di Leda Carisi*
Ho conosciuto Gianfranco 20 anni fa, in un periodo difficile per Budrio; nella nostra comunità serpeggiavano contrapposizioni, rancori, incomprensioni, diffidenze. Si incontrò un gruppo di persone provenienti da esperienze formative, politiche, di vita, diverse; un obiettivo comune, però, ci teneva insieme: amministrare Budrio, traghettarlo dalla fase delle difficoltà, dell’astio… verso un futuro di serenità, di armonia, di crescita, di sviluppo…
I primi incontri si svolsero in sordina, un pò “carbonari”; la figura di Gianfranco apparve subito il punto centrale, di riferimento per tutti. Avevamo quasi soggezione, timore reverenziale nei suoi confronti… La cultura profonda, le sue parole misurate, essenziali, la sua serietà, la sua sobrietà, un pò ci intimidivano. Dimostrò, da subito, una grande dote: la lealtà.
Ogni passo, ogni scelta, ogni progetto è stato frutto di condivisione, rispetto delle idee di tutti, sintesi di discussioni, a volte anche lunghe e animate; mai ha imposto il suo pensiero, la sua scelta.
Cominciammo a trascorrere, come gruppo di giunta, sempre più tempo insieme; le lunghe domeniche dedicate all’analisi capillare del bilancio per conseguire gli obiettivi programmati, chiedendo ai cittadini di contribuire, solo ed esclusivamente per il minimo indispensabile.
Quanti momenti di preoccupazione, di ansia, di difficoltà abbiamo condiviso! Non sono mancati gli attacchi e gli ostacoli della Politica e dei Poteri; Gianfranco ha sempre anteposto la legalità a qualsiasi cosa, l’imparzialità e l’equità, al favore personale.
Non è stato il sindaco dal sorriso gratuito o di circostanza; è stato il sindaco che ha avuto a cuore, veramente, la gente… tutta – indistintamente.
Apparentemente schivo, distaccato, chiuso al mondo, era invece immensamente ricco di sensibilità e altruismo. Non posso dimenticare, con quale leggerezza, quasi fosse ala di farfalla, sfiorò la manina di Arianna, nata da pochi giorni. Non possiamo non ricordare due giorni e due notti trepidanti, intorno al tavolo “tondo” di giunta ad attendere l’evolversi di una “piena dell’Idice”. Gianfranco era estremamente preoccupato per il territorio, le case, le persone e lo era, in egual misura, per i “suoi”
operai fuori alla pioggia e in situazione di rischio.
Ha amato profondamente Budrio; si è impegnato in maniera sistematica, costante, disinteressata, per il suo paese. Ne sono testimonianza il restauro del palazzo comunale, casa di tutti i cittadini; la predisposizione di un percorso che porterò l’AUSL ad avere i soldi per ampliare il nostro ospedale; l’intuizione di uno sviluppo urbanistico innovativo, trasparente, equo, attento prima alla crescita produttiva poi residenziale, introducendo regole e procedure atte a garantire la legalità, l’uguaglianza di opportunità, l’evidenza pubblica, a tutela di chi intendeva “farsi una casa” a Budrio.
Ci ha insegnato che, davvero, un Comune si può amministrare come una famiglia dove regnano il rispetto reciproco e verso gli altri, la solidarietà, l’oculatezza nelle scelte per camminare e crescere insieme.
Ci ha fatto capire, con le azioni, che cosa significa Democrazia, Istituzioni, onestà, integrità morale… essere primo… al servizio di tutti. Con i fatti, nelle scelte politiche e amministrative, Gianfranco ha perseguito davvero il bene comune; mai con retorica o ipocrisia, mai con azioni o parole di circostanza, di facciata, sempre coerente il pensiero con l’azione.
Al momento, forse, non è stato capito da molti, ma, terminati i mandati, man mano che trascorrevano gli anni, sempre più budriesi si sono aggiunti a quelli che fin dai primi tempi lo avevano stimato ed apprezzato.
Se ne è andato troppo presto, non gli è stato concesso il tempo per ricevere tutta la riconoscenza che gli era dovuta.
Budrio non è diventato quello che aveva immaginato, che insieme avevamo ipotizzato.
Molte cose sono cambiate, alcune delle quali, so, lo hanno molto amareggiato; ce ne dispiace, ma siamo certi che il futuro gli renderà ciò che merita.
Oggi, qui, siamo tanti, e ancora tanti, e per tanto tempo, ricorderemo con rimpianto Gianfranco Celli.
Non si può dimenticare il sindaco dell’onestà, della legalità, dell’imparzialità, il sindaco gentiluomo, il sindaco filosofo, ma soprattutto il sindaco che ha amministrato perseguendo sempre e soltanto, per Budrio e per i suoi cittadini, il bene comune.
Abbiamo avuto la fortuna di conoscerlo, di lavorare al suo fianco, di contribuire un poco al suo progetto ed abbiamo avuto il privilegio di diventare suoi amici.
A Lalla, Azzurra il nostro fraterno ed affettuoso abbraccio.
*Leda Carisi
a nome degli Assessori delle giunte 1993-2002
A leggere le bellissime parole di commemorazione, scritte da Leda Carisi, sembra di essere precipitati in una diversa era geologica.
Io credo che la memoria di un uomo giusto vada onorata perseguendo i suoi ideali. Se qualcuno a Budrio se ne é dimenticato, sarà nostra premura ricordarglielo ogni giorno.
Grazie Leda
Grazie Gianfranco,,,hai lasciato un grande vuoto dentro di noi e un ricordo indelebile