E’ di Vedrana di Budrio la nuova firma del manifesto Cersaie 2013

16 luglio, 2013

Il prossimo salone internazionale della ceramica di Bologna sarà caratterizzato da un’alta dose di budriesità. Porta infatti il nome del designer Luigi Capraro, residente a Vedrana, il prossimo manifesto del CERSAIE 2013: l’immagine di tre piastrelle di ceramica appese a un filo da bucato, che sta facendo il giro del mondo. Abbiamo incontrato Luigi, giovane studente ventitreenne, per scoprire cosa ha di speciale un talento budriese.

Luigi, la tua idea è stata selezionata fra oltre 150 immagini in concorso, realizzate da 9 università italiane. Cosa ha di speciale?
Beh, di speciale forse nulla. Direi che ha molto di normale, visto il tema che dovevamo seguire quest’anno, proprio “l’elogio della normalità”. Osservandomi attorno, alla ricerca di un’idea, ho scorto nel gesto di appendere i panni lavati un momento di vera semplicità e quotidianità. Ho così appeso tre piastrelle di ceramica a un filo del bucato, e riempito questa immagine di italianità usando il tricolore.

Un’idea che è piaciuta…
Sì, quando lo scorso agosto mi hanno chiamato per comunicarmelo sono esploso di gioia. Avevo già vinto altri concorsi, ma questa è stata la più bella soddisfazione. Oltre al fatto che i concorsi rappresentano una vetrina importante nel mondo del lavoro.

Come è nata questa passione per il design?
Chi, come me, viene da un piccolo paese della Sicilia (Sommatino, ndr), conosce bene la tradizione di “scorrazzare” con “lu carruzzu”, una sorta di go kart costruiti in casa, ideati e progettati dagli abitanti del paese. Da piccolo mi chiudevo nell’officina di mio nonno per studiare come realizzarlo al meglio; e poi, grazie agli insegnamenti tecnici di mio padre, davo forma al progetto.
Ero affascinato dalla possibilità di creare oggetti nuovi e ora sono oltremodo contento di concludere un percorso di studi universitari, presso l’I.S.I.A. di Faenza, che mi porterà a fare questo di mestiere.

La profonda crisi che sta attraversando il nostro paese non ti spaventa?
Mi piacerebbe aprire uno studio, ma prima vorrei fare una esperienza lavorativa all’estero, magari uno stage. Al di fuori del confine è più forte la voglia di fermare la crisi cercando nuove soluzioni, oltre a offrire spunti nuovi rispetto a quelli che siamo abituati a conoscere. Il nostro paese rimane senza dubbio la patria della creatività, basta fare un giro per i paesi della penisola per capire quante belle diversità ci sono, ma occorre reinventarci per superare questo periodo.

Cosa intendi?
La società è cambiata, come sono mutante le esigenze del mercato. Occorre far fronte a queste nuove richieste operando un netto cambiamento nel metodo di affrontare il lavoro. Credo che la mia generazione sia pronta a farlo.

Facebooktwittergoogle_plusmail

Commenta via Facebook


1 commento


  1. Idee chiare, semplicità, bontà del progetto e ricerca degli strumenti ed esperienza per la miglior realizzazione di se stesso. Bravo! Complimenti e vento in poppa!

Lascia un commento


Il tuo commento sarà pubblicato al più presto una volta sottoposto a moderazione. I campi contrassegnati con * sono obbligatori.