Calcio, domenica Mezzolara-Imolese. Intervista al difensore Giuseppe Orlando

21 settembre, 2013

Dopo un avvio di campionato con successi e sconfitte, il Mezzolara Calcio torna in campo contro l’Imolese, allo stadio Zucchini di Budrio, domenica 22 settembre. Serena Cesari intervista il difensore Giuseppe Orlando, che racconta il perchè ha scelto di indossare per la prima volta la maglia bianco azzurra e le sua aspettative per il campionato il corso.

Prima di tutto raccontaci che ragazzo è Giuseppe!
Sono un ragazzo tranquillo, mi piace uscire con gli amici e con la mia ragazza Silvia e spesso andiamo in giro per ristoranti…siamo delle buone forchette e ci piace organizzare gite per mangiare e bere del buon vino. Spesso vado al cinema e ogni giorno al parco con il mio cane!

L’ultimo film che hai visto?
Qualche giorno fa in tv, “Giustizia Privata”!

Giuseppe dentro al campo che giocatore è?
Sono un difensore dotato di una buona personalità a cui piace giocare la palla. La mia altezza mi permette di avere un buon colpo di testa e di farmi valere nel gioco aereo.”

Una cabala prima di entrare in campo?
Stranamente per il mondo del calcio e per le mie origini napoletane, non ho una vera e proprio cabala; prima di entrare in campo tocco il campo e faccio il segno della croce tre volte ma non la considero una vera cabala.

Perché hai scelto Mezzolara?
La prima persona che ho incontrato è stato il Direttore Sportivo Calzolari, in lui ho visto una persona seria, chiara e che ha sempre detto le cose come stavano senza fare false promesse. Ho avuto una buona impressione e ho deciso per questa piazza. Qui ho trovato persone genuine, schiette e sicuramente molto legate alla Società. Durante la preparazione abbiamo visto l’impegno di tutti i volontari verso la squadra e noi giocatori siamo stati accolti in un ambiente famigliare difficile da trovare in Società di questo livello.

Cosa ci dici del gruppo?
Siamo un gruppo che è già in buona sintonia nonostante il poco tempo passato insieme. Fin da subito si sono visti i leader che per forza di cose, sono i giocatori che militano in questa squadra da più tempo. Bazzani e Semprini sono i ragazzi che spesso fanno battute per alleggerire il carico del lavoro e tra i giovani anche Signorini si fa notare!!

Qual è l’obiettivo di stagione?
La squadra può far bene e possiamo arrivare tra le prime cinque del campionato. Personalmente vorrei disputare una buona stagione in modo da tornare tra i professionisti…magari con il Mezzolara.

Ogni giocatore ha la sua storia, la tua qual è?
Sono cresciuto a Quarto in provincia di Napoli e sono andato via di casa molto presto, esattamente a quattordici anni, dopo aver finito le scuole medie, per raggiungere Bologna. I miei genitori hanno assecondato i miei desideri ma non credo che si aspettassero una decisione così drastica. Li ho spiazzati ma tutti i week-end venivano da me.”

Come sono stati i primi tempi?
Sinceramente non mi sono trovato bene. Ero tutto sommato piccolo, catapultato in una realtà dove non conoscevo nessuno e i primi mesi sono stati veramente duri. Poi con il passare del tempo ho iniziato ad ambientarmi e tutto ha iniziato a girare per il verso giusto. Sono cresciuto in fretta!

In questo periodo c’è stata una persona che ti ha aiutato in modo particolare?
L’ho incontrata qualche anno dopo a Perugia, il Mister Lorenzo Rubbinacci, persona estremamente giusta e carismatica che mi ha fatto crescere come persona, come giocatore e mi ha aiutato a formare il carattere in modo da saper reagire davanti alle difficoltà.

La dura legge del calcio?
Una legge amara, puoi far bene quanto vuoi ma nel calcio esiste poca riconoscenza.

Perché dici così?
Da esperienze personali, l’ultima vissuta a Forlì.

Passando invece ad aspetti più dolci?
Mi piace vivere lo spogliatoio, sentire l’emozione che si respira prima della partita ed esplodere di gioia per una vittoria o per il raggiungimento di un obiettivo.

Da spettatore, cosa ti piace del calcio?
Il calcio è emozione e per me l’emozione equivale al tifo che faccio per la mia squadra: il Napoli. Mio padre Agostino mi ha trasmesso la passione per questa squadra, è sempre stato un abbonato ai tempi di Maradona. E’ stata una grande emozione vincere la Coppa Italia due anni fa contro la Juventus!

Da giocatore, una partita da ricordare?
Stagione 2010-2011 Civitanovese contro Sambenedettese finita in parità per uno a uno. E’ stato un derby giocato davanti a cinque mila persone, ripeto cinquemila persone; una cosa impossibile da vedere nella nostra categoria e di un’emozione enorme.

Al Pietro Zucchini cinquemila persone non si sono ancora viste, ma com’è stato il debutto davanti ai tifosi bianco-azzurri?
Abbiamo percepito un ambiente carico ed abbiamo visto tifosi calorosi che si sono fatti sentire. Una voce su tutti quella di Giancarlo Cantelli; è inconfondibile, anche in mezzo a cinquemila persone si distinguerebbe!

A te l’ultima parola!
Chiedo ai nostri tifosi di seguirci sempre con passione ed entusiasmo per darci quel qualcosa in più da mettere in campo.

Intervista di Serena Cesari

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