Fra Benito Fusco, l’uomo che non conosce verita’

10 luglio, 2013

Tutto si può dire di Fra Benito Fusco, ma non che sia un uomo di chiesa poco singolare. Assegnato ormai da 4 anni all’attività della parrocchia di San Lorenzo, Fra Benito ha rivoluzionato le messe della domenica con la sua passione per la difesa dei diritti dei più deboli e le sue critiche all’apparato centrale della Chiesa. Budrio Next lo ha incontrato per farsi raccontare, senza peli sulla lingua, la storia di una vita passata tra politica e fede.

Ieri, in una calda giornata estiva lo incontriamo in piazzetta De Andrè, davanti al complesso delle Torri dell’Acqua, in quel luogo dove due anni fa Don Gallo fece visita al nostro paese. Un maestro per Fra Benito, “un uomo – ci dice – che ha proposto nella Chiesa nuovi spazi di libertà e che per questo è stato visto come un destabilizzatore”. E Fra Benito ripete, per assonanza, la sua storia. Passato dalle fila di Lotta continua – insieme all’amico budriese Felice Naselli – per poi diventare assessore all’ambiente a Casalecchio per il PSI e poi prendere i voti negli anni ’90, sconvolto da episodi che gli hanno fatto capire che doveva discostarsi dagli apparati e dai partiti nei quali militava, quando questi decidevano di abbandonare i loro principi storici. Due eventi mortali segnano i momenti di cambiamento di Fra Benito. Nel ’77 La morte di Francesco Lorusso, militante di Lotta continua, lo spinge a fare il salto nella politica decisionista e a lasciare le piazze urlate. E poi la strage del Salvemini di Casalecchio, del 6 dicembre del 1990, quando un aereo militare finisce sopra la scuola di Casalecchio provocando la morte di 12 studenti. E’ in quel frangente che l’assessore Benito Fusco decide di dire nuovamente basta. “Mi dimesi da assessore – ci dice – perchè non potevo concepire di far parte di un sistema che favoriva la politica di armamento”. Fu – poi – agli inizi degli anni ’90 che arrivarono i voti: nel 1991 entra a far parte dell’ordine dei Servi di Maria, nel 1994 viene nominato frate e nel 1998 sacerdote.

Ma Fra Benito è un uomo di Chiesa a modo suo. Nel suo percorso spirituale non dimentica i temi cari alla sinistra: i diritti degli ultimi, quel mondo mai capito dal Vaticano, fatto della difesa del mondo omosessuale, del sostegno ai luoghi di culto per i mussulmani, fino alla firma per la morte di Eluana Englaro, la ragazza in stato vegetativo il cui caso creò uno scontro etico-politico pochi anni fa. Una goccia, in un vaso di critica profonda verso una Chiesa che Fra Benito voleva diversa, e che alla fine nel 2009 porterà la Curia di Bologna ad allontanare Benito dall’Eremo di Ronzano e a confinarlo nella parrocchia di San Lorenzo di Budrio. “Forse feci l’errore di parlare troppo – dice – avrei dovuto confrontarmi con il vescovo Vecchi vis à vis. Non ho mai vissuto questa scelta come punizione, ma come nuova occasione di portare la testimonianza di Cristo in un nuovo territorio”.

L’arrivo a Budrio non è facile per Fra Benito. I fedeli hanno già letto tutto della sua storia, delle sue battaglie. “Quando sono arrivato – racconta – non sono certo stato accolto al meglio. Mi hanno affidato la messa della domenica sera, che per la scarsa partecipazione era quella dove potevo far meno danno”. Colpito dalla “punizione” della Curia bolognese, Fra Benito non rinuncia a trasmettere il messaggio del Vangelo così come da lui stesso sempre concepito. E così i temi scomodi e la politica attuale diventano protagonisti della liturgia, oltre alla critica a come la Chiesa gestisce l’apparato centrale. “Fortunamente le cose son cambiate in poco tempo: ho visto aumentare molto la partecipazione alla messa serale della domenica. Credo – dice – di aver tirato fuori dalle case una buona parte di cattolici che la pensano come me. Ora, comunque, con Papa Francesco è tutto più facile. Il messaggio che porta – dice – è molto più vicino all’idea che ho io di Chiesa, rispetto a quello imposto da Ratzinger”.

Ma in poco tempo, e non a causa dell’arrivo di Fra Benito, si verifica un cambiamento anche fra i parrocchiani di San Lorenzo. “Quando sono arrivato mi sono accorto da subito che qualcosa stava bollendo in pentola. Se una volta chi frequentava San Lorenzo era filo scudo crociato, ora vi sono gruppi che mirano al cambiamento, renziani e grillini”. Ma non si parla tanto di politica partitica fra le mura della Chiesa, ognuno mantiene le sue idee, più che altro trasmette questa voglia di cambiamento nei confronti dell’attività spirituale, trovando modo di mettere in campo iniziative culturali e letterarie, spesso rivolte ai giovani”.

E sono proprio i giovani a cui Fra Benito rivolge il suo messaggio di speranza. “Il viaggio è molto importante. Quando posso, parto con loro in missione verso territori lontani dalla realtà occidentale con l’augurio che, una volta tornati, riescano a cambiare il proprio modo di vivere qui e a trasmetterlo agli altri. Il benessere – continua – ha allontanato la capacità dei giovani di cogliere il dramma. Così hanno dimenticato il piacere di studiare la storia e pensano al loro futuro vivendo freneticamente il presente. Rifiutano la storia, anche di poche decine di anni fa, perché ha permesso alle generazioni precedenti di rovinare il nostro Paese”.

Ed è ovvio, da queste parole, che per Fra Benito la politica non è mai finita con le dimissioni dal suo ruolo di assessore. Dal suo profilo Facebook alterna le parole del Vangelo a quelle della politica, trovando spazio anche per considerazioni sull’operato delle nostre amministrazioni. Da un giudizio positivo sulla vivacità dell’iniziativa culturale in paese, ma è molto critico su quella che definisce “una cementificazione selvaggia del territorio” e “un centro storico depredato della sua storicità”. “Mi dispiace – spiega – non vedere da parte dell’amministrazione una risposta alla chiusura delle attività commerciali, aziendali e industriali”. Per Fra Benito il nocciolo da sciogliere è quello di “un Partito Democratico troppo conservatore, che avrebbe bisogno di qualche anno di opposizione per riuscire a cambiare”. Motivo principale “il fatto che le decisioni vengono prese a Bologna – e ricorda che – arrivato a Budrio tutti indicavano già in Pierini il futuro Sindaco, ma non fu una decisione presa dal basso”.

Che Fra Benito sia un uomo senza peli sulla lingua ormai si è capito. Nell’ultimo suo status su Facebook, postato lunedì scorso, scrive: “L’inferno non esiste, nel Vangelo non se ne fa esplicita menzione .. e se esiste non è un tormento o un supplizio, ma un cuore vuoto .. c’è forse qualcosa di più inquietante di un cuore vuoto?”.
E – aggiungiamo noi – c’è forse persona più saggia di quella che, come Fra Benito, non conosce la verità?

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16 Commenti


  1. Fra Benito e’ un grande !!!
    Non rappresenta certo quella chiesa/casta di mummie ,cadaveri,parrucconi,anche arrivisti,di cui è pieno il Vaticano e la Curia.
    E poi rispetto e apprezzo molto di più le persone che cambiano le proprie idee in base alle esperienze fatte nella vita di quelli che solo per “onor di firma ” e del ruolo che ricoprono sanno solo ripetere la stessa cantilena

  2. Testo corretto
    Conobbi Benito Fusco quando era consigliere comunale socialista ed io revisore dei conti del Comune di Casalecchio e in questa veste non ebbi modo di rilevarne discordanze rispetto al Gruppo consiliare di appartenenza. Sul piano politico le nostre strade sono divenute sempre più divergenti più la sua posizione si é identificata con quella dell’estremismo di sinistra. Il suo arrivo a Budrio nella veste, pardon, nel ruolo sacerdotale, non mi ha sorpreso più di tanto avendo vissuto più di lui e prima di lui le ripercussioni politiche delle vicende dell’Ordine cui egli ha scelto di appartenere. L’unica cosa che mi ha sorpreso di lui è rivederlo assolutamente smemorato nei miei confronti, non il ritrovarlo nell’ambiente in cui si è inserito del quale è errato fare una successione storica delle propensioni politiche passando da quelle democristiane ai grillini senza ricordare l’esperienza maoista,ulivista e diessina. Mentre ad una analisi superficiale questi rapidi cambiamenti di umore politico ambientale possono apparire come un segno di vitalità democratica alterettanto non può dirsi su piano partecipativo a livello locale. Ritengo infatti più riduttiva la valutazione in base ai risultati di dette appartenenze sulla vita della nostra comunità. Per quanto mi riguarda,sono orgoglioso della presenza della D.C a Budrio in tutte le realtà istituzionali nelle quali si sono spesi appartenenti a quel partito che mai, dico mai senza timore di smentite, hanno operato in rappresentanza di interessi ristretti e mai hanno accettato condizionamenti di sorta nella loro azione amministrativa . La critica che rivolgo a coloro che, dopo i primi tempi della D.C(quelli nei quali laici frati e preti temettero di finire male ove avesse prevalso il fronte popolare), hanno occupato i primi posti negli indici di gradimento come frequentatori dei locali di Via Bissolati è che dai loro ambienti di ritrovo non sia mai uscita alcuna critica al potere locale anche quando le questioni sollevate dai banchi dell’opposizione consiliare avrebbero meritato un attento interesse. Questo ci ha convinti di quanto per essi fosse(e sia) più facile rivendicare la scelta di campo e la militanza di classe individuando l’avversario lontano il più possibile da Budrio quando il nostro amato paese, che ha tutte le caratteristiche del paniere DOXA, contiene tutti i pregi e i difetti spalmati nel territorio nazionale. Con questo spirito non sono certamente io a temere un confronto con padre Benito ( al quale rivolgo il mio saluto col rispetto dovuto al sacerdote),e con i prolifici ambienti nei quali sono maturate le più disparate esperienze giovanili rivendicando(per la lunga esperienza della realtà budriese) la capacità sul piano politico e culturale di riconoscerne gli sconfinamenti come gli eloquenti silenzi. A proposito di un Comune all’avanguardia come quello che il nostro sindaco desidera realizzare , secondo le sue dichiarazioni del periodico comunale n.13 appena uscito , mi interesserebbe conoscere il parere di fra Benito sulla delibera n.10 del 3 aprile 2013,che sempre secondo il primo cittadino di Budrio, dovrebbe costituire un piccolo importante passo per collocare l’Italia al livello della Spagna del Belgio e della Francia che già anno riconosciuto come matrimonio l’unione fra persone dello stesso sesso.
    Budrio 10 luglio 2013
    Gabriele Cantelli.

    • Gabriele Carlotti

      Copio ed incollo

      “Art. 3 della Costituzione Italiana

      Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

      È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”

      • Chi ha redatto la costituzione italiana si sta rivoltando nella tomba ma perchè esiste ancora una costituzione italiana o comunque i principi fondamentali vengono presi in considerazione?? ahh si è vero è quel libro dove 4 mentecatti hanno inserito nel 2012 il pareggio di bilancio…

  3. non sono avvezza all’informatica ed a questi mezzi, ma una parola su Ben lasciatemela spendere. Del suo esercizio di “Operaio della Vigna” (..del Signore), come lui stesso ama definirsi, ho conosciuto la grande umanità e delicatezza uniti ad un coraggio della parola
    che certi “ambiti” non hanno, non consentono e non ammettono. Mi viene da chiedermi – ma é possibile ignorare un fronte sempre più vasto e numeroso di persone che intendono avere un’IDEA (La loro Idea!) accompagnata da passione sincera per tutto ciò che è Bene di Tutti, (natura – animali – aria – acqua ect.). Il profilo di Budrio è inesorabilmente cambiato, per ora in bici si può ancora arrivare in aperta campagna. Ma una regolata occorre darsela..finchè è possibile. Questo è come la penso io che aspetto le Omelie di Fra Benito, o di incontrarlo per Budrio sapendo che di personaggi come Lui la nostra comunità ha bisogno per guardare al futuro sapendo custodire la parte più preziosa di ognuno di noi.Nutro riconoscenza nei suoi confronti per adoperarsi nell’organizzare incontri culturali
    con personaggi di grande spessore intellettuale.

    • Condivido le sue serene e profonde osservazioni. Purtroppo la nostra classe politica non ama chi dice la verità, anche quella scomoda, anzi soprattutto quella.
      D’altronde il processo e la morte di Gesù sono paradigma inesorabile della qualità etica del personale politico, conformista e crudele di tutti i tempi.

  4. Per cortesia!!!! Non paragoniamo Gesù Cristo a Padre Benito che per non so quale motivo si fa chiamare fra. E’ come se un capitano si facesse (per modestia) chiamare tenente!

    • Sig. Pelloni, glielo dico con tutto il garbo possibile, ma lei non ha capito quello che ha scritto “sere” e neppure quello che ho scritto io. Mi dispiace.

      • La ringrazio per il Suo garbo (peraltro famoso, e lo dico con grande sincerità e stima e senza un filo d’ironia)ma proprio non ci siamo capiti: un personaggio scomodo può essere apprezzato e condiviso, ma il paragone con Gesù Cristo, scomodo per antonomasia, mi sembra eccessivo per qualsiasi mortale.
        Questo è quello che intendevo dire io: nulla di più.

  5. sig. Pelloni, non sono un’esperta ma San Lorenzo è “gestita” da frati non da preti, credo sia per questo

    • I frati si chiamano padri: vedi Padre Luigi, Padre Floriano ecc.
      I preti si chiamano don: vedi Don Carlo alla Pieve, Don Gabriele a Vedrana ecc.

      • I frati non necessariamente sono tutti presbiteri e normalmente si chiamano “Fra”, poi nel tempo è invalso l’uso di chiamare “Padre” il frate che è anche presbitero.
        http://it.wikipedia.org/wiki/Frate
        Credo che Fra Benito si faccia chiamare “Fra” per sottolineare meglio la dimensione comunitaria e fraterna della vita religiosa che ha scelto.

        • .. Grazie, signor Fausto, non avrei saputo spiegare meglio .. aggiungo solo che nel Vangelo Gesù ci ricorda che nessuno deve farsi chiamare ‘padre’, perché di Padre ce n’è uno solo, ed è nei Cieli ..

          • Michela Tafuri Mengoli

            Poiché la parola di Dio è vivente ed esercita potenza ed è più tagliente di qualsiasi spada a due tagli e penetra fino alla divisione dell’anima e dello spirito, e delle giunture e del loro midollo, e può discernere i pensieri e le intenzioni del cuore. ebrei 4;12 Se le parole di un uomo possono confortare …quanto conforto potremo avere dalle parole di Dio?

  6. Fra’, Don, Padre ha poca importanza per me… Premetto che non sono credente, ma mi è capitato di ascoltare una messa di Fra’ Benito e ho avvertito, a pelle, quello che mi era già capitato un’altra sola volta nella vita, quando conobbi ed ebbi un colloquio con una suora missionaria di Castenaso.
    Riesco a descrivere questa percezione con un unico sostantivo:
    SPIRITUALITA’… qualcosa che filosoficamente credo abbia a che fare con la “sostanza” delle cose, e quindi opposta all'”accidente”, che invece è qualcosa di “aggiunto” alla cosa, come un fatto del divenire nel tempo e non inerente all’essere.
    Questo è un patrimonio che pochi eletti possiedono e di questi pochi eletti, per fortuna, non tutti hanno scelto la religione come la propria via; ve ne sono alcuni anche tra gli insegnanti, tra i medici e in altre discipline che amo definire “umanistiche”, in quanto sono per necessità a servizio all’umanità e hanno per oggetto la conoscenza dell’uomo, del suo pensiero, della sua attività spirituale, del suo comportamento, del suo benessere.

    Nell’istituzione della Chiesa, dove a mio avviso più che in ogni altra istituzione la SPIRITUALITA’ sarebbe necessaria, non tutti, purtroppo, dimostrano di avere questa dote.

    Fra’ Benito sì, per me senza ombra di dubbio. Le sue parole non suonano alle orecchie come il classico sermone asettico e noioso della stragrande maggioranza dei preti in cui mi sono imbattuta (non me ne voglia chi si sente chiamato in causa).

    No… le sue parole sono musica e poesia e aprono delle porte… quelle dell’anima, mostrano i colori dell’amore e fanno riflettere, scendono nel mondo reale per combattere con le nostre fragilità, i nostri errori, le nostre miserie.

    Anche lui, come il grande Don Gallo, si sporca le mani con la politica… se serve… quando serve, per far luce sul buio del mondo.

  7. sono lontana da queste cose ma talmente lontana che non lo
    conoscevo… e quando sarebbe possibile ascoltarlo? Ovvero: quando dice messa???
    grazie

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