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Gli anni dal ’20 al ’40 a Budrio, raccontati nella mostra di Ca’ Ed Metusco

23 aprile, 2013

Tra le svariate mostre in programma quest’anno a Primaveranda una delle più interessanti è Budrio. Gli anni dal 1920 al 1940, allestita a Cà Ed Metusco e aperta dal 20 aprile al 12 maggio. La mostra è stata voluta e organizzata da Maurizio Montanari, proprietario della maggior parte dei pezzi esposti, ed esibisce ben 70 riproduzioni di fotografie inedite e vari materiali documentari. Completano la mostra due bronzetti fascisti e una selezione di canzoni dell’epoca. La raccolta esposta è frutto di un lunga ricerca e include pezzi di grande interesse per la storia di Budrio.

Le foto del Ventennio sono dedicate al nostro paese, agli stessi budriesi, agli importanti lavori civili di quegli anni e alle manifestazioni, come ci ha spiegato lo stesso Montanari che ha risposto alle nostre domande e ci ha raccontato della sua collezione nell’intervista che segue.

PROIEZIONE IL 25 APRILE
In occasione della mostra verrà proiettato il 25 aprile alle ore 15 il film documentario Budrio. Gli anni dal 1920 al 1940, realizzato da Vittorio Bonaga e a cura del Circolo Sandro Pertini Budrio, l’ingresso è libero.

SELEZIONE DI FOTOGRAFIE DELLA MOSTRA
Maurizio Montanari ci ha gentilmente concesso di pubblicare una selezione di fotografie dell’archivio Montanari-Pazzaglia, che ci sono sembrate particolarmente significative per la storia del nostro paese. Nella galleria che segue si possono consultare con una breve didascalia di commento. Interessanti sono, per esempio, quelle che documentano l’inaugurazione della Società Produttori Sementi in occasione del passaggio del duce, le scritte fasciste che ricoprivano gli edifici, anche sacri, del paese o Piazza Filopanti durante una “adunata oceanica”.

Ci parli della mostra…
Questa è una selezione di fotografie del nostro archivio e ci siamo concentrati su questo periodo di cui nessuno ha più voluto trattare. Evitiamo di dare un parere sul Fascismo, che consideriamo acquisito, e ci limitiamo a documentare una serie di operazioni di quel periodo, per esempio molti edifici che comunemente vengono a torto ritenuti del dopoguerra. Abbiamo esposto le riproduzioni di circa 70 fotografie, la maggior parte sono dell’archivio mio e di Pazzaglia.
Questa raccolta è un progetto che tentiamo di portare avanti, è probabile che grazie alla mostra ci saranno degli sviluppi perché ai visitatori verrà in mente di avere fotografie sull’argomento e ci piacerebbe conoscerle e magari farne delle scansioni. Il prossimo anno vorremmo fare una mostra sulla Resistenza, anche se è complicato perché c’è poco materiale riguardo a Budrio.

Come ha costituito questo archivio negli anni?
Una parte l’ho ereditata da mio padre, una parte l’ho avuta da Franco Zagari, mio cognato, che era un fotoreporter sportivo e aveva un grandissimo e importante archivio fotografico che comprendeva anche foto storiche, di cui ho acquisito la parte relativa a Budrio. Un’altra parte sono prestiti e donazioni di privati budriesi, materiali di cui certe volte si volevano disfare e che io ho acquisito.
Il materiale tipografico l’ho ereditato da mio padre che era tipografo, in quel periodo infatti stampava tutto: volantini, manifesti, cartoline. Si era trasferito a Budrio nel 1921 e aveva rilevato la tipografia del paese, attività che ho continuato io.
Qui alla Cà Ed Metusco inoltre abbiamo una grande collezione di materiale storico sul Partito Socialista che stiamo attualmente riordinando.

Quindi quella di collezionista è un’attività che la impegna da diverso tempo…
Sì, colleziono anche calendari, ne ho più di 200 e alcuni sono esposti alla mostra sui 25 anni di Primaveranda, colleziono anche manifesti, fumetti… Ho la mentalità del collezionista, vendo qualcosa per prendere qualcos’altro che mi interessa, infatti sto cercando di vendere 10 disegni originali di Bonvi, realizzati per una campagna elettorale a Bologna, per comprare materiali che completano la mia collezione di fumetti.
Riguardo alle mie collezioni ho una direttiva precisa: quando non ci sarò più va tutto sui banchetti, in modo che venga preso da gente a cui interessa, non voglio che finisca in uno sportello di un ente pubblico.

Maria Ludovica Piazzi
Foto: Archivio Montanari-Pazzaglia
Foto Allestimento: Andrea Farina

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5 Commenti


  1. HO VISITATO LA MOSTRA DOMENICA 21/4 CON MIO MARITO.
    BELLISSIMA E MOLTO INTERESSANTE.
    FOTO STUPENDE, TESTIMONI DI UN PERIODO SUL QUALE NON VIENE DATO ALCUN “GIUDIZIO” POLITICO.
    ABBIAMO AVUTO LA FORTUNA DI AVERE IL SIG.MONTANARI COME GUIDA, IL QUALE CI HA RACCONTATO ANEDDOTI ANCHE PERSONALI SULLE FOTO CHE VEDEVAMO O CI FACEVA NOTARE PARTICOLARI CURIOSI CHE ALTRIMENTI NON AVREMMO COLTO.
    SIAMO USCITI CON UN SENSO DI APPARTENENZA ALLA COMUNITÀ BUDRIESE ANCORA PIÙ FORTE (SIAMO NATI QUI QUASI 50 ANNI FA!!) COME SUCCEDE CON TUTTE LE MOSTRE CHE ORGANIZZA IL SIG. MONTANARI.
    GRAZIE ANCORA E UN INVITO A TUTTI A VEDERE UN PEZZETTO DEL NOSTRO PASSATO!

  2. Non sono andato a vedere la mostra, ma mi è piaciuta subito la frase pronunciata da Fabrizio Montanari “Evitiamo di dare un parere sul Fascismo” e ricordata con altre parole nel sopra esposto commento di Patty1966. In certe occasioni, come quella odierna del 25 aprile, si ode spesso la retorica ipocrita del “per non dimenticare, affinché non capiti più alle future generazioni” quando si omette furbescamente di accennare ai disastri dell’oggi provocati da una meschina classe dirigente politica e da un’intera società civile dominata dall’individualismo omologato più spinto. Dà da pensare, facendo venire i brividi, l’ideologia unica assetata di sangue di ancora molta gente che si dichiara (solo a parole) civile del “l’unico fascista buono è un fascista morto”, cara a una certa e ben nota parte politica! Io sono più che convinto, e lo dico senza voler far polemica o cercare la rissa verbale in questo spazio, che chi si professa antifascista, in realtà, sia più fascista del fascista stesso. L’ipocrisia più subdola e strisciante è sia l’arma sia lo scudo con la quale chi la possiede attacca e difende al tempo stesso. Sono in sintonia con la definizione inventata dal Sig. Ezio Roi sul nostro sindaco “novello duce delle terre di pianura”, che fa parte del Suo commento posto sotto questo articolo http://www.budrionext.it/?p=7515
    E concordo inoltre con chi afferma che il sindaco, insofferente e intollerante alle critiche, avrebbe dovuto scegliere di fare altro nella vita. 😀

  3. Concordo pienamente con quanto espresso da Patty e Max. Una mostra veramente bella che ho potuto visitare in due occasioni; putroppo si tende troppo spesso ad oscurare quel che è stato quel periodo della storia volendolo quasi cancellare facendo risaltare solo la parte negativa che c’è stata, come se la politica degli ultimi decenni sia stata impeccabile e senza alcuna macchia………

  4. consiglio a tutti l’acquisto(se ne sono rimasti ancora)del bellissimo dvd con il documentario…un’ora e mezza(quasi) interessantissimi…da vedere e rivedere

  5. Complimenti per la mostra, e complimenti al sempre puntuale e gentile Maurizio Montanari che dedica tempo e anima a queste belle iniziative.

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