40 francesi arrivano al pronto soccorso di Budrio con il pullman

24 luglio, 2013

Una comitiva di 40 francesi, in viaggio in pullman ai confini di Bologna, è arrivata ieri mattina al pronto soccorso di Budrio per chiedere assistenza per sospetta intossicazione alimentare di gran parte dei turisti. Fra i casi 35 ragazzi dai 13 ai 17 anni, che da giorni avvertivano nausea e problemi all’addome. L’intervento del presidio di pronto soccorso ha scongiurato ulteriori disturbi.

IL NAVIGATORE DICE DI ANDARE A BUDRIO
E’ stato un arrivo nel bel Paese decisamente travagliato quello di un gruppo di 40 persone (35 adolescenti e 5 accompagnatori) che viaggiavano da giorni in tour turistico in Europa. Dopo aver visitato la Slovenia e la Croazia, il pullman aveva attraversato l’Adriatico per sbarcare ad Ancona e risalire la penisola. Da qualche giorno – però – i passeggeri avevano cominciato a lamentare nausea e disturbi all’addome, sempre più forti e diffusi tra la maggioranza dei ragazzi francesi . Così, una volta giunti nei pressi di Bologna, gli accompagnatori hanno deciso di affidarsi a un presidio di pronto soccorso. Benché vicini alle importanti strutture ospedaliere di città, il navigatore satellitare del pullman non ha posto dubbi: l’ospedale più vicino è quello di Budrio, e così i 40 francesi sono arrivati nel nosocomio di paese, e hanno chiesto soccorso.

L’EFFICENZA DEL PRONTO SOCCORSO: IL MEDICO PARLA FRANCESE
Dapprima gli accompagnatori, che non parlano italiano, hanno provato a spiegarsi in inglese con un infermiere presente in sala, senza però riuscire bene a spiegarsi. Così il medico di turno, che parla francese, è intervenuto direttamente a gestire il triage insieme agli operatori. Tessera sanitaria alla mano, i ragazzi, in fila, hanno spiegato i loro problemi e sono stati assistiti uno alla volta.

Nel giro di poche ore sono stati tutti dimessi, senza che si siano verificate particolari situazioni di confusione, dovute all’emergenza. Per loro, è stato allestito un pranzo gratuito, all’interno della mensa ospedaliera. Dagli accertamenti, non si sarebbe trattato di una intossicazione alimentare, ma di un semplice problema virale. L’ipotesi più probabile è che un virus intestinale, preso da una delle ragazze all’inizio del viaggio, abbia contagiato man mano tutti gli altri coetanei.[vc_column width=”1/1″][vc_facebook type=”standard”][/vc_column][/vc_row]

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4 Commenti


  1. tanto noi dobbiamo chiuderlo, ops ridimensionarlo……..

  2. Ecco, questa é una dimostrazione sul campo di cosa significhi in positivo un decentramento ragionevole dei servizi ospedalieri di pronto soccorso.
    Mediti la solerte amministrazione di Budrio ed il sindaco, almeno una volta nella vita, abbia il coraggio di mandare al quel paese chi vuol stravolgere i servizi ospedalieri locali, utilizzando stupidamente come paradigma quello aziendale anziché quello del servizio pubblico alle persone.
    (Mia considerazione da arrabbiato: accidenti a chi ha trasformato le strutture sanitarie in “aziende ospedaliere”.)

  3. Infatti l’ospedale non chiude e tantomeno il PS, ma tanto non c’è miglior sordo di chi non vuol sentire.

    A.

    • Sig.Andrea, mi scusi ma quando si dice che diminuiranno i letti, i reparti, i medici verranno dal S. Orsola (di notte?), come si fa poi a concludere che tutto rimarrà come prima.
      Parliamo di cose serie o di giochetti di prestigio?
      Lei che, senz’altro, conosce il sindaco, si faccia dare i numeri, per favore, i numeri! Io in un altro commento, tempo fa, glieli ho chiesti, ma non mi ha degnato proprio.
      Poi serenamente li confronteremo.
      Grazie.

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