di Maurizia Martelli
Lo spettacolo è interessante, il cast di prima scelta. “AFFARI DI CUORE” di Colette Freedman è l’ultima rappresentazione pomeridiana del programma della stagione di prosa di domenica 14 aprile. Mariangela D’Abbraccio e Chiara Noschese riescono, insieme all’attore Pino Quartullo, ad interpretare magistralmente la sceneggiatura tratta dal romanzo “The affair” di Anna Dillon. Fin qui tutto da copione, tranne una cosa: il teatro è semivuoto.
Nessuna meraviglia, sappiamo tutti che, oltre all’economia, anche la cultura è in crisi. L’importante crollo di presenze che gli spettacoli registrano non riguarda certo solo Budrio, ma è comune a tutta l’Italia. È triste però constatare che questa apatia culturale abbia la meglio anche sulle istituzioni comunali: il palco delle autorità infatti era completamente vuoto e trasmetteva un’aria di deprimente desolazione.
Proprio le stesse autorità che ogni anno, dai risicati conti di bilancio, tirano fuori somme sempre più esigue riuscendo a mettere in piedi una stagione teatrale grazie all’inserimento nel programma di numerosi spettacoli pomeridiani con un costo ridotto rispetto a quelli serali.
Triste anche il dover constatare che tra i vari consiglieri ed assessori nessuno abbia la sensibilità di fare atto di presenza, se non altro per trasmettere un segnale semplice, ma fondamentale: che chi fa politica non può trascurare la cultura!
E pensare che nella Grecia dell’età classica il teatro era una manifestazione di massa che rispecchiava la vita democratica della città. Ad essa prendevano parte cittadini di ogni classe sociale e condizione economica. Addirittura, ai tempi di Pericle, alle classi meno abbienti il prezzo del biglietto era rimborsato dalla tesoreria dello Stato!
Tornando all’oggi, come fare allora rivivere il teatro? Non sarà certo una soluzione, ma per cominciare ecco una proposta: se il palco delle autorità piange facciamo in modo che, anziché restare deserto, venga occupato da cittadini che desiderano andare a teatro ma non possono permetterselo!
Sarebbe un gesto di generosità, di civiltà e, tutto sommato, di amore per la cultura!
Maurizia Martelli
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