‘Il malanno immaginario’ al Consorziale di Budrio. Intervista a Vito

4 dicembre, 2012

Lo spettacolo Il malanno immaginario, interpretato da Vito, Claudia Penoni, Roberto Malandrino, Paolo Maria Veronica e Maria Vittoria Scarlattei, con la regia di Daniele Sala, sarà in scena al Teatro di Budrio martedì 4 e mercoledì 5 dicembre. Si tratta di un riadattamento inedito di Francesco Freyrie, noto sceneggiatore di programmi televisivi e spettacoli comici, da Il malato immaginario di Molière.

L’originale commedia del 1673 viene aggiornata alle preoccupazioni contemporanee su salute e invecchiamento: l’ipocondriaco protagonista, come scrive lo stesso Freyrie, “cataloga ricette, legge i bugiardini, ingoia farmaci, consulta enciclopedie mediche, sfoglia libri sull’alimentazione macrobiotica, opuscoli sulle nuove frontiere dell’anti-age, depliant su attrezzi e cosmesi per il mantenimento del benessere”. Purghe e salassi non avrebbero certo sortito altro che sorrisi distaccati, mentre i trattamenti di medici e ciarlatani odierni ci pungolano ed esaltano la straordinaria attualità della vicenda.

Il ruolo dell’ipocondriaco sarà interpretato da Stefano Bicocchi, in arte Vito, divulgatore a teatro come in televisione di quel fare emiliano che è la sua cifra stilistica, come spiega nell’intervista a seguire. Lo abbiamo apprezzato molte volte al Consorziale, ricordo il divertentissimo Stella Rossa, o Il grande caldo, oppure il recente Se perdo te 2, spettacoli che hanno visto, come in questo caso, la collaborazione con Freyrie e Sala. Questa volta la sfida è diversa perché ci si relaziona a una famosissima commedia, completamente rivisitata e modernizzata, certo, ma pur sempre un impegnativo punto di riferimento. Ma la capacità di Vito di dare vita a personaggi che potremmo aver incontrato al bar o in piazza renderà sicuramente familiare e dunque efficace il malato presunto più celebre della storia del teatro.

Affianca Vito il brioso duo comico Malandrino e Veronica, attori piemontesi di origine ma bolognesi di adozione, e già a Budrio con il riuscito spettacolo interattivo Forbici Follie nel 2006, ma soprattutto a Bologna tutta estate 2012 con la serie di spettacoli dedicati alla riscoperta della città, Visitors. Il bello dei luoghi comuni. Tra questi Intervista a Quirico era un insolito omaggio al grande budriese nell’anno del bicentenario della morte. Con loro anche l’attrice Claudia Penoni, nota soprattutto per la partecipazione alla trasmissione televisiva Zelig, in coppia Leonardo Manera, e già a Budrio con Recital nel 2010.

In passato la abbiamo vista interpretare ruoli molto calzati sul personaggio di Vito, sarà così anche in questo caso, un riadattamento da Molière?
Chiaramente la fortuna di avere un autore vivente è una cosa interessante perché scrive su di me, su quelle che sono le mie corde, i miei modi di recitare, i miei modi di interpretare i personaggi. Freyrie, soprattutto in questo caso, ha fatto un grande lavoro in quanto non era facile trarre un testo nuovo da Molière. È una cosa piacevole avere l’autore in sala che scrive per te e chiaramente quando scrive per te è come un abito su misura.

Il suo personaggio è molto bolognese, come avete lavorato su questo aspetto? E come si relaziona agli altri attori che sono invece di origine piemontese?
Il fatto del “bolognese” è un percorso che abbiamo fatto tanti anni fa con l’Arena del Sole con Francesco Freyrie, con Daniele Sala: abbiamo voluto portare in giro per l’Italia un modo di pensare di una parte dell’Italia: l’Emilia Romagna. Quindi questo modo di parlare, non in dialetto ma con una cadenza che in qualche modo ricorda il luogo d’origine, è molto interessante ed è un lavoro che tutti i comici fanno. Non c’è nessun comico che parli in italiano da accademia, da Alberto Sordi a Benigni, parlano tutti con una cadenza regionale perché il comico se è collocato nella regione ha una forza maggiore. Il fatto che sia bolognese è perché sono nato qua. I primi anni non è stato facile perché il bolognese è stato sempre trattato come un modo di parlare di serie b, noi facciamo spettacoli da Bolzano alla Sicilia e quindi abbiamo visto che funziona. Portiamo un pezzo di territorio, le radici di un luogo su un palcoscenico adattato a un personaggio.

La abbiamo vista a Budrio con una certa continuità in questi anni, come si trova?
Mi sono trovato davvero benissimo, benissimo perché c’è un teatro in cui si lavora molto bene: quando sei là sopra ti accorgi di come funziona un teatro e questo funziona bene, è curato e rispettato. Il paese è straordinario, ci sono dei posti in cui si mangia davvero molto bene ed è molto piacevole venire a Budrio.

A proposito di cucina, lei è un esperto e un intenditore. Ha scritto un libro di ricette bolognesi e la abbiamo vista ospite in molti programmi, una delle ultime apparizioni è stata a Masterchef Italia in cui ha parlato dell’impasto della pasta ripiena bolognese. L’argomento è particolarmente dibattuto, ci darebbe un parere su come dovrebbe essere?
Proprio ora sta andando in onda su Sky, canale Gambero Rosso, un programma che si chiama Vito con i suoi in cui io, mio papà e mia mamma cuciniamo a casa mia a Bologna. La cosa interessante è che ogni piatto particolare è fatto dalle famiglie e quindi ogni famiglia ha la sua ricetta e ogni ricetta è straordinaria. Quindi c’è una ricetta del tortellino che è depositata alla Camera di Commercio di Bologna, che è quella ufficiale, però se vuoi assaggiare il tortellino vero dovresti andare ogni domenica da una famiglia diversa e ogni domenica assaggeresti un tortellino eccezionale, ma diverso. Quindi il vero tortellino è quello che fai a casa tua, è una cosa soggettiva, personale, di famiglia e di territorio.

Maria Ludovica Piazzi

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1 commento


  1. Bella intervista. Brava Ludovica 🙂

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