Il linguaggio dei gesti non e’ tutto [L’OPINIONE]

1 febbraio, 2013

di Pino Ferranti

Il dibattito recente sull’insegnamento della lingua araba a Budrio con il patrocinio del Comune, mi risveglia ricordi d’infanzia, di quando, in particolari festività, gli emigrati ritornavano in paese con i loro bambini. I ricordi mi fanno volare all’età di sette o otto quando nel campo sportivo del mio paese conobbi Steve, un coetaneo figlio di emigrati ritornati dall’America, forse da Tampa.
Steve, capelli lisci con la riga, occhi e carnagione chiari e viso ovale, non spiaccicava una parola d’italiano.

Con lui ci si capiva solo a gesti, si poteva giocare a calcetto o a rincorrersi, ma da altri giochi, che richiedevano la conoscienza della lingua, Steve rimaneva escluso. Quando tra bambini in cerchio ci raccontavamo le nostre avventure e ridevamo per qualche battuta, anche Steve rideva, in ritardo: non è che non capisse, solo che, non conoscendo la lingua, si limitava a fare una risatina di cortesia.
In paese i miei genitori avevano un negozio di generi alimentari e quando Steve entrava con sua nonna le indicava col dito quello che gli piaceva. Con i suoi nonni non c’era colloquio, si capivano solo a gesti: li accomunavano solo il grande affetto e il legame familiare. Dopo circa cinquant’anni da quegli avvenimenti mi chiedo ancora se l’incomunicabilità era colpa di Steve che non conosceva l’italiano o nostra perchè non conoscevamo l’inglese.
Riflettiamo: se si fosse trattato di corsi di ucraino (lingua parlata in un paese europeo non comunitario) o di aramaico (lingua di Gesù parlata in una piccola comunità turca) si sarebbero chiesti gli stessi chiarimenti e giustificazioni?

Sono propenso a credere che non era nell’intenzione degli interroganti confondere la lingua araba con il fondamentalismo islamico. Se così non fosse si tratterebbe di paura, e la paura fa 90!
Alcuni anni fa tre miei conoscenti, (due dei quali bolognesi), rimasero col motore in panne in pieno deserto sahariano. Fu grazie alla conoscenza del poco arabo di uno di loro che si salvarono. Il linguaggio dei gesti non è tutto.

Hassan è un ragazzo egiziano con scuola italiana, robusto, di carnagione un pò scura, occhi e capelli neri, folti e corti, il viso ovale dall’espressione allegra. L’ho conosciuto quando aveva quattordici anni, a casa dell’indimenticabile Marco. In quell’occasione, parlando di calcio, gli proponemmo di partecipare a un torneo. Felice dell’invito, accettò subito. Sul campo, poi, ci disse che ci teneva ad avere la maglia numero 10. Istintivamente gli chiesi come si pronunciava quel numero nella sua lingua. Mi guardò stupìto, poi abbassò gli occhi, dondolò un pò la testa e con voce fioca e un pò mortificato mi rispose che non lo sapeva. Coraggio Hassan i numeri che noi scriviamo in cifre che sono di origine araba, nè tu nè io sappiamo pronunciarli in lingua originale! Fu in quell’occasione che Marco, acuto e sensibile come sempre, disse:”I HAVE A DREAM, come sarebbe bello se un giorno gli italiani parlassero l’arabo e gli arabi l’italiano!”
Se circa 100 anni fa il governo Giolitti avesse avuto conosceza e informazioni in arabo su quella che era la situazione nel Nordafrica, anzichè apprenderle in modo distorto dai nostri geografi e da fanatici nazionalisti in loco, forse ci saremmo risparmiate le nostre penose disavventure coloniali in terre di Libia.
Lo studio di una lingua straniera è tanto più utile quanto più quella lingua è parlata nel mondo. L’arabo è destinato ad avere una parte importante. O no!?

Pino Ferranti

Facebooktwittergoogle_plusmail

Commenta via Facebook


48 Commenti


  1. Articolo indiscutibilmente buonista e che strizza l’occhio all’immigrazione (che non è sinonimo di integrazione). Non bisogna essere certo dei leghisti come il signor Quaglia per poter affermare che chi desidera imparare l’arabo, l’ucraino, l’inglese o lo spagnolo dovrebbe pagare i corsi di tasca sua, e non che ci debba essere lo zampino del Comune al quale i versamenti degli iscritti giungono inoltre indirettamente. A nessuno è venuto da chiedersi come mai proprio in questi anni la nostra amministrazione abbia patrocinato tale iniziativa? Suvvia, basta fare gli ingenui: giù dal pero, gente! Budrio ha un alto tasso di parlanti di lingua araba tra la popolazione straniera residente. E’ questo il vero motivo dei corsi di lingua e cultura araba. Ma se qualcuno osa dire una cosa simile, è a rischio razzismo. Che Bel paese di m….

  2. Se per te Budrio è un paese di merda perchè il Comune da il patrocinio per i corsi di arabo siamo messi davvero male. Per quanto mi riguarda non avevo dato del razzista a nessuno, non conosco il signor Quaglia se non di vista ma ho sempre notato particolare gentilezza nelle sue risposte. Mi sono però semplicemente chiesto il motivo per il quale i corsi di inglese e di altre lingue sono svolti da svariati anni e non ho mai sentito nessuno chiedere quanto incidevano sul bilancio comunale come invece è stato fatto per il corso di arabo. Ed è per questo forse che si viene tacciati di razzismo; perchè ci si indigna sempre e solo quando si tratta di alcune etnie o nazionalità.

    • ci si indigna forse perchè l’inglese serve…l’arabo con tutto il rispetto non serve a una cippa…

      • hummm… mai visitato un paese del medio oriente sig. Lucio? Si guardi, se non esce dal giardino di casa sua è probabile che l’arabo le serva a ben poco. Ma se le capita di fare anche solo il turista in medio oriente e avesse l’accortezza d’imparare 4 parole (buongiorno, buonasera, arrivederci, grazie) le assicuro che il suo potenziale interlocutore di quei paesi la vedrebbe in tutt’altro modo, ben anche già la stesse guardando con l’occhio neutro con cui si guarda qualsiasi turista. Se poi riesce anche a tenere in piedi uno straccio di conversazione anche solo scolastica, lei non ha idea della ricchezza alla quale andrebbe incontro. Concettualmente comunque, il tutto vale anche fuori dal giardino di casa sua.

    • Komma, io mi riferivo all’Italia, non a Budrio. Ho scritto Bel paese, non bel paese. Bel paese è sinonimo della nostra nazione (http://urly.it/1kur).

      Forse una visitina dall’oculista non farebbe male…

      • #lucio: si chiama cultura e, se permetti, la cultura serve, sia quando impari l’inglese, sia quando impari l’arabo. Se poi i corsi ci sono e sono frequentati, probabilmente a qualcuno interessano.

        #Max: chiedo venia se non ho notato, nonostante non abbia problemi di vista, la maiuscola su Bel paese. Si parlava di Budrio e mi è venuto spontaneo riferirmi al nostro bel paese emiliano. Tu stesso, fra l’altro, parlavi di alto tasso di parlanti arabo fra la popolazione budriese. In ogni caso, la risposta non cambia; se per te l’Italia è un paese di merda, perchè si tengono corsi di arabo siamo comunque messi davvero male…

        • komma.molto bene …speriamo allora il comune patrocini anche corsi di cinese..giapponese…sanscrito e possibilmente aramaico…se parliamo di cultura…per il resto anche l’arabo ha il suo perchè

        • Ha ragione Lucio. Il prossimo passo dopo i corsi di arabo saranno quelli di cinese?

          Comunque, noto che nessuno tra chi ha commentato dopo di me tale notizia ha voluto rispondere a questo quesito che avevo posto “A nessuno è venuto da chiedersi come mai proprio in questi anni la nostra amministrazione abbia patrocinato tale iniziativa?”. La conosco questa tattica: spostare l’attenzione da una cosa importante, distoglierne lo sguardo verso un’altra di scarso valore, oppure cercare di trasformare il dibattito in mero battibecco come quelli che i nostri politici sono soliti fare nei salotti televisivi.

          Komma, sono convinto che pure tu sia uno di quelli che considerano l’Italia un paese di merda, ma solo quando appare un omino piccolo, con pochi capelli, con una cadenza meneghina e con modi da venditore. Potrei anche sbagliarmi, non so.

          • io con la mia frase “…per il resto l’arabo ha il suo perchè…”indirettamente ho risposto…posso ulteriormente usare un parallelismo….corso di arabo….pasturare…

          • A questo proposito:

            “A nessuno è venuto da chiedersi come mai proprio in questi anni la nostra amministrazione abbia patrocinato tale iniziativa?”.

            le dico che ho fatto un corso di arabo a Budrio vari anni fa, forse il 2001-2002. Anche allora si teneva in locali di proprietà del Comune e pagavamo una quota. Eravamo anche in parecchi.
            Non so se per lei il 2001 erano già ”questi anni”.

          • Rita, a marzo farò 28 anni. Quindi faccia un po’ i suoi conti di quanti anni potevo avere nel 2001. Comunque, non cambia nulla se il Comune patrocinò corsi di arabo già nel 2001. Ciò significa che, ordunque, c’era una mirata intenzione nell’essere tolleranti e indulgenti nei confronti di questa lingua e della cultura che racchiude.

            In conclusione, mi fa ridere e sorridere amaro (per non piangere) il commento di Eemme che ha scritto che “Se il Comune avesse patrocinato un corso di esperanto, nessuno, probabilmente,avrebbe fatto obiezioni. E perchè? Solo perchè gli esperantisti…sono sconosciuti!”. Penso che tale commento si commenti da solo…

            Ieri, 17 febbraio, si è celebrato il ricordo di Giordano Bruno, il grande luminare di Nola, morto sul rogo per le sue idee. Leggete bene queste sue parole che suonano ancora come monito alla intolleranza di chi desidera soggiogare la mente umana.

            “Verrà un giorno che l’uomo si sveglierà dall’oblio e finalmente comprenderà chi è veramente e a chi ha ceduto le redini della sua esistenza, a una mente fallace, menzognera, che lo rende e lo tiene schiavo. L’uomo non ha limiti e quando un giorno se ne renderà conto, sarà libero anche qui, in questo mondo.”

          • max, nel tuo riportare discorsi del buon Giordano Bruno, continui a non spiegare perchè, secondo il tuo pensiero, un corso di lingua e cultura araba in realtà non possa portare vera cultura a chi lo frequenta. E non riesci nemmeno a spiegare perchè, secondo il tuo parere, “l’essere indulgenti e tolleranti nei confronti di questa lingua e della cultura che racchiude” (parole tue), sia una cosa negativa e perchè sei così assolutamente contrario ad un corso che, magari, interessa la comunità. Boh, davvero, non mi spiego la tua acredine.

          • A Cesare quel che è di Cesare.

            Un corso di lingua straniera è cmq sempre un’occasione di cultura.

            Che questo:
            “…spostare l’attenzione da una cosa importante, distoglierne lo sguardo verso un’altra di scarso valore, oppure cercare di trasformare il dibattito in mero battibecco come quelli che i nostri politici sono soliti fare nei salotti televisivi.”
            sia il modo di fare del PD è oggi assolutamente fuor di dubbio: si veda l’ignobile comportamento del Sig. Sindaco & C. all’ultima Commissione Vigilanza e Trasparenza e, seconda prova del nove, bello in chiaro qui: http://bit.ly/VJEJf9

            Come dire…. un po’ di panna su una cosa marrone che cioccolato non è.

          • signor Garbuio, che l’amministrazione abbia fatto degli errori (voluti o meno) è un dato di fatto e niente le impedisce di criticarla per questo. Che lei citi in questo commento, un fatto che niente ha a che fare con questo argomento è un esempio di come, spesso, il dare addosso al Comune sia diventato lo sport preferito a Budrio, anche quando non c’è niente da criticare. Questa discussione è nata da una richiesta (forse legittima, forse no) del signor Quaglia sui costi di questo corso che gravavano sulla collettività. Da qui ne è nata una discussione (a mio parere sterile) sull’utilità di tenere corsi di arabo. Ora che è appurato che il corso NON HA COSTI per il comune, non vedo come la frase che ha riportato “…spostare l’attenzione da una cosa importante, distoglierne lo sguardo verso un’altra di scarso valore” possa essere attinente a questa discussione. Il comune patrocina corsi di arabo, questo è il fatto. La polemica che ne è nata e quindi l’attenzione particolare data a questa notizia (che non mi sembra particolarmente degna di nota, almeno non più del fatto che il comune dia il patrocinio ad altri corsi di lingua) non è certo da imputare all’amministrazione comunale. Saluti.

          • Ahahahaha. Che ridere Komma!
            Ma guarda un po’: per quelli come lui chi fa discorsi come il mio è capace solo di polemiche sterili. La solita frase fatta di chi vuole avere sempre l’ultima parola sugli avversari e sul pubblico!

        • Grazie delle risposte “indirette”, Lucio.

          • Per quanto mi riguarda non vedrei niente di strano in corsi di cinese o giapponese, se ci fosse gente interessata a farli non vedo perchè dovrei essere contrario.
            Per il resto, Max, a differenza tua non ho mai considerato l’Italia un paese di merda, nemmeno quando era governata dal piccoletto meneghino con modi da venditore, pensa quello che vuoi. Tu invece mi sembri il tipo che considera una merda tutto quello alla quale non è interessata.
            Posso avere questa opinione per delle persone, non certo per una nazione.

  3. se tu komma riuscisti a considerare anche le opinioni altrui…e non solo le tue…non sarebbe male

    • luci, sto dicendo che a me i corsi non interessano ma non ci vedo niente di male se sono organizzati perchè qualcuno li frequenta. Mi sembra piuttosto che tu sia contrario a qualunque cosa non sia di tuo gradimento, opinioni comprese…

  4. cito
    @Komma-“….Mi sembra piuttosto che tu sia contrario a qualunque cosa non sia di tuo gradimento, opinioni comprese…”
    non credo proprio….rispetto le tue opinioni e gradire tu facessi lo stesso con le mie e quelle di moltissimi altri…il problema è che non succede mai…secondo me il corso di arabo in questo caso non c’entra nulla con la cultura…anzi a volere essere chiari per me c’entra per ben qualcosa d’altro…

    • e’ un tuo parere. Personalmente non lo condivido e penso che un corso di lingua e cultura araba sia comunque cultura. Non vedo dove non abbia rispettato le tue opinioni. Non sono d’accordo con te e te lo dico, dove sta il problema?

  5. Scusate, ma si tratta davvero di spreco di denaro pubblico? Qual è veramente il punto? Se il Comune avesse patrocinato un corso di esperanto, nessuno, probabilmente,avrebbe fatto obiezioni. E perchè? Solo perchè gli esperantisti…sono sconosciuti!

  6. Grazie Pino per questo intervento, tu sicuramente non volevi sollevare il “polverone” che qui sopra stanno tenendo, ma raccontare una tua esperienza.Sta a noi cogliere il meglio.

  7. gentile Adriana…nessun polverone…ma solo pareri diversi…crede sia lecito esprimersi diversamente ?Lei colga il meglio ci mancherebbe…qualcuno vede anche altro….

    • Lucio, come puoi vedere nel nostro comune vige il pensiero unico, imposto e dettato non tanto e non solo dalla amministrazione comunale, ma quanto dalla sudditanza psicologica di alcuni suoi cittadini.

      Se non la pensi come loro, vieni visto come un provocatore che tenta di sollevare polveroni (v.sopra) o peggio (vedi Komma che nel suo ultimo commento ha voluto lasciare sottintendere che io sia una persona totalmente differente da come sono in realtà).

      Komma, credo che quanto da me scritto in precedenza sia sufficiente nell’aver spiegato il motivo per cui tale corso sia inutile. Non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire. Se poi tu ritieni di avere il diritto di avere sempre l’ultima parola su tutto, fa’ come vuoi.

  8. Max, continuo a non capire l’acredine che metti nei tuoi commenti. Non voglio sottintendere niente, manco ti conosco, continuo a non capire (e tu continui a non spiegarmelo) perchè l’essere tolleranti verso una determinata cultura debba essere conisderata una cosa negativa. La mia domanda è sempre la stessa, se la collettività fosse realmente interessata, perchè essere contrari ad un corso di lingua e cultura araba?

    • Visto che qui alcuni fanno i finti tonti con le orecchie da mercante, ripeterò (per l’ultima volta) perché sono contrario a tale iniziativa.

      Da più di 10 anni, anche il nostro comune ha subito una crescente ondata migratoria. E, tu guarda che combinazione, proprio da 10 anni a questa parte, il Comune ha finanziato questi corsi di lingua araba. Sarà una fortuita coincidenza tutto questo, tenendo conto che la maggioranza della popolazione straniera residente parla proprio l’arabo? Mi chiedo, a questo punto, perché questi corsi non siano stati fatti, che so, negli anni 90. Forse che la presenza di parlanti arabi era assai esigua rispetto ad oggi?

      Chissà se ci saranno pure corsi di polacco, ucraino, cinese, rumeno, albanese, ma sempre patrocinati dal nostro comune, eh! 😀

      • Io avrò anche la testa dura come tu dici, ma tu non si capisce se ci fai o ci sei. In Italia c’è un maggior numero di immigrati di lingua musulmana e…toh…la gente è maggiormente interessata ad un corso di lingua e cultura araba….ma va??? Forse che i corsi negli anni 90 non erano tenuti perchè, non essendoci bisogno o voglia di imparare l’arabo, non c’era richiesta di corsi di questa lingua da parte della cittadinanza??? Cazzarola Max, hai scoperto il segreto dell’amministrazione comunale, da il patrocinio ai corsi che hanno un interesse nella collettività…. Fra l’altro, siccome è uno dei tuoi enormi crucci, se non sai cosa sia il patrocinio da parte del Comune in questi casi (o se fai finta di non saperlo) di informo che, come riportato dal periodico del comune “Budrio, terra e civiltà”: Il patrocinio del comune è di tipo non oneroso, senza alcun contributo economico. Il corso è autofinanziato dagli iscritti partecipanti con un rimborso spese al Comune per l’utilizzo dei locali.
        Altre polemiche?

  9. perchè personalmente credo che si possa essere liberi di pensare che un corso di cultura araba per quanto nessuno metta in dubbbio che possa essere interessante sia stato scelto per arruffianarsi persone di cultura araba…ecco cosa si intende alle volte con certi sottintesi…alcuni di noi pensano che la scelta sia frutto di altro…niente a che vedere con il rifiuto di alcunchè come molti qui vorrebbero fare passare un modo di vedere la questione…

    • Bingo! Hai fatto centro, Lucio! Chissà se qualche testa dura capirà ciò che abbiamo scritto. Ma ne dubito, ne dubito fortissimamente…

      • Ho un’idea per non andare alle calende greche su questa discussione sul corso di lingua araba patrocinato dal comune.

        Massimiliano Cuor di Leone regala a El jaid Nabir Komma un turbante tempestato di gemme preziose e El Jaid Nabir Komma contracambia con un camicione da crociato del 13°secolo in pura seta, con spadone. Dopo di che,basta, rischiate di incrinare i gioielli di famiglia di tanti.

  10. @ Komma
    Mah, guardi, praticare lo sport che mi addossa non è mai stata una mia attività. Veda se prima del “fattaccio” trova un mio accanimento (che oggi sicuramente c’è) in merito. Sicuramente qualche post qua e la di poco apprezzamento, si. Sport, no. Neanche ora. Ma forse le sfugge la gravità di quanto accaduto e quindi le viene facile catalogarmi nei discorsi da bar.

    Per la non pertinenza alla discussione del mio intervento devo rifarmi al primo post del sig. Max Massarenti dove, da subito, una mente più arguta della mia avrebbe capito ciò che lo stesso Max ha poi espresso a chiare lettere e che ho riportato tra virgolette con mio commento ad avallare la sua lettura della cosa.

    Con tutto ciò non mi pare d’aver addossato all’amministrazione la polemica nata su questo argomento come lei dice in chiusura del suo post. Se mi sbaglio ed ha voglia di rendermene cosciente, sono qui.

  11. Che pa.le tutte queste polemiche per ogni cosa. problemi piu urgenti no!!

  12. Komma lascia stare… C’è gente che vede complotti su complotti il marcio in ogni cosa… Probabilmente dietro al comune di budrio si nasconde al qaeda ecco spiegato i corsi di lingua araba! Pierini in realta è il figlio di Bin Laden… E dopo la somiglianza in Nixon propongo di fargli fare il test del DNA per vedere se ha una qualche parentela con lo sceicco del terrore…

  13. Amo la polemica! Questa è una bellissima piazza o osteria virtuale! Peccato che qualcuno si nasconda dietro improbabili (ma significativi) pseudonimi.
    Però per il resto é splendida. Non siamo mica in Iran o in North Korea, vero Komma?

  14. Non ho capito (mea culpa) se il commento sullo pseudonimo fosse rivolto a me o piuttosto a quello con la statua in piazza. In ogni caso potremmo smettere di parlarne come proponeva beppe. Preferirei (seriamente) discuterne a quattr’occhi davanti ad una birra. Se volete, beppe sa dove abito e di birra in frigo ne ho sempre.

  15. appena ho letto del corso di arabo , ho storto il naso… ma l’argomento in questione ha tante e troppe sfaccettature che sicuramente son meglio da affrontare davanti a una birra che qui visto la delicatezza del tema …. qualsiasi cosa scrivo potrei essere frainteso . Diciamo pero’ che c’è sempre una via di mezzo e una soluzione che sia equa 🙂 . Ps gli ultimi eventi a budrio focalizzano molto l’attenzione sul tema….

  16. Che bello, c’è un corso di arabo; dai Massarenti, ci andiamo! Vogliamo anche Lucio!

  17. Com’era bello ritrovarsi al bar Massarenti

    Luigi ‘e un maestro muratore che abita a Budrio con la famiglia e aveva un’impresa edile a Bologna con 12 dipendenti. Per la crisi del settore aveva chiuso l’attività e, svendendo tutta l’attrezzatura, si era messo a cercare lavoro. Una società l’aveva assunto come direttore dei lavori per la sistemazione di un porto sulle rive del mar Rosso e, dopo circa tre mesi, in loco si era accorto che, con l’handicap della lingua straniera, non poteva svolgere bene le mansioni assegnategli. E’ quindi ritornato in Italia. Ora Luigi é a Budrio e sta a lui decidere se colmare il suo handicap della lingua per fare il capo cantiere in Egitto o ritornarvi come semplice muratore, nel qual caso la conoscenza della lingua non ‘e necessaria. Dei frequentatori del corso di arabo a Budrio, con il patrocinio non oneroso del Comune, a spese dei partecipanti e non gratuito, mi dicono che otto persone hanno dichiarato che intendono imparare la lingua per motivi di lavoro. Quarantacinque anni fa, quando arrivai a Budrio e chiesi dove potermi informare per un posto di lavoro mi indirizzarono al bar Massarenti, in via Bissolati, dove ora c”e una banca. Quel bar fungeva da “ufficio di collocamento” ed era noto come “il bar dei marocchini”; in realtà era frequentato da tutti. C’erano operai stagionali che conoscevano il duro e faticoso lavoro della fornace di Fiesso; i lavoranti che imballavano la canapa nei polverosi stabilimenti del canapificio di Mezzolara; poi ancora muratori, contadini e tante altre maestranze. Il bar era un luogo d’incontro di tanti dialetti: campano, siciliano e soprattutto emiliano. A me piaceva vedere giocare a biliardo. Le coppie che si formavano erano miste e i dialetti si incrociavano. La prima sonorità del dialetto bolognese l’ho sentita in quel bar, laggiù in fondo nella sala del biliardo. L’accento bolognese mi piaceva moltissimo e mi faceva ricordare il mio francese scolastico tant’è che quando in seguito andai per alcune settimane in Francia ebbi veramente l’impressione che il francese fosse un bolognese parlato male. Ricordo che il bar era a gestione familiare e i titolari erano tutte persone gentili: forse per questo motivo nessuno si sentiva estraneo. E’ mia convinzione che se quel bar fosse ancora in attività, forse sarebbe oggi frequentato dai marocchini del Marocco e non mi meraviglierei se il corso di arabo a Budrio fosse sponsorizzato da quel mio vecchio e caro bar.

  18. Claudio Tugnoli

    I corsi di arabo vanno benissimo, non si capisce perché suscitino tanta polemica. L’identità delle persone è fatta di cerchi concentrici. Nel nostro caso il primo cerchio è il dialetto budriese (di cui anche, meritoriamente, si tengono corsi per iniziativa soprattutto di Tiziano Casella); il secondo cerchio è la lingua nazionale, l’italiano, di cui si dovrebbero tenere corsi liberi aperti soprattutto agli stranieri, dal momento che la nostra memoria storia è in quella lingua e Budrio, fino a prova contraria, è in Italia; il terzo cerchio sono le lingue europee (a Budrio si dovranno tenere corsi di lingue europee, e non solo quindi d’inglese); il quarto cerchio è il mondo extraeuropeo: si tengano dunque corsi di arabo, ma anche di altre lingue, partendo non dal numero di immigrati di una certa lingua presenti sul territorio, ma dal censimento degli interessati a partecipare ai corsi di qualsiasi lingua straniera. Esiste comunque una gerarchia anche nella “cipolla” dell’identità. Non dimenticarlo farebbe bene a tutti.
    Claudio Tugnoli

  19. Comunque la frase “cultura araba” è un ossimoro

  20. definire ossimoro “cultura araba”…questo sì che è razzismo…oltre che inesatto

  21. Ho viaggiato molto, per lavoro, per circa vent’anni.
    In quel periodo, forse aiutato da una certa predisposizione, mi sono sforzato (da autodidatta) di apprendere un minimo di conoscenza delle lingue parlate nei Paesi in cui mi recavo, e vi posso assicurare che i miei sforzi sono stati largamente ricompensati sia dal diverso rapporto avuto con le persone che ho incontrato sul mio cammino, sia dalla capacità di disimpegnarmi brillantemente nelle sistuazioni contingenti, proprio grazie a quel minimo di capoacità di comunicare di cui ero dotato.Mi resta il rammarico di non aver imparato MEGLIO!!
    Per questo non posso condividere lo spirito polemico di alcuni commentatori: c’è un corso di lingua araba? peccato non avere il tempo di parteciparvi…
    Il Comune contribuisce, seppur in minima parte, allo svolgimento di questo corso? Penso che favorire l’integrazione fra budriesi oriundi e budriesi acquisiti sia uno dei doveri dell’amministrazione comunale.
    A chi si chiude a riccio quando incontra uno “straniero” consiglio di salutarlo con un sorriso…magari potrebbe riceverne uno in cambio.
    Viaggiare, incontrare gente, parlare e confrontarsi: il mio sogno (che in parte ho realizzato)

Lascia un commento


Il tuo commento sarà pubblicato al più presto una volta sottoposto a moderazione. I campi contrassegnati con * sono obbligatori.