Il doppiopesismo del PD sulle infrastrutture autostradali [L’OPINIONE]

30 gennaio, 2013

di Sergio Ceravolo

Alla fine di Novembre 2012 il PD di Bologna, della Provincia e della Regione Emilia-Romagna, dopo lunghe e poco trasparenti trattative tra i vari enti decisionali, approvavano l’ultima versione di 38,3 Km del Passante Nord (a sole due corsie per senso di marcia) e proponevano a Società Autostrade di realizzare l’opera considerata una scelta strategica fatta nell’interesse dei cittadini e della collettività, perché avrebbe risolto il problema del traffico sulla Tangenziale e sul nodo di Bologna, e diminuito l’inquinamento.

Si sostiene che il nuovo tracciato è il miglior compromesso o la migliore scelta, a seconda dei casi, per impattare il meno possibile sul territorio, sui centri abitati e sul consumo di terreno agricolo di pregio. E si continua a non tener conto e a non confrontarsi fattivamente con comitati di cittadini, Legambiente, movimenti e partiti contrari a quest’opera che da anni pongono una serie di criticità e propongono soluzioni alternative al Passante Nord. (Vedi su www.passantenord.org ). Quando nella primavera-estate 2012 Società Autostrade si diceva disponibile a costruire su un tracciato più corto, il cosiddetto “passantino” di 31,7 Km (ancora più devastante e impattante per il territorio ed i centri abitati), soprattutto i Sindaci dei comuni coinvolti, e con minore enfasi altri enti politici e istituzionali, ponevano delle condizioni irrinunciabili per portare avanti la trattativa. Le condizioni irrinunciabili erano: 1) salvaguardare al meglio possibile il territorio ed i terreni agricoli di pregio; 2) realizzare opere di mitigazione ambientale lungo il percorso; 3) Passante a tre corsie per senso di marcia con relative corsie di emergenza; 4) eliminazione del traffico dell’Autostrada A14 dal centro dell’asse della Tangenziale, rendendo disponibili tutte e cinque le corsie per il traffico cittadino e locale (la cosiddetta banalizzazione della Tangenziale); 5) tratto dell’Autostrada A13 Arcoveggio-Interporto di libera circolazione e senza pedaggio. Alla fine di questa oscura trattativa la montagna ha partorito un topolino: per quanto si è potuto capire da una comunicazione parziale e poco trasparente il Passante Nord sarà realizzato con solo due corsie per senso di marcia; sarà prevista una strana e complicata banalizzazione della Tangenziale: parziale, con by-pass di corsia tra tangenziale e autostrada contigua, solo per alcune limitate uscite della tangenziale – secondo molti esperti inefficace a ridurre in modo significativo il traffico sulla tangenziale medesima; rimarrà invariato il transito autostradale in mezzo alla Tangenziale; non si capisce se fino all’uscita Interporto dell’A 13 si continuerà a pagare o meno il pedaggio.

Come si vede un’opera inutile, inefficace che soggiace ad idee di mobilità e sviluppo vecchie e non più sostenibili; un’opera non più attuale ed ingiustificata: visti i volumi di traffico sul nodo di Bologna in drastico calo negli ultimi due-tre anni ed in ulteriore calo nei prossimi anni, secondo le ultime previsioni, visto il calo a picco delle vendite di automobili in Italia negli ultimi tre anni, visto persino il calo del consumo di carburanti; un’opera che non risolve le criticità, mentre devasta irrimediabilmente il territorio e l’ambiente e danneggia la salute dei cittadini che non vengono adeguatamente informati ne coinvolti. E cosa lasceremo alle generazioni future, già tanto gravate da errori fatti e portati avanti negli ultimi venti-trenta anni? Fermiamoci, ragioniamo, facciamo scelte condivise e partecipate, mettendo veramente al centro l’interesse ed i bisogni dei cittadini, delle collettività, partendo dal miglioramento delle infrastrutture già esistenti.

Qualche giorno dopo la decisione di fare il Passante Nord lo stesso Partito Democratico per voce di due suoi Senatori, attraverso un comunicato stampa, si esprime in maniera dura e con critiche pesanti e fortemente negative contro le scelte insensate e devastanti per l’ambiente fatte e portate avanti dalle autostrade lombarde.
Quel che qui si vuol mettere in rilievo, oltre che la scelta sbagliata di fare il Passante Nord, è il doppiopesismo e la disparità di giudizio degli esponenti del PD, che da una parte giudicano come insensati, devastanti, inutili e costosissimi gli ampliamenti in corso delle reti autostradali della Lombardia, mentre dall’altra giudicano il passante autostradale a Nord di Bologna come strategico e scelta migliore per la mobilità e lo sviluppo del territorio bolognese.

Molto interessante il comunicato stampa del PD del 3 Dicembre 2012
(http://www.partitodemocratico.it/doc/247210/autostrade-senatori-ecodem-no-a-soldi-pubblici-per-debiti-serravalle.htm) di cui, di seguito, ho evidenziato le parti più evocative.
I due senatori ecodem del PD esprimono giudizi fortemente negativi, critiche pesanti ed ampiamente condivisibili “ per le scelte insensate e ambientalmente devastanti delle autostrade lombarde” e stigmatizzano che “per una politica dei trasporti fallimentare, la Lombardia si ritrova oggi con un territorio disseminato di cantieri per autostrade inutili e costosissime e con una mobilità che sistematicamente penalizza il trasporto su ferro. E’ ora di fermare questa deriva …”. Per inciso, i due senatori ecodem usano le stesse argomentazioni, e persino le stesse parole, che usano i comitati di cittadini liberi e pensanti, i movimenti e i partiti che da anni si esprimono contro il passante autostradale nord di Bologna.
Perché i due senatori del PD non esaminano con la stessa accuratezza e passione politica il mostro di cemento e asfalto, ovvero il passante autostradale nord, con cui il PD di Bologna e della Regione Emilia-Romagna stanno per devastare la pianura a nord di Bologna e non danno il loro fattivo contributo per fermare quest’opera altrettanto insensata, inutile e devastante per l’ambiente e il territorio? Un’opera che ha delle alternative valide, meno costose, con minimo consumo di territorio e sostenibili.
O dobbiamo pensare che i criteri e le valutazioni adottate per opporsi e contrastare scelte contrarie all’interesse generale e della collettività valgono nelle Regioni, come la Lombardia, dove governano gli altri partiti e non valgono nelle Regioni, come l’Emilia-Romagna, dove governa il proprio partito?

Sergio Ceravolo
sergioceravolo@yahoo.it

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8 Commenti


  1. GRANDE! … sig. Antonio, Lei è un GRANDE!
    Stupenda visione d’insieme. Complimenti. …. invidia, positiva ma invidia per questa capacità che personalmente non ho e che mi piacerebbe assai avere.
    … questa è ricchezza a gratis…

    Grazie sig. Antonio.

  2. In tema di doppiopesismo: il Comitato di cittadini per l’alternativa al Passante Nord ha chiesto, a suo tempo, di essere presente con un suo stand alla festa dell’ uva di Castenaso. La locale Proloco, espressione della corrente di maggioranza del PD locale, ha posto un divieto in quanto giudica gli abitanti del paese talmente cretini da non poter valutare autonomamente le proposte di Galli & company che li potrebbero “turbare”.
    E questo nonostante il Sindaco di Castenaso abbia manifestato pubblicamente le sue perplessità sull’opera.
    Poco lontano, alla festa paesana di Granarolo, Gli stessi esponenti del Comitato erano in piazza col loro gazebo, nonostante lì il Sindaco Lambertini fosse schierato con i favorevoli alla realizzazione del Passante Nord.
    Solo per confermare che la confusione è grande sotto il cielo.

  3. Andando fuori tema, chiedo la cortesia al signor Capponi, che leggo sempre con grande interesse al netto da qualsiasi ideologia, di illuminarmi meglio sul caso MPS. Molti aspetti si stanno chiarendo anche attraverso la stampa, e la magistratura è al lavoro, ma proprio non mi spiego cosa possa indurre un manager ad acquistare una qualsiasi cosa, in questo caso una banca, pagandola tanto di più di quel che vale,esponendosi così tanto finanziariamente dall’andar dritto al disastro a cui stiamo assistendo. Sono certo che il sig.Capponi un’idea se la sia fatta e mi piacerebbe conoscerla.

  4. RESILIENZA = CAMBIAMENTO SENZA DEVASTARE E SENZA COLLASSARE IL SISTEMA.
    Ringrazio il signor Antonio Capponi per aver idealmente continuato il mio articolo con una bella, chiara e lucida analisi sul doppiopesimo e metamorfosi del PD: un partito dove chi non è in linea con le direttive di apparato, o vuole promuovere uno sviluppo veramente sostenibile, o ha idee lungimiranti per lo sviluppo del nostro Paese e fermare il declino (che è un declino civile, sociale e spirituale) viene relegato ai margini, o anche espulso. Del resto in campagna elettorale ci propongono e promettono sviluppo sostenibile, riduzione drastica del consumo di territorio, salvaguardia dell’ambiente e del territorio e quant’altro (naturalmente mi auguro che queste promesse vengano attuate quanto prima), salvo poi scoprire che la Regione Emilia Romagna è una delle più cementificate d’Italia e che sono in arrivo tra nuove autostrade, passanti, nuove strade e raccordi una serie di mostruose colate di asfalto e cemento (vedi rapporto di Legambiente sul suo sito). Stimolato dal signor Marco Garbuio che ammira e apprezza molto la visione d’insieme, mi permetto di fare un azzardo e introdurre nella discussione ed analisi il concetto di RESILIENZA. Intervenire sui vari problemi con Resilienza significa mettere in atto i cambiamenti necessari SENZA DEVASTARE E SENZA COLLASSARE IL SISTEMA. Ciò presuppone una visione globale-sistemica dei problemi, come quella che ha da sempre la Medicina olistica (scusate se mi cito: sono un medico Omeopata, che per formazione, cultura e pratica professionale è abituato a valutare i problemi, non solo quelli di salute, in un’ottica globale e sistemica) che considera malato, malattia e cura sempre in una visione d’insieme. Io penso che questa visione d’insieme possa essere applicata per la comprensione dei problemi e cura della società malata, della politica gravemente malata e dell’economia in dissesto. Del resto il concetto di Resilienza è entrato nella Psicologia e si sta facendo strada in Ecologia e ambientalismo per la soluzione dei problemi con l’attuazione di uno sviluppo veramente sostenibile. Ma ci vuole una rivoluzione culturale che necessita, per avviarsi, oltre che di un cambiamento e crescita interiore del singolo (un cittadino più consapevole e migliore porta come conseguenza la scelta di una classe politica e dirigenziale migliore!), anche di una vera democrazia partecipata, di una informazione libera, di una seria limitazione e regolamentazione dei conflitti di interesse e lobbies di potere, di una classe dirigente politica ed imprenditoriale illuminata che promuova questa rivoluzione culturale in una sorta di circolo virtuoso. Si! E’ un sogno utopico, ma qualcosa si muove, le condizioni per la svolta ci sono. Ma come sempre dipende, anche, da ognuno di Noi.

    • Bell’accoppiata voi due! Si! Chapeau.

      Oh, dott. Sergio, confesso che la prima lettura della “sua” resilienza… mi ha fatto saltare sulla sedia. Io sono un meccanicaccio. Aeronautico ma pur sempre meccanico. E la ringrazio per quest’affronto a noi meccanici perchè andando su Treccani ho allargato i miei orizzonti. Adesso con la sua resilienza mi ci ritrovo un po’ di più 🙂 .
      Tra l’altro, così su due piedi, mi vien da dire che la sua resilienza è il reciproco della definizione di STATUNITENSE 🙂 .

      La rivoluzione culturale… si… magari! … guardi, io sono un ottimista. Ma non di quelli esagerati, ho la tendenza a vedere il bicchiere mezzo pieno. E da ottimista faccio veramente una gran fatica a vedere qualcosa che si muove. Forse abbiamo due punti di vista diversi, ma di consapevolezza in giro ne sento/vedo ancora poca e non la sento in crescita. E io ne sono l’esempio lampante: sono arrivato (poco più di 4 anni fa) a 45 anni suonati per capire che dovevo ripudiare con tutto me stesso i vari PD, PDL, UDC ecc. Grazie a cosa poi? Grazie ad un momento di rilassamento in azienda dove da mariuoli ci siamo messi le cuffiette alle orecchie (non concesse) e per un anno mentre lavoravamo ascoltavamo ciò che volevamo, io: RAI PARLAMENTO. Un anno, 6h al giorno di “lavori” delle due camere e delle commissioni. SPA-VEN-TO-SO.
      Ecco, ma li, su 10, 9 ascoltavano musica o lo zoo di 105 🙁 . E va beh… almeno uno ha messo a frutto si può forse dire… già, ma uno da solo… fa niente! La democrazia ci vuole tutti alle urne (e meno male!) e tantissimi sono ancora convintissimi che i partiti, questi partiti, è bene esistano.
      Insomma, io si che ho scritto un sacco e detto nulla d’interessante. O meglio, potevo riassumere in: si dott. Sergio, è un sogno utopico. 🙂

      Ancora grazie ad entrambi per questa ricchezza gratuita.

  5. !!!!

    “…Ho scritto molto ma mi accorgo che non ho detto nulla di realmente interessante. … ”

    LOL

    SPETTACOLO!

    @ Redazione di budrionext: non so se vi aggrada, ma una rubrica fissa chiamata “L’angolo di Antonio” o qualcosa del genere … va beh, fate voi!

    Anche no! Ritratto! Qualche anno fa c’era una stupenda trasmissione (8-8e30 e delle volte entravo al lavoro qualche minuto in ritardo per ascoltarla tutta) su RadioRAI1 chiamata “Ultime da Babele” e condotta in modo veramente squisito dal dott. Giorgio Dell’Arti. Dopo un anno di vita arrivò quella delizia di Preziosi e la trasmissione fu spazzata via. Ecco, quell’angoletto per Capponi a titolo “Ultime da Babele” sarebbe veramente una chicca!

  6. Grazie sig.Capponi, lei ha descritto in maniera tecnicamente impeccabile, ciò che io, già seppur confusamente, pensavo. Resta il fatto e questo purtroppo è inconfutabile, che per noi ci sarà un altro conto da pagare. PS. Sul grande è bello ho purtroppo anch’io da tempo maturato i suoi convincimenti.

  7. MEGLIO UN SALTO NEL BUIO CHE … @ Sign. Capponi, grazie per la segnalazione di quest’ultimo ottimo, puntuale e molto ben argomentato scritto del Comitato per l’alternativa al Passante Nord (che avevo già intravisto e non avevo ancora letto con attenzione). Se, come sempre più si delinea, la politica e le modalità di azione delle amministrazioni locali (come quella di Budrio, Bologna e tanti altri comuni) e regionali sono una riverberazione patologica delle linee politiche nazionali e delle direttive di apparato del partito di appartenenza, allora non ho più dubbi. E in piena coscienza e consapevolezza, sempre più convinto, faccio mio uno slogan che, tra gli altri, è stato gridato ieri in una grande bella piazza d’Italia: “MEGLIO UN SALTO NEL BUIO CON IL MOVIMENTO (VERGINE) CHE UN SUICIDIO CON L’USATO SICURO”. Scusate la divagazione politica, ma le critiche argomentate e le proposte di confronto democratico di cittadini, comitati, movimenti e quant’altro, sono politica, per me la migliore.

    Cordiali saluti

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