Cine Club Metusco riparte da Luchino Visconti

19 gennaio, 2012

Il Cine Club Metusco

Riparte stasera la stagione cinematografica invernale del Cine Club Metusco e dei circoli affiliati, in viale Primo Maggio 22 a Budrio, con quattro film del regista e sceneggiatore italiano Luchino Visconti.
Stasera [20 gennaio], alle ore 20:45, sarà proiettato il film Bellissima con Anna Magnani e Walter Chiari, presentato al pubblico da Umberto Cavezzali.

Venerdì 27 gennaio sarà la volta di Rocco e i suoi fratelli, pellicola con Alain Delon e Annie Girardot, presentato in sala da Ferruccio Melloni. Il 3 febbraio tocca a Ossessione, primo capolavoro del regista, con Clara Calamai e Massimo Girotti, film presentato da Lorenza Servetti. Per finire il 9 e 10 febbraio con Ludwig in versione originale, con Helmut Berger e Romy Schneider, commentato da Giordano Cola.

IL CINE CLUB METUSCO
Il Cine Club Metusco nasce nel dicembre 2007 in ricordo del glorioso Circolo del Cinema di Budrio, anni sessanta. Quasi ogni settimana, prima il venerdì ora il giovedì, ha proiettato in questi anni più di novanta film su diversi argomenti, sempre supportati da scheda critica e spesso commentati da soci preparati.
La partecipazione ha subito alti e bassi, sempre con l’intenzione che in un Cine Club deve prevalere la discussione critica ma anche la curiosità per i film “difficili”.
Maurizio Montanari e Alberto Cocchi, che si occupano dell’organizzazione delle proiezioni, raccontano com’è nata l’idea.

Una sera, autunno inoltrato, a metà degli anni sessanta, un gruppo di giovani budriesi fruitori quasi quotidianamente di film, usciti dal Cinema Astra, al solito grido “non ci resta che il pianto” vista l’ennesima “fregata” cinematografica, frequentatori del bar Centrale, anzi allora “di Gasperini”, facevano i soliti pesanti commenti alla pellicola, la discussione coinvolse ovviamente Libero Bolognesi, padrone dei cinema Astra e Filopanti. Venne fuori la proposta di creare un Circolo del Cinema con la sorprendente condiscendenza e disponibilità di Bolognesi a questa ipotesi.
Il Circolo del Cinema di Budrio coincise per molti di noi con l’inizio degli impegni pubblici, della responsabilità delle proprie opinioni, della “crescita” nella comunità.
Le interminabili, notturne discussioni anche solo sul colore della locandina, il vedere l’allora studente e al solito superattivo Ferruccio Melloni semi- sepolto dai fogli di ciclostile per le schede dei film che uscivano all’impazzata dalla macchina in un ufficio del Comune, gentilmente concessa, le puntate “pirata” nelle case distributrici di Bologna sotto l’occhio vigile ed espertissimo di Bolognesi, in quei casi veramente “feroce” nel difendere i nostri labili diritti di scelta delle pellicole, sono state per molti degli organizzatori “scuole di vita” in un periodo importante e decisivo.
Quando ci presentammo, Melloni in testa, ai vari raduni di Circoli allora molto in voga, da buoni provinciali stemmo, all’inizio, nelle ultime file, poi, quando si capì che Circoli alla ribalta nazionale, citati dalla stampa e dai critici, avevano sì e no cinquanta soci e presentavano film ovvii o capiti da tre di quei cinquanta, noi, forti dei nostri 300 e passa soci, con film e discussioni sulla comicità, sulla guerra, su argomenti che oggi sono scontati, ma allora meno . . . oh la “raganella” di Ferruccio quanto gracchiò in quei seminari.
Poi, altri impegni nella vita di ognuno, il Circolo esaurì la sua capacità di aggregazione e sullo schermo venne scritta la parola “fine” come in un buon film che si rispetti.

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