Finanziamenti alle scuole paritarie, Pierini si schiera contro i referendari

17 maggio, 2013

La questione referendaria sulle scuole paritarie di Bologna, che il prossimo 26 maggio porterà al voto i cittadini del capoluogo, arriva anche a Budrio. Il sindaco Giulio Pierini , nei giorni scorsi, ha firmato l’appello dei 32 sindaci del PD a sostegno della scelta “B” del referendum, tesa a preservare l’esperienza del sistema integrato delle scuole per l’infanzia.

IL REFERENDUM DEL 26 MAGGIO
Domenica 26 maggio i cittadini di Bologna saranno chiamati a decidere a quale tipo di scuola per l’infanzia destinare i fondi comunali. Il referendum, indetto dal Comitato Art.33, mira a preservare i soldi pubblici per le scuole comunali, a svantaggio delle private paritarie, per lo più materne cattoliche. Nelle ultime settimane il dibattito sulla questione è andato ben oltre i confini del capoluogo felsineo, interessando l’opinione pubblica nazionale. Anche sul territorio si Budrio insiste una scuola paritaria privata, chiamata Sacro Cuore, in via Massarenti, a cui il Comune destina ogni anno la somma di 20mila euro per le attività scolastiche, così come da convenzione firmata con l’istituto.

PIERINI FIRMA L’APPELLO PER LE SCUOLE PARITARIE PRIVATE
Il partito democratico bolognese e il sindaco Virgilio Merola si sono schierati da subito a favore del mantenimento della situazione attuale e negli scorsi giorni 32 sindaci della provincia, compreso il sindaco Giulio Pierini, hanno sottoscritto un appello in cui “chiedono che sia tutelato nel modo più estensivo il diritto alla scuola delle bambine e dei bambini, preservando un’esperienza di alto valore sociale e civile, che garantisce qualità all’intero sistema scolastico”. In una nota, Pierini e l’assessore alla scuola Cigognetti spiegano che: “Il comune di Budrio ha stilato una convenzione con la scuola dell’infanzia Sacro Cuore, che offre un servizio a 90 famiglie, che altrimenti non saprebbero dove mettere i loro figli” e che questo contributo “comporta un costo di 222,00 euro a bambino all’anno, assolutamente inferiore al costo annuo di ciascun bambino inserito al nido o alla stessa scuola dell’infanzia comunale. E’ quindi evidente che per la collettività il contributo alle scuole paritarie costituisce un ampliamento dell’offerta educativa a fronte di costi assolutamente contenuti”.

Per Pierini e Cigognetti il vero tema “sarà invece quello della tipologia dell’offerta didattica in una società laica e plurale, la garanzia che l’accesso a tutte le scuole dell’infanzia sia per tutti, che il sostegno all’handicap sia garantito, che le insegnanti abbiano i titoli per accedere all’insegnamento, che si attuino percorsi territoriali di coordinamento pedagogico e formazione condivisa, che vengano rispettati quei principi quindi che il riconoscimento di parità alle scuole non statali impone”.

PIERINI E CIGOGNETTI: “I COMUNI LASCIATI SOLI DALLO STATO”
“I costi che l’Amministrazione sostiene per i servizi scolastici – si legge nella nota di Pierini e Cigognetti – rappresentano una voce molto importante del bilancio comunale, partendo proprio dai 132.166,00 euro spesi per il servizio di scuola dell’infanzia comunale di via Martiri Antifascisti (compresa l’integrazione oraria per la scuola statale avviata in assenza di risposte da parte dello Stato che esaudissero i bisogni del territorio), i 295.000,00 euro per il sostegno all’handicap, somma che di anno in anno si incrementa per compensare le minori risorse che vengono messe a disposizione dallo Stato, i circa 104.000 euro spesi per i servizi di pre, post scuola e laboratori, pensati, questi ultimi, per i bambini che non trovano risposta alla richiesta di tempo pieno alla scuola elementare, o i circa 150.000 euro destinati in gran parte alle attività di porzionamento pasti e sgombero refettori, attività che prima del trasferimento del personale ATA alla Stato era svolta dal personale in servizio nelle scuole e che ora è rimasta di competenza dell’Ente Locale anche in ragione dei numerosi tagli che hanno colpito la dotazione organica dei “bidelli” nelle scuole statali”.
Per cui, per il Sindaco e l’Assessore alla Scuola “si evidenzia come, da un lato l’Amministrazione comunale dia importanza al settore scolastico, dall’altro come lo Stato sempre di più si disinteressi di questo tipo di servizi che noi consideriamo essenziali, e lasci i comuni soli nel compito di offrirli ai cittadini”.

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9 Commenti


  1. Premetto che per scelta ho mandato entrambi i miei figli alla scuola materna Sacro Cuore. Nelle righe della Cicognetti e di Pierini si capisce bene dave stà il problema,”il Comune risparmia pagando soli 222€ a bambino”, le famiglie che per scelta decino di mandare i propri figli in questo tipo di strutture si accollano oneri maggiori in quanto per refezzione e retta le cose cambiano i costi crescono. La differenza sta proprio lì un conto è integrare con questo tipo di offerta e per libera scelta e condizioni economiche le famiglie decidono dove mandare i propri figli altro è cambiare le regole del gioco impendo tutto ciò.
    A Budrio non cambia nulla anzi si rispetta una vecchia tradizione altra cosa è quello che stà succedendo a Bologna!!!!!!
    Pere mele cavoli cicoria sempre tutto insieme.

  2. franco cervellati

    evidentemente il sindaco avrà ricevuto qualche telefonata dalla curia e poi in un momento come questo, con un governo pd-pdl bisogna rappacificarsi, fare i buoni, usare i soldi pubblici per scopi privati, tanto la costituzione è vecchia, lo ha detto Berlusconi. Prossimamente avremo Gianfrancesco vicesindaco.Sbagliare è umano, ma firmare certi documenti è cosa che grida vendetta, ma tanto le elezioni ci saranno ancora, speriamo, e molta gente dovrà tornare a lavorare.

  3. Buongiorno a tutti
    Anche io e mia moglie, abbiamo mandato, per scelta e non per necessità nostra figlia al Sacro Cuore, devo dire con grande soddisfazione per i 3 anni trascorsi. Vorrei rispondere, senza nessuna intenzione di fare polemica al Sig. Cervellati esponendo come si è soliti dire i “i conti della serva”:
    Se la scuola pubblica di Budrio si dovesse fare carico di altri 90 bambini che ogni anno frequentano la “Scuola Paritaria Sacro Cuore” dovrebbe:
    1 – Creare l’infrastruttura per poterli ospitare (attualmente non esiste).
    2 – Pagare 3/4 maestre per seguirli
    3 – Pagare i pasti, i materiali e quantaltro.
    Tutto questo per tutti gli anni in cui questa scuola ha fornito questo servizio ai budriesi.
    Credo che questi 20.000 euro siano ben investiti e che la curia non abbia fatto nessuna telefonata!

    • Solo per precisare che le insegnanti nel pubblico, a livello di scuola dell’infanzia sono pagate dallo Stato e non dal comune.

  4. franco cervellati

    qualcuno saprebbe dirmi le rette comunali e private?

  5. A me non sembra che il comune di Budrio non
    sia collaborativo sulla questione scuole.
    In questi anni, è stata creata l’ala nuova del menarini, ristrutturata bagnarola e create le nuove sezioni in via m.antifascisti e a vedrana.
    Sicuramente molte famiglie si sono preoccupate inizialmente per la graduatoria ma poi il comune ha sempre cercato di trovare il posto per tutti.
    Non si può certo dire lo stesso per lo stato, ad esempio quest’anno i bambini rimasti fuori dal tempo pieno sono 38 e di questi la maggior parte delle famiglie ha entrambi i genitori che lavorano…
    Anche in questo interviene il comune e cerca di aiutare quelle famiglie che proprio non sanno dove mettere i propri figli.
    In generale non piace neppure a me pensare di dare soldi pubblici alla scuola privata ma il caso delle scuole materne mi sembra diverso rispetto che dalle elementari in poi.
    Io comunque spendo circa 140/150 euro al mese compreso il servizio di post-scuola al merarini.

  6. Diciamo che prima di tutto il responsabile e’ lo Stato che con i continui tagli all’istruzione, ha reso praticamente impossibile gestire la situazione.
    Meno risorse all’istruzione = meno insegnanti, meno materiale didattico, carenza nel piano formativo.
    Meno risorse ai comuni = meno servizi, meno strutture.
    Il concetto e’ chiaro ed indiscutibile.
    D’altro canto penso anche che chi vuole andare alla scuola privata e’ libero di andarci e di pagarsela.
    I fondi pubblici preferirei fossero destinati ad un uso pubblico.

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