Addio alla Pizzoli, Pierini furioso contro le opposizioni

6 maggio, 2013

La storica azienda Pizzoli se ne andrà da Budrio. Famosa in tutta Italia per la produzione di patate, doveva spostarsi nell’area produttiva di Cento, insieme al nuovo centro commerciale di Maccaferri. Alla notizia il sindaco Giulio Pierini non ci ha visto più, e in consiglio comunale ha attaccato le opposizioni: “Assumetevi la responsabilità politica”. Giacon e Mazzanti non ci stanno: “Colpa sua”.

AREA DISPONIBILE, MA PIZZOLI SE NE VA
Sono state confermate dalla stessa azienda, le voci di diniego allo spostamento dell’attività produttiva nell’area di Cento. A nulla è servito lo sblocco, da parte della Soprintendenza regionale, del vincolo inizialmente imposto a causa della palazzina di Guglielmo Marconi. La rinuncia al trasferimento, confermata lo scorso 16 aprile nel Collegio di Vigilanza APEA, è maturata principalmente a causa delle incertezze per la soluzione del vincolo sull’ex centro trasmittente Rai: un allungamento dei tempi che si aggiunge a quello già “subìto” soprattutto a causa dell’autorizzazione allo smantellamento dell’antenna Rai. La situazione ha sostanzialmente obbligato Pizzoli Spa, durante il periodo di verifiche della Soprintendenza, ad avviare un percorso alternativo che ormai sembra essere già definito. E’ dunque ormai certo che la più famosa azienda italiana di patate, non solo non si trasferirà nell’area di Cento, ma se ne andrà da Budrio. Ora dovrà essere deciso cosa si farà sulla parte di area APEA di proprietà dell’azienda. La Part Tre S.p.a ha invece confermato la volontà di realizzare il centro commerciale.

UN’AZIENDA CRESCIUTA A BUDRIO
Nel 2011 la Pizzoli S.p.A ha macinato un volume d’affari che ha raggiunto quota 70 milioni, in crescita del 15%, con una produzione assorbita per l’80% dal prodotto surgelato. Con un totale di 150 addetti mantiene anche un forte investimento in R&S. E’ inutile ricordare che, oltre a un dispiacere affettivo per una azienda che è cresciuta sul nostro territorio, in caso di effettiva partenza della famiglia Pizzoli si verificherebbe una mancanza rilevante per il tessuto economico locale.

PIERINI: “L’OPPOSIZIONE SE NE ASSUMA LA RESPONSABILITA”
“La scorsa estate – si legge in un comunicato del sindaco Giulio Pierini – tutto era pronto ed eravamo a un passo dall’inizio dei lavori per la realizzazione dell’APEA di Cento di Budrio. Poi tutto è stato bloccato a causa di una procedura di vincolo che ha congelato investimenti, lavoro, realizzazione di opere, risorse per l’amministrazione e per la comunità”.

“Nel merito – ha continuato Pierini – la verifica ha confermato la bontà dell’attività svolta dagli enti pubblici coinvolti e questa è un’ulteriore beffa: la “difesa” del Centro Rai si è rivelata infondata, ma ha ripercussioni assolutamente negative su Budrio e la sua comunità a seguito di una scelta che non è indolore nemmeno per la Pizzoli Spa e i suoi lavoratori”.
E nell’ultimo consiglio comunale Pierini ha rincarato la dose, puntando il dito proprio dritto ai banchi dell’opposizione, intimandola di “assumersi la responsabilità e di rispondere di una battaglia che si è intestata fin dall’inizio”.

GIACON: “SCARICANO IL LORO FALLIMENTO SU DI NOI”
Ma a quest’atto di accusa le opposizioni non ci stanno. Antonio Giacon ha spiegato: “Parliamo di un’operazione nata ben 7 anni fa. Noi come M5S abbiamo riscontrato una notevole dose di incompetenza da parte di chi ha seguito l’iter di approvazione e prova ne è che fu un gruppo di radioamatori ad accorgersi che la Palazzina Rai Way risaliva al ’36 e non al ’50. Dalla segnalazione dei cittadini (e non dalle forze politiche) si avviò quindi l’intervento della Soprintendenza per la verifica.
Noi – ha continuato Giacon – ci siamo limitati a fare domande (interrogazioni) per capire quel che accadeva, visto che questa amministrazione si è ben guardata dal chiarire la situazione. Chi ha voluto mischiare le pere con le mele (attività commerciali e produttive) e sogni di grandeur deve prendersi poi la responsabilità di ammettere che non ha saputo gestire l’iter amministrativo e non invece cercare di scaricare il proprio fallimento sull’opposizione (che poteri non ha). Ma in quel caso – conclude Giacon – avremmo di fronte un Sindaco e invece c’è il classico politico che cerca di nascondere il malgoverno”.

MAZZANTI (NpB): “PIERINI ACCUSA GLI ALTRI PER UNA COLPA SUA”
“L’accusa di Pierini alle opposizioni per la rinuncia di Pizzoli a costruire il nuovo stabilimento di Cento è ridicola e rientra nella vecchia tecnica di rovesciamento della realtà cara alle logiche pseudodemocratiche”. Questo il commento di Maurizio Mazzanti, capogruppo di Noi per Budrio. “Invito Pierini a partecipare a un incontro pubblico – ha chiesto Mazzanti – dove invece di sparare sentenze potremo mostrare ai cittadini le ragioni, ma soprattutto le carte che raccontano la vera storia dell’apea-acea di Cento. Se Pizzoli va via la responsabilità è di chi l’ha fatto aspettare dieci anni e cercando di speculare con Raiway ha fatto perdere la pazienza alla nostra industria locale. È troppo comodo – ha concluso – accusare gli altri per una propria colpa”.

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36 Commenti


  1. Stesso scenario riproposto dopo i tempi biblici che ci sono voluti per far partire lo sviluppo e l’ampliamento della zona industriale agli inizi degli anni 2000 con imprenditori che minacciavano di andare da altre parti.Tra l’altro la Pizzoli ci poteva stare benissimo in quest’area senza idee megalomani.
    Ora purtroppo la situazione economica e del Paese in genere è diversa e quindi la pazienza è finita.
    Oggi come ieri le imprese hanno bisogno di tempi certi e di burocrazia snella, le commesse e il business in generale non aspettano hanno bisogno di certezze, sei sette anni per poter cominciare un cantiere sono roba di altri tempi e per questo le aziende se ne vanno. Attenzione quando va bene se ne vanno in aree limitrofe ove amministrazioni un pochino più lungimiranti si prodigano stendendo tappeti rossi, ma il più delle volte le aziende prendono la strada dell’estero.

  2. Veramente uno schifo! Ognuno scarica le responsabilità su un’altro e intanto la più storica e famosa azienda di Budrio se ne va dal nostro territorio comunale, veramente senza parole: dovrebbero andarsene tutti, ma i politici di Budrio, sia di maggioranza che di opposizione. Non ci sono commenti a questo fatto: in tempi di crisi come questi trovare una azienda con la voglia ed il progetto di spostarsi ed ampliarsi è solo da ammirare e dovrebbe avere porte aperte su tutto e tutti ed invece a Budrio capita anche questo!
    RIDICOLO, RIDICOLI, TUTTI A CASA POLITICI BUDRIESI!
    ONORE ALLA PIZZOLI INVECE! E speriamo che almento il trasferimento rimanga in qualche Comune intorno non troppo lontano da Budrio per garantire almeno ai suoi dipendenti attuali di non dover perdere il lavoro e senza troppi costi legati al raggiungimento del nuovo posto di lavoro, il quale lo addebiterei ai bravi politici budriesi!
    VERGOGNA! VERGOGNA!

  3. Ancora coerenza da parte del sig. Sindaco che investe, come dice Antonio, sulla smemoratezza dei suoi concittadini. Chiunque abbia seguito un minimo il tutto sa bene che il sig. Pierini non la racconta giusta. E basta scorrere indietro gli articoli di questo sito per rendersene conto:

    il sig. Pierini nega l’evidenza.

    Basta bugie! Via di li!

    Certo che perdere la Pizzoli S.p.A. è un bel danno per Budrio. Tra il sig. Castelli e il sig. Pierini ci siamo proprio ben sistemati… si…

  4. E’ il solito metodo dagli apprendisti stregoni nostrani cresciuti nel mito del “Grande Padre” G. Stalin.
    Quando le cose andavano (vanno) male, a causa delle sciagurate scelte del dittatore, il ricettario era pronto:
    1) Accusare l’imperialismo americano;
    2) Accusare l’opposizione interna, inviare qualche sicario in Messico;
    3) Accusare le banche demoplutogiudaicomassoniche (le definizione é di Mussolini ma si adatta bene!);
    4) Deportare qualche popolazione ostile in Siberia;
    5) Fucilare qualche scrittore o giornalista colpevole -ovviamente- di tradimento;
    6) Invadere la Polonia o la Finlandia colpevoli di cospirare contro l’URSS.

    Provate ad applicare quanto sopra ai tempi moderni, sfrondate le ricette troppo datate, e vedrete che poi -tutto sommato- non é cambiato molto.

    • Come diceva baffone?

      Salvarli, è impossibile mandarli in Siberia!

      Salvarli è impossibile, mandarli in Siberia!

      (pregasi notare la virgola …)

      Qui, piuttosto di “demoplutogiudaicomassoniche” il problema mi sembra il cavillo giuridico. La virgola, per l’appunto.

      Vogliamo cambiare sul serio il paese?
      Non serve cambiare politica o i politici.
      Basta murare le porte delle facoltà di Giurisprudenza e mettere a lavorare nei campi (ma senza trattori …), avvocati, giudici e passacarte.

      Sempre meglio di mandarli in Siberia.

      O no?

      Come risolvere le controversie?
      Semplice: “usare la saggezza”.
      E per i criminali?
      Semplice: “corda senza sapone”.

      • 🙂 Lei è un po’ matto… con tutta la benevolenza del caso.

        Sig. Diego, se non era per le ultime sue quattro righe il tutto era coerente anche se non condivisibile.

        La Storia ci insegna che “la saggezza” non è di tutti e che è necessario amministrarla secondo determinate modalità. Quindi di tratta di acquisirla ed imparare ad amministrarla. Motivo per il quale esistono tutta una serie d’Istituti che lei vorrebbe chiudere. Siamo un po’ in contraddizione, non le pare?
        E pensi che delle volte, poche per fortuna, nonostante tutti gli sforzi si riesce ancora a sbagliare.

        Definiamo incivili i paesi dove usano la corda senza sapone: lei davvero vuole migliorarlo il nostro paese?

        • Evidente che Berlusconi e soci hanno fatto scuola ed hanno molti proseliti, a destra ed a sinistra purtroppo…..
          La legalità è diventata un inciampo. Complimenti Diego e auguri!!!!!!

  5. Attenzione alta anche per la Marcegaglia di Mezzolara, sembrerebbe che stia mettendo a casa una ventina di dipendenti e si stià preparando a defilarsi in Romania.
    Complimenti!!!!!!!

  6. Faccio mie sia le parole di Daniele sia quelle di Ezio. E’ una vergogna, è uno schifo totale che una delle nostre punte di diamante dell’attività produttiva budriese, conosciuta e apprezzata in tutto il mondo, debba chiudere baracca e burattini per andare verso altri lidi!!!

    Dispiace dover constatare l’ennesima bagarre consiliare tra persone immature, che dovrebbero pensare alle alte priorità della cittadinanza invece che far andare per le lunghe lo stantio teatrino della politica politicante parlata in lingua originale (il politichese)!

    Se neppure il terremoto dello scorso anno è servito a far sotterrare l’ascia di guerra tra amministrazione e opposizioni, cos’altro deve servire per rappacificare le due parti in causa? L’Apocalisse? La Resurrezione dei Morti? Il ritorno di Cristo sulla Terra?

    Stiamo scherzando col fuoco. E si rischia di creare un incendio, altroché scottarsi un dito…

    • Gentile MAx , non c’è mai stata nessuna bagarre in consiglio su questi temi. Non ho capito bene da dove ha tratto questa conclusione. L’argomento APEA-ACEA non è mai stato trattato in nessuna seduta del Consiglio Comunale. Tutte le scelte amministrative che hanno portato la ditta Pizzoli a decidere di lasciare Budrio sono state compiute nella passato mandato con voto di maggioranza e opposozione (di allora). Questa amministrazione , con delibera di Giunta ha scorporato (forse il termine non è quello giusto) l’area produttiva da quella commerciale nel tentativo di “recuperare” le intenzioni dell’imprenditore, forse note da tempo. QUi non c’è nessuna ascia di guerra da sotterrare perchè i fatti amministrativi una volta avviati (votati) non coinvolgono più la politica ma passano all’amministrazione e alla burocrazia del sistema che ha prolungato i tempi, anche a causa di mancate verifiche sugli immobili che insisteva sull’area, oltre il sostenibile per l’imprenditore. Comunque dato che verrà fatta una commissione ad hoc sul tema e poichè esse sono pubbliche la invito fin da ora a partecipare in modo tale da farsi un’idea completa sulla reale situazione e le relative responsabilità di questo “successo” amministrativo. Saluti

  7. E’ facile dare la colpa ad altri, bisogna dire le cose come stanno.
    Ai dipendenti della Pizzoli è stata consegnata una lettera del perchè non si trasferisce nel nuovo insediamento APEA-ACEA di Cento.
    E parla di ritardi per quanto riguarda lo spostamento dell’impianto OM Raiway e non della sovrintendenza o della colpa dell’opposizione,come vuol far credere il sindaco Pierini.
    Se si va a leggere bene l’accordo di programma dice chiaro chi doveva fare cosa.
    Se non ci fosse stato il problema di questi 8 mesi della sovrintendenza, un problema c’era comunque che era quello dell’antenna Rai.
    Pizzoli va via per i troppi ritardi che in questi 10 anni sono accaduti,prima dal trovamento del posto dove insediarsi fino ad arrivare oggi per colpa dell’Impianto Rai.
    Siamo un paese(qui parlo in generale)che non riusciamo a capire quando le cose sono giuste o no,e non riusciamo a tenere le aziende che funzionano e farle sviluppare sia a Budrio che in Italia.
    La cosa che fa incavolare è che si avvia il centro commerciale al posto di un’azienda che porta ricchezza,sviluppo e occupazione contro una cattedrale nel deserto che porta solo cementificazione e basta.
    Oggi Budrio perde una grande occasione di sviluppo e questo per colpa della mala politica,che c’è ancora.

  8. Andrea Bonfiglioli

    come ho già scritto sul questo blog, a nome dell’UDC di Budrio Castenaso chiedo all’amministrazione di Budrio di recedere dall’idea di far realizzare il centro commerciale a Cento, centro commerciale che era stato giustificato col fatto che con lo spostamento della Pizzoli a Cento si coglieva l’occasione per realizzare un grande centro agroalimentare. Ora che la foglia di fico è caduta, chiediamo che l’amministrazione non si renda colpevole della futura desertificazione del centro storico di Budrio, a meno che i proventi degli oneri di urbanizzazione connessi all’operazione non vengano ritenuti più importanti del tessuto sociale della città, ma chi ne sarà responsabile se ne assumerà poi tutte le colpe politiche.

    In quanto alla questione Pizzoli, la colpa è di chi, all’epoca del progetto, non consultò preventivamente la soprintendenza, pensando di tenere tutto in camuffa; fu’ la solerte attenzione dei radioamatori a sollevare il problema, quindi alla fine si deve al pressapochismo di chi amministrava allora il fatto che oggi Budrio perda la Pizzoli.

  9. Gentile sig. Capponi,
    se Lei rilegge il suo pezzo, come se fosse scritto da altri, capisce il perché dell’ “amore” del sindaco nei suoi confronti.
    Veramente icastico. Compliments.

  10. Stefano Pelloni

    Perché avete censurato il mio post?

  11. Gabriele Carlotti

    Forse il nostro “Pierini Furioso” non ricorda che il Decreto legislativo 42 del 2004 dice che “tutti gli edifici pubblici che hanno superato i 70 anni di età sono considerati vincolati”.

    Lo dice la Legge, non le Opposizioni.

    Negli ultimi anni i radioamatori hanno più volte segnalato questa cosa a tutti gli enti, venendo considerati solamente come degli scocciatori, anzichè come persone che facevano notare una irregolarità.
    Se poi la Soprintendenza ci ha messo 8 mesi per stabilire se avessero ragione o meno, vuol dire che non era così scontata la questione.

    E le opposizioni? Cosa avrebbero dovuto fare?
    Far finta di nulla, per il “bene del paese”?
    Non potevano esprimere il loro parere sull’inutilità della costruzione di un centro commerciale che avrebbe potuto seriamente danneggiare i tanti negozianti di Budrio?
    Dovevano sottostare al ricatto, senza dir parola?

    Oppure l’anomalia è altrove?

    E’ dal 2006 che si valuta questo progetto (7 anni!).
    Può un imprenditore aspettare così tanto tempo per capire se avrebbe potuto fare un investimento di milioni di euro, con un mercato che spesso cambia da un mese all’altro?
    Può un imprenditore dopo 7 anni non sapere ancora tempi e costi certi per lo spostamento della sua azienda?
    Può un imprenditore accettare di essere spostato in un’area tutta da urbanizzare con costi altissimi, visto che si sarebbero dovuto fare anche molte strade e rotonde nuove? E per di più con l’incognita di capire se veramente questo centro commerciale sarebbe partito, considerando che la situazione economica di oggi è diversa da quella del 2006?
    Possibile che Pizzoli abbia aspettato Budrio per 7 anni, ed altri comuni (nei pochi mesi in cui la soprintendenza doveva decidere) si sono dati una mossa ed hanno presentato un progetto credibile?

    Ma soprattutto: come avrebbe fatto questa Opposizione a far saltare un progetto “così ben realizzato” considerando che conta solo 5 voti su 17, e che l’Apea (con lo spostamento di Pizzoli) è stata votata dall’amministrazione precedente la nostra?

    No Pierini, non c’è bisogno di cercare tanto se si vuole dare delle colpe; basta guardare allo specchio.

    • quando,sulla SP3, venendo dall’Interporto e andando in direzione Ravenna, ci si trova imbottigliati nella chicane budriese, piena di curve intoppi e pericolosissime strettoie, ci si chiede: “ma cos’è successo, dove sono finito?”. Tranquillo viaggiatore, stai semplicemente attraversando il territorio del comune di Budrio, borgata medievale evidentemente ostile al progresso, dove, rimpallandosi responsabilità fra giunta e opposizioni, l’unica certezza è che LE COSE NON SI FANNO.
      40 anni fa non fece il tratto di SP3 per una quercia, oggi si è giunti alla “fuga” della Pizzoli per un’antenna Rai (a qualcuno piace dire per uno storico “pessintèra”, che sarebbe poi l’orribile palazzina sotto l’antenna medesima).
      In compenso abbiamo un teatro (in crisi), e due locali “concorrenti”, e cioè l’Auditorium e la Sala del Carico dell’Acqua, che si contendono eventi culturali.
      L’impressione, quindi, per l’ignaro viandante, è che Budrio sia abitato esclusivamente da intellettuali: si fa (tanta) cultura, e non si pensa al lavoro.
      L’aspetto veramente tragico di tutta la vicenda è che magari, sfumato l’intento di trasferimento della Pizzoli, il megacentrocommerciale si farà ugualmente..ci poi ci andrà, e a spendere quali denari forse rimarrà un mistero, visto che IL LAVORO se ne va da Budrio.

      • Robertone, credi che la troppa cultura vada a scapito del lavoro? Evviva gli ignoranti allora se questo porta lavoro!! In quanti vogliamo essere? Io no.

        • anche se la domanda non meriterebbe risposta:
          credo che la logica del “buon padre di famiglia” che, teoricamente, MOLTO teoricamente, dovrebbe sempre ispirare i bravi amministratori della cosa pubblica, suggerirebbe prima di apparecchiare la tavola, possibilmente con pane e companatico, e POI di pensare se e dove andare a svagarsi.
          E credo anche che i dipendenti della Pizzoli, che (purtroppo) perderanno il posto di lavoro, non se ne facciano una cippa, di teatro e auditorium e torri dell’acqua.

          • La cultura non é necessariamente “andare a divertirsi” è sempre e comunque un valore aggiunto per ogni uomo, anche nel lavoro, anche per creare opportunità di lavoro nonostante se ne dica. Chi nega la cultura avrà sempre un orizzonte molto ristretto. Ben vengano a Budrio occasioni di cultura!

          • Andrea Cenacchi

            Che tristezza … cultura intesa come svago … credo inutile ogni altro commento.

        • avrei anche risposto, ma (ahimè) sono stato CENSURATO!!!!

          • … invece poi sono stato PUBBLICATO (grazie, Redazione).
            Gent.ma Roberta, il mio intervento, cui Lei ha ritenuto di replicare, non tendeva ad innescare una polemica “cultura si, cultura no”…se lo si legge con attenzione, mi sembra lapalissiana la domanda: “come mai, a Budrio, in 40 anni non siamo stati capaci di realizzare il nostro tratto di SP.3, ma abbiamo tirato su in un attimo le faraoniche Torri dell’acqua?”, e ancora: “come mai a Budrio non abbiamo considerato tutte le variabili e le implicazioni che comportava il megaprogetto del megacentrocommerciale di Cento, e siamo arrivati al punto di far fuggire una storica e produttiva azienda come la Pizzoli (e non è l’unica, potrei citarne altre)?
            Tutto qui, mi ponevo delle domande, e le ho volute condividere…la polemica (sport nazionale), lasciamola ai politici di mestiere

    • All’avvio dell’iter procedurale e di progettazione di APEA/ACEA,era sufficiente inoltrare una richiesta di parere preventivo alla soprintendenza circa l’abbattimento della palazzina. Non serviva altro e sarebbe stata la procedura corretta,trasparente e normale. Perchè non si sia seguito questo iter tecnicamente ineccepibile e scontato per qualsiasi tecnico si accinga alla realizzazione di un progetto che prevede al suo interno l’eliminazione di un edificio sottoposto a vincoli è assolutamente incomprensibile.

    • Andrea Cenacchi

      Una precisazione:
      non è vero che gli edifici pubblici dopo 70 anni sono AUTOMATICAMENTE vincolati.
      La legge li tutela imponendo per questi la “verifica di interesse culturale” e solo se questa positiva il vincolo si esplicita, in caso contrario possono essere trattati come tutti gli altri edifici.
      Mi pare infatti che nel caso di specie la soprintendenza abbia verificato che la palazzina non fosse di “interesse culturale” indipendentemente dalla sua età.
      Un’ulteriore precisazione: se la palazzina avesse avuto anche solo 40 anni e fosse stata di interesse culturale la Soprintendenza avrebbe potuto vincolarla per decreto.

      A.

      • Appunto impone la verifica,tale verifica si risolveva con la richiesta di parere preventivo.Anche il magazzino del grano nel momento in cui è diventato di pubblica proprietà ha cambiato status rispetto agli interventi strutturali possibili,ma lì evidentemente il parere della soprintendenza è stato chiesto preventivamente,a nessuno è venuto in mente di abbatterlo o trasformarlo in qualcos’altro senza prima chiedere, perchè è già noto che in questo caso la soprintendenza i vincoli sull’intervento li ha posti. Non si può abbattere e il raggio di intervento per la ristrutturazione che ne consenta utilizzo è limitato.Se si osserva la struttura adiacente con le medesime caratteristiche,ma in capo a privati,si vede che la trasformazione dell’edificio non ha dovuto sottostare ai vincoli cui è sottoposta l’altra di proprietà del comune.Questo solo per dire che agli Uffici Tecnici questi aspetti sono notissimi,come arcinoti sono i tempi di risposta della soprintendenza,il fatto poi che non fosse presente alla conferenza dei servi è azzardato interpretarlo come elemento per stabilirne il parere o il disinteresse. A maggior ragione perchè assente,sapendo esistere il possibile problema,andava fatta una verifica preventiva.

  12. Scusate ma visto che tutti, più o meno, maggioranza ed opposizioni, siamo daccordo sul provare a fare rimanere la Pizzoli sul territorio Comunale di Budrio ed invece a ritenere inutile e futile, specialmente in un periodo come questo, la costruzione di un centro commerciale, perchè non si fa una bella manifestazione UNITARIA in Piazza a sostegno di tutto questo?
    Mi rivolgo sia alla maggioranza che alle opposizioni nonchè al Sindaco di Budrio e mi aspetterei una valida risposta per il bene del Paese e di tutti.
    Grazie.

    • Andrea Bonfiglioli

      Ottima idea, ma ognuno porti le proprie bandiere (non solo di partito, ma anche di gruppi consigliari, associazioni, sindacati, ecc..) così vediamo chi davvero sta dalla aprte dei cittadini.

      • Le bandiere hanno creato e creeranno sempre divisioni Sig. Bonfiglioli. Bisognerebbe fare come giustamente suggerito da Daniele: scendere a manifestare TUTTI UNITI, ma senza doversi tirare dietro bandiere. Per dimostrare una buona volta che NOI siamo persone, non figurine incolore che hanno bisogno di sventolare una bandiera per far vedere al mondo intero che esistono!

        • concordo…ma d’altronde c’è chi si sente perso senza un distintivo….

          • Andrea Bonfiglioli

            non è questione di sentirsi persi, ma di fare qualcosa di utile. Se a fare una manifestazione in piazza si è in tanti, con tante insegne di vario genere, chi deve recepire il messaggio lo recepisce meglio.
            Io c’ero alla manifestazione organizzata in piazza per l’ospedale, fu voluta senza bandiere, e così avvenne, cosa si è ottenuto? nemmeno che Lusenti venisse a parlarci all’auditorium (come invece era stato promesso dal sindaco in piazza)! Se si fosse permesso a ogni tipo di organizzazione (partiti, gruppi consigliari, associazioni, sindacati, e chi più ne ha più ne metta) di partecipare, invece dei duecento presenti magari ce ne sarebbero stati di più, e sono convinto che il messaggio non sarebbe stato snobbato.

          • @Andrea Bonfiglioli – Se chi ha da sentire ha bisogno di veder bandiere, allora siamo messi MALISSIMO. Ed è messo MALISSIMO anche colui che ha bisogno di una bandiera per uscire.

            Forse vi siete persi un concetto che invece è alla base della civiltà: prima di tutto si è cittadini, tutti uguali (a meno dei condannati che devono ancora scontare).

            Certo che se si ritiene d’aver fatto qualcosa di utile perchè si è usciti con una bandiera e non se la bandiera non c’è allora siam per campi ancora.

            Comunque, giacchè bisogna andare incontro a tutte le esigenze ed in questo caso è pure facile, vi suggerisco di uscire tutti insieme con il TRICOLORE.

          • Marco, il tuo suggerimento di scendere tutti insieme con la bandiera italiana potrebbe trovare l’opposizione dei leghisti che a quel punto si arrogherebbero il diritto di voler sventolare le loro insegne a sfondo bianco con croce rossa e quelle tutte verdi! 😀

            Tornando seri, sono indiscutibilmente vere le parole di Lucio quando ha scritto che c’è chi si sente perso senza un distintivo… Dopotutto, alcuni sono stati educati perfino a dare la vita non tanto e non solo alla bandiera della nostra patria, ma soprattutto a quella del proprio partito/sindacato di appartenenza!

            “Siamo contradaioli politici, da Savona a Siracusa. La fedeltà per un uomo e una bandiera è speculare all’ostilità per la bandiera avversaria e a chi la regge. Una questione di pancia, prima che di testa.” – Beppe Severgnini dal libro La pancia degli Italiani: Berlusconi spiegato ai posteri

          • Andrea Bonfiglioli

            sembra che certa gente non sappia in che mondo viva. Vi va bene cosi? e allora continuate a manifestare nella maniera che più vi aggrada, come l’altra volta se mi sarà possibile ci sarò anch’io, ma non aspettatevi che poca gente senza chiara identificazione possa ottenere alcunchè, come l’altra volta.

  13. Posto che sarebbe stato sufficiente chiedere un parere preventivo alla soprintendenza,in fase progettuale di APEA,circa l’abbattimento della palazzina sottoposta a vincoli,(omissione che già di per sè appare come un errore di impostazione tecnica non trascurabile),che il responsabile tecnico in capo all’iter procedurale è una figura dirigenziale nominata, su fiducia, direttamente dal Sindaco, tant’è legata al di Suo mandato,che la maggioranza di governo del comune gode di numeri assolutamente sufficienti per assumere qualsivoglia decisione,che il parere della soprintendenza è risultato infine favorevole…che cosa ha ostato l’amministrazione comunale nel seguire il sopracitato percorso lineare e corretto e portarlo a termine secondo quanto prefissato? Al contrario se si fosse proceduto(come mi pare si volesse) con l’abbattimento senza il parere ante della soprintendenza,non si sarebbe corso il rischio di un contenzioso legale(anche fra enti) nel caso l’irregolarità fosse emersa,anche casualmente, post? Chi si sarebbe fatto carico delle conseguenze, anche in termini sanzionatori,o di spese legali, di un atto che oggi sappiamo autorizzato,ma che prima dell’espressione della soprintendenza non era legittimamente scontato.Alla luce di queste considerazioni i cittadini che hanno esplicitato prima dell’abbattimento il dubbio sulla valutazione dei vincoli in capo allo stabile,civicamente ritengo abbiano fatto il loro dovere.Specie se eventuali sanzioni o spese legali,per demolizione che, ante, si poteva anche ritenere impropria, fossero ricadute sull’amministrazione, cioè sulla collettività.

    • Andrea Cenacchi

      Tutto bello, anche il legalese, ma mi pare che si ignori quale sia l’iter progettuale per un intervento del genere.
      Il percorso è codificato in maniera ben precisa e impossibile da riproporre in questo luogo.
      In seintesi:
      essendo gli enti interessati, per un intervento di questo genere, alcune decine, sarebbe impensabile richiedere preventivamente ad ognuno di essi il preparere, pertanto la norma impone un’istruttoria a mezzo di una “conferenza dei servizi” alla quale partecipano TUTTI gli enti interessati … o meglio VENGONO INVITATI tutti gli enti, Soprintendenza compresa.
      Da quanto è dato sapere questo ente non si è mai presentato alle varie sedute, forse perchè in prima battuta aveva valutato che non vi fossero gli elementi, come poi dimostrato, per un vincolo dell’area o dei fabbricati.

      I cittadini avranno certamente fatto bene, ma credo che una forte responsabilità della Soprintendenza, prima, nel non partecipare alla conferenza, poi, nel tardare mesi ad esprimere il pare, sia innegabile.
      Poi sappiamo, che a citare in giudizio un ente del genere nessuno lo farà.

      A.

      • Parlo da ignorante, ma magari imparo… stando così le cose, per un intervento del genere, certo che se devo chiedere un parere in serie ad alcune decine di enti l’iter diventa lungo, ma chiesti 200 pareri in parallelo, in due mesi gliela si fa. E a chi non risponde in due mesi, per un intervento del genere (Pizzoli), salto in macchina e mi vado ad attaccare al campanello giusto ad interim (ovvero gli fracasso gli zebedei finchè non emette parere). Questo mi aspetto dal Sindaco che cura i suoi amministrati che gli hanno dato fiducia. Si?

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