Budrio, il Comune pronto a vendere meta’ delle azioni Hera

14 novembre, 2012

A meno di una settimana dalle polemiche sul depotenziamento dell’ospedale di Budrio, un’altra questione di rilievo rischia di scatenare nuovi contrasti. Giovedì sera si deciderà infatti sulla vendita di metà delle azioni Hera del Comune. “I motivi della vendita – spiega il sindaco Giulio Pierini – sono determinati dall’esigenza di rafforzare gli equilibri del patto di stabilità imposto dal governo e dalle leggi in materia di finanza locale e quindi di acquisire la liquidità necessaria per il pagamento di lavori pubblici già previsti in bilancio dal corrispondente impegno di spesa”.
In altre parole, mancano i soldi per il pagamento dei lavori pubblici e per questo il Comune venderà parte del suo patrimonio.

CESSIONE DI META’ DELLE AZIONI DI HERA
L’indirizzo che sarà dato è quello della cessione di circa metà delle azioni di Hera che in totale sono circa 1 milione e 600 mila. 65 mila di queste potranno essere vendute sul “mercato libero”, mentre fino a 790 mila potranno essere vendute a comuni (o consorzi di comuni) che fanno parte del Patto di Sindacato che governa la maggioranza pubblica della società Hera.

IN SOSPESO LA REALIZZAZIONE DEL CENTRO COMMERCIALE. PER QUESTO SERVE LIQUIDITA’
Il sindaco Giulio Pierini ha spiegato qual’è la causa principale della mancanza di liquidità per il pagamento dei lavori pubblici: “Questa tensione finanziaria si è prodotta sostanzialmente per via della sospensione dell’Area produttiva ecologicamente attrezzata di Cento di Budrio. Il Comune di Budrio ha previsto un’entrata per oneri di urbanizzazione di un milione di euro, a fronte di accordi e di convenzioni firmate da tutti i soggetti coinvolti, essendo finalmente arrivato al termine un lungo percorso burocratico e di programmazione territoriale”.
“Poiché il noto procedimento del Ministero dei Beni culturali – continua Pierini – lascia tuttora in sospeso la realizzazione dell’APEA così come era stata programmata, si rende necessario ovviare con altre scelte al fine di mettere in sicurezza il nostro bilancio e la liquidità per i pagamenti a chi ha realizzato o sta realizzando lavori per il Comune di Budrio”. [Nella foto, il progetto del centro commerciale a Cento di Budrio, in sospeso a causa della decisione sulla fattibilità di demolizione della palazzina RaiWay che sorge nel luogo destinato a costruzione]

VOTAZIONE RINVIATA, APPROFONDIMENTO O RISCHIO AFFOSSAMENTO IN AULA?
La votazione sulla vendita delle azioni HERA era prevista nell’ordine del giorno del consiglio comunale dello scorso 30 ottobre. Tuttavia durante la commissione consiliare che ne preparava i lavori, il sindaco Pierini ha deciso di stralciare la questione rinviandola al prossimo consiglio utile, proprio quello del prossimo giovedì.
Sul suo sito internet il sindaco si è giustificato in questo modo: “Ho percepito il bisogno diffuso di un ulteriore approfondimento sulla delibera di indirizzo per la cessione di quote azionarie di Hera” e “ho proposto ai consiglieri comunali di posticipare l’approvazione della delibera. Non cambiano i termini di questa scelta, ma questo approfondimento sarà utile per comprenderne a fondo i motivi e consente a tutti di avere un livello più alto di conoscenza, evitando interpretazioni sbagliate o improvvisate su un tema così importante”.
Per il sindaco – quindi – un rinvio dovuto a un approfondimento. Anche se sembrerebbe che Pierini abbia trovato una divergenza sul tema oltre che fra le fila dell’opposizione, anche nella sua stessa maggioranza. E’ noto infatti come i partiti alleati abbiano già contestato la fusione Hera-AcegasAsp di solo un mese fa. E anche nello stesso PD qualche consigliere dubbioso avrebbe fatto valere il suo distinguo proprio sulla vendita delle azioni Hera. E con il rischio di qualche astensione di troppo, la delibera correva seriamente il rischio di essere affossata in aula.

GIACON (M5S): “IL COMUNE HA BISOGNO DI SOLDI LIQUIDI E IN FRETTA”
“Conosco una famiglia che in questi tempi di magra ha deciso di vendere la metà delle azioni che con tanta fatica aveva messo da parte anni fa”. Così Antonio Giacon, capogruppo del Movimento 5 Stelle, si era espresso appena appresa la notizia della proposta di cessione delle quote Hera.
“La cosa che mi ha sorpreso – si legge nella nota di Giacon – è che abbia preso questa decisione ora che il valore di questa azione è molto basso. Se le avesse vendute qualche anno fa avrebbe guadagnato 3 volte quello che incasserà oggi. Evidentemente questa famiglia ha veramente bisogno di soldi liquidi e in fretta”.

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6 Commenti


  1. Quante parole per nascondere una verità che il sindaco ha il dovere di dire ai suoi cittadini: il comune non ha soldi. Il governo delle banche e dell’alta finanza, sostenuto vigorosamente dal partito del sindaco, da i soldi solo alle banche e alle speculazioni finanziarie; ergo il comune favorisce operazioni di speculazione edilizia -con il centro commerciale di Cento che però non va ancora in porto (accidenti a Marconi!)- e di speculazione ambientale e finanziaria con le biomasse (meglio bioimbrogli) di Mezzolara; è costretto a svendere la azioni Hera con il duplice effetto di perdere un bel po’ di soldi ed il controllo sull’amministrazione delle s.p.a. riservato agli azionisti. Tutto questo per non aver detto la verità ai cittadini ed aver chiesto la loro partecipazione diretta e consapevole alle spese dell’ente pubblico.
    C’è qualche sindaco in Italia che fa il contrario: anzichè svendere il territorio alle speculazioni per far cassa, dice chiaramente ai cittadini che l’alta qualità della vita ha un costo che il comune con le entrate ordinarie non può sostenere e chiede ai cittadini di partecipare attivamente alle spese per i servizi essenziali. Voi non ci crederete ma i cittadini si sono auto-tassati per la difesa della loro qualità della vita, del loro ambiente, e stimano moltissimo i loro sindaci.
    C’é una bella differenza, vero?

    • poteva essere finalmente l’occasione di lasciare perdere quel progetto dissennato del centro commerciale di cui nessuno(tranne gli amministratori locali)sentiva il bisogno…ora vendere parte del patrimonio del comune per finanziare quella cosa…lascia a dir poco interdetti….

    • Bel goal Roi. Complimenti

  2. Io lo sostengo da sempre, mi piacerebbe sapere chi, a Budrio, sarebbe disposto ad autotassarsi pur di non vedere un obrobrio di centro commerciale in un area che per arrivarci bisogna farsi il segno della croce? Inoltre “convincerebbe” molti negozianti, detti piccoli commercianti, a chiudere, cosa che già fanno, invece di aiutarli… Una volta una ex commerciante che aveva un negozio a Budrio disse, noi piccoli un centro commerciale non lo vorremmo mai, ci cciderebbe tutti… Sante parole, se non fosse che, una volta diventata consigliere comunale ed aver venduto il negozio, ora si batte per avere questo centro!!! Che non ci sia da guadagnarci??? Infine, vedo che quello che era il mio paese di campagna, ora sta pian piano diventando una metropoli di cemento e mattoni, per zombi, ossia continuiamo e continueremo a costruire, per nessuno perchè se andassimo a vedere la nuova zona creti, palazzi con scritto affittasi o vendesi ce ne sono in abbondanza, di contro hanno trovato opportuno allargarsi ancora in altre zone, zona ottobock, ex villa romantica, ma la domanda è: per chi?? per cosa? se a Budrio non abbiamo piu nemmeno uno straccio di cinema parrocchiale? A meno che, vista la situazione dell’ospedale e di tante altre realtà, non costruiranno una zona dormitorio per la famosa “casa della salute”… Che qualcuno gentilmente vorrà erudirci, di cosa si tratta??

    Pilocca

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