Ci piace suonare! Intervista a Ruben Ganzerli e ai re:GAIN

5 marzo, 2013

Si chiama re:GAIN ed è il gruppo musicale formato dai poco più che ventenni Riccardo Barillari, Filippo Serra e dal budriese Ruben Ganzerli. Insieme producono techno, deep house e techo house, mentre Ruben, che lavora anche da solista, suona elettro dubstep. Hunter e Dark Moon le loro ultime produzioni in uscita in questi giorni. Ecco l’intervista che abbiamo realizzato insieme a loro.

Come è nata la vostra passione per la musica?
Fin da piccolo amavo ascoltarla – dice Ruben. I miei, per addormentarmi, mi facevano ascoltare la musica classica di Strauss o il rock dei Dire Straits. Poi ho frequentato la scuola Diapason di Budrio per due anni e in seguito ho approfondito tecnica e conoscenze con lezioni private.

Vi piacerebbe farne un mestiere di questa passione?
Sarebbe bello, ma prima pensiamo allo studio. I nostri genitori vogliono che privilegiamo l’università, ma dicono anche che – se sfondiamo in questo settore – mollano tutto e vengono ad avvitare bulloni per montarci palco e impianti..

Cosa ci vuole per “sfondare”?
E’ complicato imporsi in un mercato musicale molto chiuso. Le nuove idee e le sperimentazioni non vengono considerate, perchè si preferisce andare sul sicuro puntando su genere musicale che va di moda. Si pensa più ai numeri e all’incasso facile e sicuro, che al merito e provare nuove strade innovative. A volte – inoltre – anche la nostra nazionalità è stata un problema…

In che senso?
Quando ho proposto i miei pezzi a una casa discografica mi hanno rifiutato semplicemente perchè italiano.
Ora, nel nostro paese, chiamano solo stranieri.

I vostri genitori vi assecondano in questa vostra passione?
Assolutamente sì. Mio padre – dice Ruben – suona nelle Bacche Matte (ex Ottopermille Band) e, anche se fa un genere ’70/’80 molto diverso dal nostro, si interessa parecchio ai nostri progetti.

Quindi viene anche a sentirvi suonare nei locali?
Ci ha provato, ma l’ultima volta è rimasto fuori dalla porta. I posti dove abbiamo suonato, come il Kindergarten, il Link o il Ruvido, non sono proprio locali per lui..

Parliamo di Budrio. Cosa si potrebbe fare, in più, per i giovani musicisti come voi?
A differenza che nei paesi limitrofi, a Budrio mancano spazi per l’aggregazione giovanile, spazi dove ragazzi e ragazze possano svolgere attività artistica, culturale, musicale. E perchè no, anche divertirsi, in modo che non si debba sempre e per forza andare fuori paese.

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