passi carrai per incassare circa 150.000 € quando poi ce ne rimangono 350.000 non utilizzabili”.
Ma il disappunto di Castelli nei confronti del partito alleato non si è fermato qua. “Da quattro anni – ha detto il Sindaco – prevediamo l’esenzione totale dell’IRPEF comunale per i redditi al di sotto dei 10.000 euro. Si tratta per il 90% dei casi esentati di persone con la pensione al minimo, di lavoratori in CIG, di giovani precari. Cesario, da quattro anni, sostiene invece la tesi che la metà di queste esenzioni riguarda lavoratori autonomi, potenzialmente evasori fiscali, e questa tesi non è corretta, è una frottola.
Dal canto suo Cesario ha risposto pure a questa constestazione. “Qualcuno spieghi al sindaco che i pensionati al minimo non c’entrano niente perchè hanno un reddito sotto la quota imponibile di 7.500 e quindi se non pagano l’irpef tantomeno sono soggetti all’addizionale irpef”. E ancora: “quell’esenzione favorisce un po’ i lavoratori precari (dalla quota imponibile di 8.500 euro a 10.000 euro) e i pensionati (dall’imponibile di 7.500 euro a 10.000 euro), molto di più i lavoratori autonomi (dall’imponibile di 4.800 ai 10.000) e soprattutto gli evasori fiscali”.
Ogni scusa è buona per dire che bisogna far pagare di più i cittadini. A che servono tante tasse se poi i soldi chiesti non si possono spendere in virtù del patto di stabilità?
Allora ha ragione chi diceva che la tassa sui passi carrabili è solo un danno per i cittadini. Bisognerebbe che il sindaco pensasse più a cercare di capire come difendere il patrimonio delle famiglie in difficoltà, invece di chiedere soldi a tutti in modo indiscriminato.
Bisogna ricordare ……che a carico dei cittadini Budriesi oltre alla manovra lacrima e sangue del governo monti, nel bilancio comunale non c’è solo l’aumento dell’addizionale irpef che porterà oltre 650.000 nelle casse del comune , ma dobbiamo considerare l’aumento delle tariffe scolastiche, la nuova tassa sui passi carraio, senza dimenticare che abbiamo come comune, sommando il debito della step (società patrimoniale del comune)e il debito ufficiale del comune di Budrio quasi 20 milioni di euro.
Anche questo è sulle spalle dei cittadini.
Meditate gente Meditate!
Che bello avere 20 milioni di debito e non sentirli!
Purtroppo l’art.32, comma 2, Legge 18/6/2009, n.69 non obbliga i comuni sotto i 20.000 abitanti a pubblicare il bilancio di previsione sul proprio sito informatico, altrimenti questa notizia di debito del Comune di Budrio non sarebbe comparsa solo adesso, in campagna elettorale.
Caro Rinaldi si vede che leggi poco sono mesi che lo scrivo sul giornalino di budrio e non solo