Oltre Hera-Acegas : una ipotesi [L’OPINIONE]

16 ottobre, 2012

Per capire come la fusione Hera/Acegas sia solo un tassello nel quadro di una futura uscita “morbida” dei Comuni dal controllo delle ex-municipalizzate (e quindi un passaggio in antitesi con l’esito del referendum per l’acqua pubblica) occorre fare qualche passo indietro nel tempo.

Nel 2009 prese corpo un piano per la creazione di una maxi-utility del Nord attraverso la fusione di Iride, Enia ed Hera. Poi Hera andò avanti da sola, mentre da Iride ed Enia nacque Iren. Il passaggio successivo verso la creazione di questa maxy-utility avrebbe dovuto essere la fusione tra Iren ed A2A.
Nel Settembre 2011 Hera presenta il suo piano industriale 2011/2015 nel quale esclude di procedere nel quadriennio a ulteriori fusioni o acquisizioni ( “Il piano industriale mira ad un’ulteriore crescita del MOL attraverso leve di crescita esclusivamente “interne” (senza M&A che ha caratterizzato la crescita storica di Hera”). http://bit.ly/PyIdhn

A Novembre 2011 arriva il governo Monti e con lui Corrado Passera ( ex Intesa SanPaolo e Mc Kinsey) al ministero dello Sviluppo e Infrastrutture. Passera nomino’ alla Direzione Generale del settore energia un manager di derivazione Mc Kinsey, la stessa società che elaborò il piano per la multi utility del Nord. http://bit.ly/Qk4ydj

Il denominatore comune di queste ex-municipalizzate e’ il loro allarmante livello di debito: parliamo di 3 miliardi di euro per Iren, 5 miliardi per A2A considerando anche il debito di Edipower in cui Iren ed A2A sono soci, altri 3 miliardi per Hera/Acegas un minuto dopo la fusione.
Su come questo livello di indebitamento si sia generato andrebbe fatto un discorso ampio ma per amor di sintesi ci si puo’ limitare a citare i compensi faraonici ai manager, una spregiudicata politica di pagamento di dividendi e anche una singolare gestione dei crediti aziendali (basti pensare che Iren è creditore di 260 milioni di euro nei confronti del Comune di Torino).

Sul fronte Torino-Milano la fusione non riesce a concretizzarsi, tanto che nel 2013 Iren e A2A chiuderanno definitivamente l’esperienza congiunta in Edipower : A2A rilevera’ le quote di Iren attraverso la cessione di alcuni impianti idroelettrici e centrali gas.
L’ingresso del Fondo Strategico di CDP nel settore multi utility, inizialmente prospettato per l’operazione Iren/A2a, viene quindi dirottato sulla fusione last-minute Hera/Acegas ovvero laddove management e patti di sindacato spalancheranno le porte al nuovo socio.

E si tratta solo di una tappa nel disegno che pare facile delineare : creare una super-multiutility che ridurra’ il suo indebitamento complessivo attraverso l’ingresso di nuovi capitali e quindi di nuovi soci facendo uscire in modo morbido i Comuni da qualsiasi tipo di controllo, politico ed economico, dalla gestione.
Una volta che tutte le utilities del Nord saranno fuse è facile immaginare che i Comuni saranno messi da parte: a loro resteranno le reti da affittare alla neonata mega-utility in cambio di consistenti (se non tutte) quote azionarie di loro proprietà, dopodichè vedremo i Comuni affittare le stesse reti a questo nuovo megagestore in cambio di un canone annuo.

Solo in quel momento, non un minuto prima, vedremo all’opera la vera competitività del management della nuova multi-utility: la vedremo rivendere a banche d’affari e fondi di investimento le quote azionarie rilevate dai Comuni così da ridurre, con quei soldi, l’indebitamento. La vedremo ridurre drasticamente il numero dei componenti dei Consiglieri e dei Manager: non servono tutti i consiglieri delle varie ex-municipalizzate, ne resteranno ben pochi di loro. E ci saranno ricadute occupazionali, perche’ allo stesso modo la nuova società riuscirà a tagliare posti di lavoro.
Il punto è che in quel giorno (entro il 2020, penso io) il Comune non sarà più azionista di questa multi-utility, ma un semplice fornitore. Vale a dire che saremo stati soci (come Comune) per tutto il tempo in cui Hera è stata gestita male, contribuendo a pagare megacompensi e sprechi. Mentre non lo saremo più nel momento in cui la gestione finanziaria sara’ piu’ attenta (sottolineo finanziaria).

E quel giorno l’acqua non sarà più pubblica, ma nelle mani della finanza.

di Antonio Capponi

Facebooktwittergoogle_plusmail

Commenta via Facebook


8 Commenti


  1. Ora tutto questo verrà bollato come fantapolitica, ma sela gente avesse memoria!!! E dico memoria non altro…

  2. Alla base di tutti questi fenomeni rimane comunque una visione esclusivamente capitalistica nella gestione di beni e servizi che in una società più equilibrata dovrebbero essere diritti inalienabili e quindi affidati a società no profit. Nessuno può negare che illuminazione, acqua e calore costituiscano un diritto che non può trasformarsi in oggetto di commercio al solo scopo di arricchire gli investitori. Da notare che nel tempo è stata fatta abilmente sparire la cosiddetta fascia sociale (un certo numero di Kw/h a prezzo agevolato). L’ubriacatura delle privatizzazioni avviate negli anni ’70 in favore del mercato privato e sostenute dalla comunità europea ha favorito solo l’ampliamento della “forbice” tra poveri e ricchi.

  3. Ho letto con molto interesse il fondo di Antonio Capponi. Credo sia necessario che queste notizie e considerazioni siano studiate e divulgate per cui mi adopererò a tal fine.

  4. Marco Sassatelli

    Quindi non se ne esce: l’azienda che cresce è grande e più efficiente, però i comuni non ne hanno il controllo, per cui decide come vuole delle sue attività e non ci trasferisce alcun beneficio;l’azienda che non cresce la possiamo ancora controllare ma è capace solo di generare debito, per cui siamo titolari di debiti e non abbiamo alcun beneficio. Vede un’alternativa, Capponi?

  5. Ferruccio Bonaga

    Letta così mi sembra che questo “esproprio” potrà essere possibile indipendentemente dal fatto che CdeP abbia già o meno azioni delle ex municipalizzate … nello specifico, indipendentemente dall’ingresso nel Patto.

    F.

  6. Caro Antonio,
    a volte il diavolo può essere utile. Ti ricordi la telefonata Fassino-Consorte “Abbiamo una banca!!!”
    Era illegittima la diffusione di quella intercettazione, ma quanta lapidaria verità conteneva e contiene sulla metamorfosi degli ex difensori del proletariato! (Purtroppo)

  7. Il famoso “Cetriolo Globale” di guzzantiana memoria… Eccolo…

    http://www.youtube.com/watch?v=sjj5Qz8rkbo

Lascia un commento


Il tuo commento sarà pubblicato al più presto una volta sottoposto a moderazione. I campi contrassegnati con * sono obbligatori.